Alex Langer


L’europarlamentare Alex Langer a Belluno nel 1990

Invitato da Dino Fava, Verdi Cortina-Cadore, ad una manifestazione contro il prolungamento dell’A27, Alex ha tenuto un incontro pubblico affrontando temi che a distanza di 25 anni sono più che mai attuali: l’artificializzazione della montagna, i cambiamenti climatici,  il dissennato consumo di risorse, le ingiustizie sociali, la necessità di cambiare stili di vita in tempi rapidi per non andare incontro ad un tracollo della Terra…

alex

Caro Alex: ci manchi e ci mancherai sempre tanto

 

prima parte

seconda parte

terza parte

tratto dalla registrazione, sul tema A27:

Domanda:
“Ci sono forti spinte per far proseguire l’A27: che fare?”
Risposta:
“Io credo che occorra veramente fare anche dell’ostruzionismo.
Posso farti forse un paragone: nella mia Provincia, che conosco ovviamente meglio, siamo in parte toccati da un problema che riguarda anche voi, cioè da questo progetto autostrada Alemagna, cioè sostanzialmente dal desiderio dell’imprenditoria in particolare di Monaco di Baviera di arrivare nel più breve tempo possibile all’Adriatico in particolare a Venezia e a Trieste e quindi di aprire un nuovo collegamento autostradale.
Secondo: dell’analogo desiderio di stabilire un collegamento diretto tra Monaco (Ulm) e Milano che passerebbe sostanzialmente sotto il passo dello Stelvio.
Terzo di aprire finalmente una nuova trasversale ferroviaria alpina col famoso traforo del Brennero.

Noi ci abbiamo ragionato molto, e in particolare in occasione del provvedimento austriaco (poi come avete visto abbastanza blando, abbastanza parziale, molto annacquato) che vieta il traffico notturno dei TIR e così via abbiamo fatto anche due convegni di studio per affrontare con più fondatezza questo problema e siamo arrivati alla convinzione che bisogna proprio opporsi, moltiplicando il più possibile la consapevolezza la resistenza e anche le difese giuridiche, perché è proprio vero che chi semina strade raccoglie traffico: questa cosa e’ inevitabile, è evidente, ogni esperienza lo ha dimostrato.

Secondo: oggi quando si dice per esempio che si fa un traforo per spostare il traffico dalla strada su rotaia in verità si apre al traffico aggiuntivo, cioè non è che si toglie qualcosa ma si rende possibile un’ulteriore espansione di traffico.

Terzo: le nuove direttrici autostradali che si propongono, sostanzialmente vanno tutte in una direzione di un sistema economico sempre più trasporti–dipendente.
Ora la nostra convinzione è – e mi pare che cominci a venire condivisa (mi riferisco di nuovo al rapporto del World Watch Institute che ha esaminato questo problema mi pare anche nel dettaglio) – che si dovrebbe andare sempre più viceversa in direzione di un’economia molto più a dimensione regionale.

Sicuramente dobbiamo, credo, accettare una certa divisione internazionale del lavoro: non avrebbe senso fare dovunque tutti i prodotti di cui abbiamo bisogno; però credo che si debba lavorare molto soprattutto per una maggiore autosufficienza alimentare.
Se continuiamo a costruire strade così, è ovvio che stanti le attuali leggi fiscali e le attuali tariffe dei trasporti continuerà ad essere più “conveniente”, anche se folle, ma continuerà ad essere più conveniente far pascolare le mucche in Baviera, andare su e giù ogni notte con i TIR, lavorare il latte in pianura Padana e poi venderlo in Calabria, ma questa è un’economia insana, da tutti i punti di vista.

Quindi ogni autostrada in più che si costruisce favorisce questo modello.
In questo senso l’ostruzionismo a questo punto è una sorta di legittima difesa dicendo che una risposta che comincia ad emergere mi pare in particolare intorno alla Svizzera e forse all’Austria potrebbe essere una direzione alternativa alla quale potremmo forse dare un maggior consenso.
E’ dire: noi blocchiamo e rendiamo difficoltoso con divieti e rinuncia alla costruzione di strade il traffico transalpino su strada e allora è ammissibile una maggiore agevolazione del trasporto su ferrovia e forse anche qualche traforo, ma finché questo produce traffico aggiuntivo non resta che opporsi.
Una possibilità che abbiamo, credo, in regioni come le nostre, è di sviluppare maggiormente noi un’economia integrata a livello locale che non faccia deperire le risorse locali vuoi dell’agricoltura, vuoi dell’utilizzazione del bosco (però tutte queste cose moderatamente), cosa che è sicuramente preferibile alla grande divisione del lavoro internazionale con una grande dipendenza dai trasporti.
Ed oggi la stessa CEE che finora ha spinto in direzione di tutte questa autostrade lavora concretamente insieme ad alcuni Paesi extra CEE che sono l’Austria, la Svizzera e la Jugoslavia per tentare di lavorare ad un sistema di trasporti transalpini maggiormente orientato verso la ferrovia, il che però oggi non toglie le autostrade che già ci sono e quindi bisognerà impedire che ce ne siano delle nuove…”