Arrivano i soldi della Regione, stop ai tagli dei bus

Dal Corriere delle Alpi del 14 settembre 2017

La Regione fa fronte alle decurtazioni statali con un contributo di 300 mila EUR. Bottacin: deciderà la Provincia come investirli
Arrivano i soldi, stop ai tagli dei bus

BELLUNO Dolomitibus non sarà costretta ad aumentare di nuovo il biglietto unico, tantomeno a tagliare ulteriori chilometri, quindi altre corse. A tirare un sospiro di sollievo è soprattutto la Provincia di Belluno, che dell’azienda di trasporto pubblico è l’azionista di maggioranza. «Ringraziamo la Regione per lo scampato pericolo», riconosce Padrin.

La Regione? Che c’entra? «In effetti», spiega l’assessore Giampaolo Bottacin, «rispetto a un taglio di 10 milioni e mezzo al trasporto pubblico locale, da parte del Governo, noi siamo intervenuti con una copertura di oltre 7 milioni. L’abbiamo deciso l’altro ieri in giunta. Alla Provincia di Belluno saranno destinati 300 mila euro circa, rispetto ai 400 mila che si era vista decurtare.

Spetterà ora alla Provincia scegliere dove investirli, se diminuire le tariffe o conservare le corse».Il presidente Padrin si è fatto rappresentare la situazione dai vertici di Dolomitibus, concludendo, sulla base dei dati ricevuti, che la situazione torna a essere sostenibile.

Nel 2016 Dolomitibus ha ricevuto per i “servizi minimi” 12 milioni e 381.167 euro, dal Governo, attraverso la Regione. Con questa somma ha potuto dare copertura a corse per 6.790.476 km. Numeri da capogiro. Quest’anno, a seguito di un taglio pari al 3,33%, la società ha calcolato contributi per i servizi minimi pari a 11 milioni e 968.449. Una differenza, dunque, di 412.717 euro, che si doveva tradurre in un taglio di 226.355 km. Complessivamente quest’anno le corriere di Dolomiti Bus limiteranno, infatti, il loro percorso a 6.564.121 km.

In Provincia si è calcolato che, se venissero ripartiti i 7 milioni di taglio con le stesse percentuali della decurtazione, Dolomitibus recupererebbe 300 mila euro. E quindi 180 mila km, anzi qualcosa in più. Si sa che per il momento Dolomitibus ha provveduto a un taglio di 47 mila km per un importo pari a 83.800 euro e con l’ipotesi di aumento delle tariffe pari a 60 mila euro. «Nei prossimi giorni consulterò gli organi della Provincia, ma ritengo che non interverremo sugli aumenti, assolutamente minimi, dei biglietti», anticipa Padrin, «bensì destineremo le risorse integrative della Regione per mantenere tutta una serie di corse che rappresentano un servizio indispensabile, anche se a volte poco frequentato».

Dal primo settembre sono aumentati i biglietti, ma anche gli abbonamenti. Per quanto riguarda il tagliando di viaggio ordinario, quello che consente una sola corsa, tutti i ticket hanno subito un supplemento del 10%. Per fare un esempio, quello urbano è passato da 1,30 euro a 1,40. La tratta Belluno-Sedico o Belluno-Ponte nelle Alpi (5-12 km) da 1,80 a 1,90 euro. A cascata è aumentato anche il costo dei biglietti multipli: il blocco da 6 per la tratta urbana da settembre costa 8,20 euro (mentre prima costava 7,60), quello da dodici ha un prezzo di 15,70 (prima 14,60 euro). Dieci centesimi di aumento anche per i biglietti singoli per le comitive. Inizialmente sembrava che i rincari avrebbero dovuto interessare solo i biglietti, invece sono stati spalmati anche sugli abbonamenti. Per i settimanali fino a 20 km si paga un euro in più ogni mese, per i mensili gli aumenti vanno da 3 a 2 euro per le prime tre fasce chilometriche. Studenti e lavoratori, ad esempio, dal 1° settembre pagano 36 euro l’abbonamento per la fascia 0-5 km (prima costava 33,50), 45 euro per spostarsi fra i 5 e i 12 km (prima 42,50), 49 per la fascia 12-20 km, 54 per quella 20-30.

«Alla luce di questa situazione», conclude il presidente Padrin, «riteniamo che la priorità sociale sia oggi quella di trattenere il maggior numero di corse per consentire il diritto alla mobilità anche di chi non ha l’auto».

Francesco Dal Mas