C’è una via agordina per il treno delle Dolomiti

Dal Corriere delle Alpi del 15 agosto 2017

Dell’Osbel e Probati scriveranno a Zaia per far conoscere la loro ipotesi
«Arrivare a Cortina dalla val Cordevole garantirebbe un’utenza sicura e corposa»

C’è una via agordina per il treno delle Dolomiti

AGORDO  E se tra la valle del Boite e quella d’Ansiei alla fine si inserisse quella del Cordevole? Mentre, infatti, in Cadore si discute su quale tracciato puntare per arrivare a Cortina con la ferrovia, l’Agordino si propone come terza via. L’ingegnere Eugenio Probati dell’Università di Pavia (Facoltà di ingegneria, fondamenti e progetto di infrastrutture viarie) e l’architetto Stefano Dell’Osbel, già coinvolti a suo tempo nel comitato per l’anello ferroviario delle Dolomiti, a dirla tutta sono fermamente convinti che raggiungere Cortina in treno passando per l’Agordino sarebbe una soluzione di gran lunga migliore di quella su cui si sta discutendo da tempo e che vede interessato solo il Cadore.

«Un investimento cospicuo come quello necessario per il Treno delle Dolomiti», dicono, «si giustifica solo passando per l’Agordino».Tanti, a loro avviso, i vantaggi della tratta agordina che presto porteranno all’attenzione del presidente della Regione, Luca Zaia, dell’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti, Elisa De Berti, dei sindaci agordini e di quelli di Sedico e anche di Belluno.«Siamo certi che il Treno delle Dolomiti rappresenti un auspicabile investimento per il territorio bellunese e una grande opportunità per favorire uno sviluppo economico sostenibile», dicono Probati e Dell’Osbel, «ma se, come si dice spesso, si vuole fare lavoro di squadra, occorrerebbe ricordare che questo progetto va a riguardare solo una parte della provincia, il Cadore. L’Agordino oggi resta fuori».Un aspetto, quest’ultimo, evidenziato più volte negli ultimi mesi anche dagli amministratori locali che constatano come il loro peso politico sia evidentemente inferiore rispetto ai colleghi di altre zone.

Al di là delle parole, Probati e Dell’Osbel puntano però sui numeri per dimostrare che, se non politicamente, l’Agordino può pesare economicamente.L’anno scorso era stato presentato un progetto per la costruzione della ferrovia che, partendo da Belluno, arrivasse prima ad Agordo e poi ad Alleghe (660 milioni di euro).«Certo, per arrivare a Cortina», dicono Probati e Dell’Osbel, «serve necessariamente una galleria tra Caprile e Zuel di circa 13 chilometri con innesto sulla linea proposta per la valle del Boite (utilizzabile anche per il trasporto di auto/camion/bus alleggerendo il traffico veicolare sul Passo Falzarego, ndr)».In totale sarebbero 65 chilometri. Più di quelli ipotizzati per la soluzione Cadore che deve tener conto comunque, secondo Probati e Dell’Osbel, dei 37 chilometri da sistemare tra Ponte nelle Alpi e Calalzo.

Più chilometri, certamente: ma, secondo i due, anche più vantaggi.«Passando per l’Agordino», dicono, «si va ad incidere positivamente sia sulle attività turistiche, sia sul contenimento del traffico nelle due valli del Boite e del Cordevole, sia sul tessuto economico-sociale di tutta la Provincia di Belluno: non va dimenticato infatti che, tra Sedico, Agordo e Cencenighe, ci sono circa 9 mila persone impiegate nell’occhiale che potrebbero rappresentare una notevole base quasi certa di utenti trasportati».

Gianni Santomaso