Commissario Corsini: «Revocare l’appalto a Sis costerebbe due miliardi»
Pubblicato on 16/Mar/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 15 marzo 2017 –
Bramezza, il segretario generale della Regione, motiva il “no” al cambio di rotta
Il commissario Corsini: sereni sul contenzioso. Duro scontro tra le forze politiche
«Revocare l’appalto a Sis costerebbe due miliardi»
VENEZIA L’AFFONDO DELL’AD SALINI E L’ACCUSA DI INADEMPIENZA. La manovra finanziaria, la leva fiscale, il contenzioso legale, la battaglia politica. I nodi della Pedemontana Veneta arrivano al pettine e alimentano le incognite intorno al maggiore cantiere pubblico oggi attivo in Italia. Chi non accetta l’esclusione dall’ingente appalto è il colosso Impregilo (battuto sul filo di lana da Sis-Dogliani nella gara del 2007 grazie ad una sentenza del Consiglio di Stato) che ora diffida il governatore Luca Zaia dall’attuare la rimodulazione del project financing annunciata, scorgendovi una «radicale modifica» del rapporto contrattuale: «Sis non sta adempiendo ai suoi obblighi di convenzione», ribadisce Pietro Salini, l’ad del colosso delle costruzioni «e la Regione, anziché disporre la decadenza della concessione (ovvero revocargli l’appalto ndr) e l’affidamento della stessa all’altro concorrente», cioè Impregilo, «ha solo cercato di porvi rimedio». L’allusione corre alla volontà del governatore di iniettare ai cantieri in debito d’ossigeno 300 milioni (in aggiunta ai 614 già stanziati dallo Stato) attraverso un mutuo finanziato dalla reintroduzione dell’addizionale Irpef; e soprattutto alla decisione regionale di assumere in toto il rischio d’impresa subentrando al privato nell’introito dei pedaggi, il cui gettito è legato però all’andamento del traffico.
LA TOP MANAGER DEL BALBI SI RIVOLGE AL CONSIGLIO. L’ipotesi di revoca o risoluzione del rapporto con il concessionario della Pedemontana «non era percorribile» su base contrattuale e in ogni caso «avrebbe esposto la Regione a un rischio d’esborso superiore ai 2 miliardi di euro». Lo afferma Ilaria Bramezza, segretario generale di Palazzo Balbi, in una nota esplicativa ai gruppi consiliari che avevano chiesto lumi circa la fattibilità e le eventuali conseguenze del cambio di rotta. La top manager, apprezzata pittrice, tratteggia così i contorni dell’operazione: «Se la Regione pagasse i danni derivanti da una risoluzione del rapporto concessorio senza che vi siano previsioni contrattuali specifiche, la Corte dei Conti contesterebbe immediatamente un danno erariale per le somme erogate senza titolo», circostanza che farebbe lievitare il conto oltre i fatidici 2 miliardi ai quali, non bastasse, «andrebbero aggiunti i maggiori tempi e costi per la riassegnazione ad altro operatore della concessione» perché «la risoluzione del rapporto renderebbe necessario individuare ed attivare nuovi mezzi giuridici, secondo le procedure di legge, per il completamento e la gestione delle opere, siano essi appalti o una nuova concessione di costruzione e gestione»; in ambedue i casi, l’amministrazione«dovrebbe procurarsi le risorse finanziarie indispensabili (nel caso di appalti), oppure ricercare nuovamente sul mercato forme di partnership atte al reperimento di risorse private».
IL SILENZIO (SODDISFATTO) DI MATTERINO DOGLIANI. Sulla vicenda, il Gruppo torinese mantiene il “no comment” ma chi ha incrociato Matterino Dogliani, il presidente del Consorzio Sis, lo descrive visibilmente sollevato. Et pour cause. A fronte di un sacrificio sull’entità del canone di disponibilità (incasserà 12 miliardi in 39 anni anziché i 18 inizialmente previsti) e dell’assunzione dei costi di qualità e manutenzione della superstrada, il Gruppo ora potrà contare su un utile garantito e ciò renderà presumibilmente appetibile la sottoscrizione dei bond necessari a rastrellare 1,2 miliardi e completare così il tracciato.
IL COMMISSARIO CORSINI NON TEME RICORSI IN TRIBUNALE. «In ogni appalto ci sono cambiamenti in corsa che non alterano la natura del rapporto contrattuale. È il caso di Pedemontana: prima di procedere abbiamo valutato ogni aspetto e raccolto i pareri istituzionali più autorevoli. Sul contenzioso annunciato da Impregilo sono fiducioso, in Italia i ricorsi non si possono evitare ma è possibile vincerli», dichiara l’Avvocato dello Stato Mauro Corsini, commissario Autorità Vigilante dell’opera.
BAGARRE TRA I GRUPPI CONSILIARI, PD E M5S ACCUSANO. In attesa della seduta congiunta delle commissioni chiamate ad esprimere un parere preliminare sulla manovra (si riuniranno giovedì e venerdì al Ferro-Fini) è già scontro senza esclusione di colpi. «Impregilo ha ragione, troppo comodo assumere impegni e poi dire che non è possibile onorarli, Zaia ha imboccato una strada disastrosa», accusano dal versante dem Andrea Zanoni e Cristina Guarda; e Graziano Azzalini rincara: «Sull’aumento dell’Irpef Il governatore ha cambiato tre versioni in pochi giorni, dice bugie». Domani in audizione compariranno i sindaci e le parti sociali, esclusi invece comitati e associazioni di protesta: «Decisione scandalosa ma saremo noi a dar voce alle loro istanze», annunciano i 5 Stelle Manuel Brusco e Simone Scarabel. Più cauto, ma ugualmente critico, Marino Zorzato (Ap): «Il rischio legale esiste perché, da tariffa a canone, il contratto è oggettivamente cambiato. Non capisco la fretta forsennata di chiudere in pochi giorni un dossier così complesso, io sono favorevole a completare la Pedemontana ma contrario a finanziare i lavori con l’Irpef: finora il Veneto aveva evitato di alzare le tasse attuando la spending, ora non è più così».
LA LEGA FA SCUDO, CONSENSO CONDIZIONATO DAI FORZISTI. «Vogliamo risolvere il caso Pedemontana nel minor tempo possibile, per consentire che gli espropriati siano pagati così come le ditte che stanno lavorando, che i cantieri non si fermino e che l’opera venga ultimata presto. L’opposizione invece produce solo ostruzionismo e falsità», graffia Silvia Rizzotto, capogruppo zaiana. Sostegno anche da Forza Italia: Massimiliano Barison chiede però che il gettito “extra-Pedemontana” proveniente dall’Irpef sia destinato a finanziare le «altre priorità nelle infrastrutture viarie”.
Filippo Tosatto