Bus-treno, quei 5 minuti che fanno arrabbiare
Pubblicato on 15/Feb/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 14 febbraio 2017 –
Da Cortina, Valboite e Pieve si arriva a Calalzo alle 6.33. Ma la corsa per Ponte parte alle 6,28
Bus-treno, quei 5’ che fanno arrabbiare
PIEVE DI CADORE Una situazione che ha dell’incredibile: al mattino presto, l’orario invernale dei treni in partenza da Calalzo non consente infatti ai viaggiatori dei pullman di linea della Dolomitibus provenienti da Cortina, dalla Valle del Boite e dal Comune di Pieve di salire sul treno diretto a Ponte nelle Alpi e, conseguentemente, scendere in pianura e “agganciarsi” così al resto della rete italiana. Il primo convoglio in partenza dalla stazione di Calalzo si muove infatti alle 6,28; il pullman della Dolomitibus che parte da Cortina e transita alle 6,26 a Pieve di Cadore arriva invece alla stazione delle autolinee di Calalzo alle 6,33: solo cinque minuti dopo che il treno diretto in pianura è partito.
Questa situazione è iniziata con l’introduzione dell’orario invernale di Trenitalia, lo scorso autunno. A causa di ciò, i viaggiatori della Dolomitibus sono costretti ad attendere la corsa successiva, quella che parte da Calalzo alle 7,28, quindi un’ora dopo. Tante le persone che, per la miseria di soli 5 minuti, sono dunque costrette oggi ad annullare appuntamenti di lavoro o scolastici e a non prenotare aerei al mattino presto. A meno di non scendere in pianura in macchina. Questo perchè il secondo treno in partenza da Calalzo alle 7,28 arriva a Venezia solo alle 11,10; ovvero dopo ben tre ore e 40 dall’arrivo del primo treno proveniente da Calalzo-Cortina. Evidente il malcontento da parte di quella fetta di utenti che avrebbe grossi vantaggi dal poter arrivare in pianura ad un orario decente al mattino.
Anche perchè – dicono – per agevolarli non ci sarebbe da rivoluzionare l’orario ma solo da ritardare una partenza di 6-7 minuti, tempo facilmente recuperabile limando pochi secondo ad ogni successiva fermata lungo la tratta. Questa situazione sta penalizzando anche gli emigranti che sono ritornati a casa per un periodo di vacanza. Ed è proprio da uno di loro, Paolo Finotti, che arriva l’ennesima protesta. «Sono un cadorino emigrato in Inghilterra, in una città a nord di Londra», racconta, «dovendo rientrare, e avendo un aereo in partenza in mattinata presto da Venezia, dopo aver acquistato il biglietto del treno delle 6,28 da Calalzo, ho scoperto che, per partire a quell’ora, avrei dovuto prendere un taxi da Pieve alla stazione.
Se non fossi riuscito a trovarlo, avrei dovuto rinunciare al volo e cercarne un altro. Ritengo inammissibile che due aziende di trasporto pubblico non si siano accordate per trovare il modo di “limare” quei cinque minuti».
(v.d.)