Auronzo, villaggio di Colauto: opportunità o rischio?

Lettera aperta

AURONZO -Villaggio turistico a Col de Colauto: un’opportunità o un rischio?

Molti auronzani hanno risposto alla richiesta della società Meister di Merano di vendere i loro boschi a Col de Colauto, località tra Auronzo e Misurina. Parecchie decine di ettari di terreno sono così passati di mano e il sig. Meister sembra poter arrivare dove altri nei primi anni ’70 si erano dovuti fermare.
Infatti la zona era stata già destinata dal Piano Regolatore, approvato nel lontano 1974, alla costruzione di un villaggio turistico servito anche dall’autostrada, progetto fortunatamente stralciato negli anni ‘80.
La società Meister intende investire in un villaggio turistico, che definisce impropriamente albergo diffuso, così come sta progettando di fare a Cortina in zona Col Tondo.
Si parla di una costruzione centrale con all’interno tutto quello che può servire ad ospitare una clientela di lusso e circondata da casette, alcune costruite sugli alberi.
A coronamento dell’opera un laghetto, magari sulla torbiera di proprietà della Regola di Villagrande, sito di grande interesse per la biodiversità, che potrebbe venire in tal modo irrimediabilmente compromessa.

Se parte dei cortinesi si sono espressi contrari al progetto, noi auronzani cosa vediamo nel prospettato villaggio di Colauto: un’opportunità o un rischio?

Cosa ci porta a pensare che trasformare una parte consistente del territorio da naturale in abitativo, lontano dal paese, possa portare un beneficio durevole alla comunità locale e che gli eventuali profitti rimarranno in zona?
Quale il bilancio tra gli introiti per il Comune rispetto ai servizi da fornire?
Quanti di noi, mi chiedo, hanno, abbiamo, la consapevolezza dell’unicità dell’ambiente dolomitico in cui viviamo, che sarà sempre più apprezzato e ricercato per la sua naturalità, tranquillità e bellezza, tenuto conto delle crescenti criticità delle città, dell’esagerata urbanizzazione delle pianure, dei cambiamenti climatici in atto?
Negli ultimi mesi, alcune persone dell’Alto Adige hanno acquistato terreni e case ad Auronzo. Sembra, da quel che è dato sapere, che vogliano costruire stalle, recuperare stabili e trasformare abitazioni in strutture turistiche.
Potrebbe essere una buona opportunità di fronte a case sempre chiuse, a stabili che si stanno degradando per mancanza di manutenzioni adeguate.
Potrebbe, ma se inserita in un piano complessivo di gestione oculata di un territorio che abbia a cuore la tutela della comunità e nel contempo delle risorse naturali che contraddistinguono l’area.
Naturalmente un grande ruolo in termini di indirizzo deve averlo l’Amministrazione Comunale che, a cominciare dal Piano Regolatore, deve dire cosa, dove e come si può o non si può fare e nel contempo essere volano per progetti europei green, che aiutino molti imprenditori locali a connettersi con esperienze pilota a livello europeo.
Magari potrebbe essere anche l’occasione per noi auronzani, noi cadorini, Regole in testa, visto l’interesse che destano i nostri territori da parte di investitori esterni, di gestire in proprio risorse così preziose per progetti futuri.
Certamente ci vuole coraggio e impegno per andare in questa direzione, e specialmente una visione del futuro che non conceda spazi alle spinte speculative.

Su tutto questo Sindaco e Amministrazione comunale tacciono.

L’auspicio, in una situazione in rapida evoluzione, è che escano dal silenzio per dar vita a un confronto di idee con la popolazione e a progetti condivisi per cominciare a scrivere, insieme, il nostro futuro.

Auronzo di Cadore, 12 aprile 2021

lettera firmata da Maria Rosa Larese Filon e un gruppo di auronzani