Aeroporto Cortina, l’imprenditore trevigiano svela le carte
Pubblicato on 23/Ago/2016 in NewsDal Corriere del Veneto del 22 agosto 2016
Aeroporto di Cortina, nuovo pianoZago: «Metto 10 milioni, vi stupirà»
Aeroporto di Cortina, nuovo piano. Zago: «Metto 10 milioni, vi stupirà», L’imprenditore trevigiano svela le carte
CORTINA D’AMPEZZO (Belluno) Catturato dall’alto, il colpo d’occhio è decisamente superbo. Il profilo imponente del Pomagagnon, la maestosità del bosco dell’Impero, il corso turchino del Boite. Un’altra virata e l’Agusta Westland atterra. Il trevigiano Bruno Zago fa per aprire il portellone, ma il rotore sta ancora muovendo le pale. Così c’è lo spazio per un’ultima riflessione: «Non si può perdere tempo quando si ha una data precisa. O è quella, o è persa». La data è il 2021, i Mondiali di sci alpino. E il «re della carta» non ha nessuna intenzione di perderla. Decolla da qui, da questa vecchia striscia di asfalto che attraversa il verde di Fiames, la sfida di «Cortinairport» alla diffidenza della conca d’Ampezzo, alla lentezza della burocrazia, alle tragedie del volo, alle frane che ogni due per tre invadono l’Alemagna.
Ecco, per chi può permetterselo, arrivare a Cortina da un cielo terso come questo, anziché da una strada ingombra di auto incolonnate, indubbiamente deve avere il suo perché. Tant’è che di buoni motivi il milanese Fabrizio Carbonera, architetto e pilota, ma soprattutto promotore del comitato di riapertura dell’aeroporto Sant’Anna, ha farcito le 52 pagine del dossier che è appena stato presentato al Comune e alle Regole. Rispetto all’abbozzo iniziale, il progetto è cambiato: pista più lunga per aeromobili più grandi, show-room delle eccellenze al posto di banali negozi. Il marchio è ormai stato depositato, la società sta per essere costituita e forse diventerà una public company. Sarà la ventiquattresima avventura imprenditoriale per Zago, già indicato nel ruolo di presidente e direttore generale: piedi ben piantati per terra, nel gruppo Pro-Gest che fra cartone e packaging ha chiuso il primo semestre 2016 con un fatturato di 240 milioni di euro, e testa orgogliosamente fra le nuvole, «perché il volo è la mia grande passione, anche se è una passione molto costosa».
All’industriale non servono parole, per dire quanto investirà in questa operazione. Mostra i due palmi e tende le dita: «Due mani non basteranno». Dunque più di 10 milioni, ma forse meno di 12. Comunque sia, una valanga di soldi, che il business plan conta di recuperare entro 5-7 anni di operatività. È un concetto che piace molto a Zago, quello dell’efficienza. «Ho già parlato di questa iniziativa con Enac e non ho trovato resistenze — racconta — anche se loro mettono sempre davanti i tempi e parlare di qualcosa da fare domani è un problema. Il guaio è che io sono uno che le cose le vorrebbe vedere fatte già ieri…» . Per questo il cronoprogramma è molto stringente: progettazione, autorizzazioni e realizzazione di base entro il 2017, affinamento operativo entro il 2018, innalzamento a standard commerciale nel 2019, perfezionamento nel 2020. Il progetto è ambizioso, «come ambiziosa è Cortina», chiosa Carbonera. Si parte dal nastro che c’è già, quello inaugurato nel 1962 e lungo circa mille metri, nella convinzione che «con un chilometro di strada non si va da nessuna parte, mentre con un chilometro di pista si va in tutto il mondo».
Il tracciato sarà allargato dagli attuali 20 a 30 metri e sarà allungato fino a 1.490 metri, ai quali andranno aggiunti i 100 dell’area di sicurezza di fine pista e i 60 della zona di arresto. L’infrastruttura sarà poi riorientata di 2 gradi, in modo da ricavare «l’ideale corridoio di atterraggio e decollo dei velivoli rispetto ai profili delle montagne circostanti la piana». Lo spettro degli incidenti del passato inevitabilmente continua ad aleggiare, dallo schianto contro il Col Visentin nel 1967, allo stallo in fase di decollo nel 1976. «Ma oggi la tecnologia è in grado di prevedere e calcolare fenomeni di caldo e freddo, velocità e direzione dei venti — puntualizzano Carbonera e Zago — dando la possibilità ai piloti di prendere le relative contromisure e all’aeroporto eventualmente di sospendere temporaneamente l’attività». Nel suo complesso il piano prevede che attorno all’aeroscalo, pensato per ospitare da 5 a 7 voli al giorno per un traffico di circa 25.000 passeggeri all’anno, sorgano una serie di servizi ai viaggiatori, «perché uno quando atterra qua deve poter stupirsi». Dunque non solo aree check-in, sale di attesa e vip, torre di controllo, hangar e stazione meteo, ma pure un bar-ristorante (con terrazza esterna, se l’autorità aeronautica lo permetterà), sportello bancario, servizio di limousine e minibus, centro religioso, parco per gli animali domestici, locali espositivi.
Il target di riferimento è dichiaratamente alto, tale da determinare un indotto economico stimato in 20 milioni di euro. «Una clientela selezionata — spiegano gli ideatori — che conosce il vero valore del tempo e non ama perderlo in estenuanti code: in questo modo si potrà infatti partire il sabato mattina e rientrare la domenica sera, con la garanzia di ritagliarsi due giornate piene di relax, visto che si arriverà a Cortina in 25 minuti da Verona, in 35 da Milano, in 90 da Roma, Parigi o Monaco». Turisti italiani ma pure stranieri. «Come ad Asiago, dove il 48% dei nostri viaggiatori è composto da tedeschi, austriaci e svizzeri», precisa Zago, che sull’Altopiano ha condotto un’impresa simile e dopo Fiames non ne disdegnerebbe un’altra, «per costituire una rete di piccoli aeroporti fra cui realizzare delle sinergie». Ma per il momento c’è da pensare a Cortina, il che significa anche e soprattutto preoccuparsi dell’ambiente, per prepararsi a fronteggiare le prevedibili resistenze territoriali. «Salvaguarderemo l’area boschiva attigua al sito e manterremo una corsia per circumnavigare la pista sia a piedi che con gli sci da fondo», promette Carbonera, assicurando che «il rumore prodotto sarà limitato nel tempo e di intensità comparabile con le normali attività cittadine».
«Ben venga poi l’intermodalità — interviene Gherardo Manaigo, delegato al marketing — a cominciare dal futuro treno delle Dolomiti, rispetto al quale non ci sarà concorrenza vista la differenza di pubblico, ma con cui ci potrà comunque essere collaborazione». Una prospettiva che dovrebbe piacere al governatore Luca Zaia, promotore del rilancio della linea ferroviaria, ma a quanto pare interessato anche al ripristino dello scalo aeroportuale. «Gliene ho già parlato — confida Zago — e il presidente della Regione mi ha detto: vai avanti».