A seguito convegno mobilità Belluno 19 novembre

Coordinamento formato da Cipra, Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”, Libera, Italia Nostra, Mountain Wilderness, Peraltrestrade, WWF, promotori del Convegno “Alto Bellunese, quale mobilità per il futuro?” (Belluno 19.11.2016)

Comunicato stampa

Il convegno organizzato da associazioni e comitati bellunesi sul tema della mobilità nelle Dolomiti bellunesi ha messo in rilievo alcuni passaggi che tutti assieme, associazioni, istituzioni e categorie economiche dovremo approfondire.

Si è tutti in sintonia nell’affermare che il tema della mobilità è strategico per rilanciare questo territorio. Ma come? Senza dubbio non con l’autostrada, non con circonvallazioni devastanti il paesaggio. Tutti i relatori hanno rilevato come sia necessario riflettere e progettare la mobilità futura del Bellunese attraverso un piano intermodale che raccolga le esigenze dei residenti, del turismo, dei ciclisti, del trasporto merci leggero.

Questa attenzione locale deve essere inserita in un ragionamento su ampia scala, europeo. Quale collegamento sostenibile socialmente ed ambientalmente vuole avere il Bellunese verso l’Austria e verso Venezia? E’ urgente che l’Ente pubblico avvii un tavolo partecipato coinvolgendo tutti i portatori di interessi, che discuta di queste prospettive e che costruisca un piano mobilità della provincia di Belluno da realizzare in tempi brevi, dopo un confronto serio con il Ministero dei Trasporti e in sede di Unione Europea. Avere presente il globale per progettare e strutturare il locale.

Questo progetto dovrebbe indicare azioni, quindi investimenti, che offrano risposte ai nostri giovani, ai laureati di oggi e del prossimo futuro. Questi giovani vorrebbero rimanere a vivere nel loro territorio di nascita, ma per farlo hanno bisogno di avere collegamenti al passo con i tempi con le aree metropolitane, le università, gli aeroporti.

In questi tempi di crisi è probabile che il Governo italiano abbia difficoltà a risolvere i problemi dei territori montani. Siamo proprio sicuri che le prospettive indicate da Zaia e Kompatscher riguardo la nuova linea Dobbiaco – Cortina – Calalzo sia sostenuta finanziariamente ed in tempi certi?

Il progetto bolzanino di un collegamento Bolzano – Cortina – Venezia, la risposta alle necessità presenti in Comelico, l’Anello delle Dolomiti, sollecitato dalla Fondazione Unesco, sono ipotesi tutte da discutere, per capire come si collocano all’interno di uno specifico piano della mobilità bellunese e di messa in rete di tutti i territori delle Dolomiti. Per rispondere a queste sollecitazioni in modo articolato e ragionato su prospettive temporali lunghe è necessario istituire un tavolo di lavoro.

Allo stesso tempo, però, non possiamo aspettare la realizzazione dei grandi progetti, dobbiamo intervenire con urgenza sull’esistente che sta sempre più degradando. Non servirebbero molti finanziamenti, basterebbe un serio coordinamento tra soggetti responsabili. Sottolineiamo ancora una volta la necessità di una maggiore integrazione tra i vari mezzi di trasporto che servono la provincia, in particolare la parte alta:

gomma – rotaia, gli orari e le corse dei due mezzi di trasporto devono essere studiati perché siano complementari e non in concorrenza, titolo di viaggio unico;

bicicletta – rotaia – gomma, qualcosa è stato fatto ma andrebbe implementato;

la stazione di Calalzo, adesso pressoché abbandonata e in degrado, dovrebbe diventare il “Centro della Mobilità” dell’alta provincia, per cui andrebbe rivitalizzata con la realizzazione di una biglietteria – ufficio informazioni turistiche integrato Provincia – Dolomiti Bus – Trenitalia;

elettrificazione della linea fino a Calalzo con conseguente miglioramento del materiale rotabile;

predisposizione di corse dirette per Venezia e Padova e cadenzate per Belluno.

Come Associazioni e comitati locali siamo disposti a fare il nostro dovere nel sollecitare le istituzioni pubbliche a un confronto a tutto campo su questi temi: senza dubbio attori protagonisti dovranno essere Dolomiti Bus, FS bellunesi, Amici della Bicicletta, operatori turistici e categorie economiche, le università e quanti, ad oggi, hanno ipotizzato qualche soluzione ma evitato reali confronti, la Regione e i tanti Comuni.

Chi crede nel rilancio sociale e valoriale della terra bellunese non può perdere questo “treno”. Noi ci siamo saliti e attendiamo in tempi brevi di avere al nostro fianco tanti compagni di viaggio che ci aiutino a ridare speranza alle genti e alla montagna veneta.

Il Coordinamento

23 novembre 2106