Padola, MW contesta il progetto di collegamento sciistico con Croda Rossa

Dal Corriere delle Alpi del 9 novembre 2017

Padola, Mountain Wilderness contesta il progetto di collegamento sciistico con Croda Rossa
Ambientalisti critici sui nuovi impianti

COMELICO SUPERIORE Gli ambientalisti di Mountain Wilderness hanno manifestato le loro perplessità, in alcuni casi vere e proprie contestazioni, in merito al collegamento sciistico tra i comprensori di Padola, in Comune di Comelico Superiore, e quello di Croda Rossa-Monte Elmo, in provincia di Bolzano, alla Sopraintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e per le Province di Belluno, Padova e Treviso.

Il progetto prevede due nuovi impianti di risalita in territorio bellunese: la cabinovia Popera, che sale da Campotrondo in Valgrande (1306 metri sul livello del mare) fino alla Cima dei Colesei (1972 metri) e la seggiovia Valgrande, che da Campotrondo sale verso il Col d’la Tendla (1600 metri); tre nuove piste che collegano la Cima dei Colesi al Passo di Monte Croce Comelico (Popera I), la pista Popera II, che dal Passo di Monte Croce Comelico scende a Campotrondo, e la pista Valgrande che scende sotto l’omonimo impianto.Inoltre è previsto un bacino per l’innevamento artificiale nei pressi di Bagni di Valgrande, in prossimità delle sorgenti sulfuree. Come riportato nel Rapporto ambientale del Piano regionale neve (Prn) della Regione, le piste da sci e gli impianti intersecano aree a notevolissimo e documento pregio naturalistico e ambientale (Natura 2000 e Zps).

Il Rapporto ambientale evidenzia come l’impianto che sale alla Cima Colesei si trovi in un territorio che «fino ad ora si è conservato pressoché integro». Inoltre evidenzia che il «disturbo invernale si andrebbe ad estendere in un’area di quiete» e che il progetto comporta una «frammentazione degli habitat a livello locale», perché interessa «ambienti che attualmente in inverno sono completamente isolati».L’impatto paesaggistico e ambientale è di notevolissima entità, a causa in particolare dell’arroccamento e delle strutture annesse sulla cima dei Colesei, priva di copertura arborea. Il Rapporto ambientale evidenzia come la realizzazione di questo progetto comporti un incremento della cementificazione, per esempio in Valgrande, e una ulteriore pressione sulle risorse idriche già fortemente impattate dagli impianti idroelettrici presenti (centrali di Sopalù, Campolongo e Pelos) a causa della costruzione del bacino per l’innevamento artificiale.

Una ulteriore preoccupazione espressa da Mw riguarda la realizzazione di nuovi impianti a quote basse, comprese fra 1300 e 1900 metri, lungo versanti prevalentemente esposti a Sud. Per Mw risulta di difficile comprensione l’utilità reale di un collegamento tra due comprensori attraverso un tracciato a quote basse (1300 metri) il cui innevamento risulterà inevitabilemente precario. Infine Mountain wilderness, in qualità di socio sostenitori della fondazione Dolomiti Unesco, rileva che i tracciati degli impianti a fune e delle piste da sci intersecano la “zona buffer” Dolomiti Unesco Ricadono in “area buffer” una parte della pista Popera I, che dalla cima dei Colesei scende verso il passo di Montecroce, gran parte della pista Valgrande; il 75% del tracciato dell’impianto Valgrande, compresa la stazione di monte, l’11% del tracciato dell’impianto Popera e la stazione di monte sulla cima dei Colesei. La cima stessa si trova nell'”area buffer”.

Francesco Dal Mas