CIPRA Italia ribadisce ferma contrarietà al prolungamento A27

Il riscaldamento globale sta cambiando tutto, ma si fa finta di niente e si va avanti come prima, più di prima.
In questo contesto la grande opera è solo la panacea sostitutiva della ricerca di un modello economico sostitutivo.

 

Comunicato CIPRA Italia  luglio 2o19

CIPRA Italia ribadisce la propria ferma contrarietà al prolungamento della A27

E’ in netto contrasto con il Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi sottoscritto dall’Italia

Il Consiglio direttivo di CIPRA Italia ribadisce la propria ferma contrarietà ad ogni possibile progetto di prolungamento della A27, che si tratti di collegamento autostradale o di strada a scorrimento veloce.

Chi si ostina a proporre questo progetto, devastante dal punto di vista ambientale, anacronistico ed illegale in quanto non rispettoso di trattati internazionali sottoscritti anche dall’Italia, considera le Alpi solo un impedimento o meglio una barriera, da attraversare il più velocemente possibile. Le montagne del Veneto hanno bisogno di soluzioni innovative anche in termini di mobilità che tuttavia non possono tradursi in un semplice corridoio di scorrimento del traffico.

Con il pretesto dell’isolamento del Cadore e del Comelico si mira ad avvicinare le zone industriali che stanno a Nord ed a Sud delle Alpi, scambiando le merci sempre più velocemente. Ma si dimentica che il trasporto delle merci ha bisogno di tempi certi piuttosto che di grandi velocità. Pur di risparmiare qualche ora si danneggerebbero ambiente e popolazioni che vivono in quelle regioni. Infatti, gli abitanti di quelle aree si vedrebbero costretti a subire pesantemente le conseguenze del traffico di transito traendone benefici molto ridotti. Si sa che questo tipo di soluzione viene caldeggiato dalle organizzazioni dell’autotrasporto, le stesse che da sempre anziché tentare la via dell’innovazione, invocano la mano pubblica per realizzare sempre nuove infrastrutture e richiedere al contempo un incessante aumento dei già consistenti sussidi all’autotrasporto.

Al pretesto della marginalità delle aree montane bellunesi, si aggiunge ora quello dei grandi eventi sportivi che si svolgeranno nei prossimi anni nelle montagne del Veneto (Mondiali di sci alpino del 2021 ed Olimpiadi invernali del 2026). Essi non possono e non devono divenire un volano per la realizzazione di progetti devastanti come quello in oggetto.

Il prolungamento della A27 non solo violerebbe un accordo internazionale come la Convenzione delle Alpi, compromettendo irreversibilmente un ambiente ed un paesaggio di rara bellezza, con viadotti e gallerie, rendendo invivibili a causa di rumori ed immissioni valli e paesi attraversati ed andando a incrementare la frammentazione ecologica del territorio. Si tratterebbe della riproposizione di un vecchio modello di sviluppo che ha mostrato i propri limiti: cemento ed asfalto, sempre con denaro pubblico, che andranno ad aggravare una crisi climatica, ma anche economica. Le Dolomiti, le montagna del Veneto e tutte le Alpi con le popolazioni che vi risiedono non meritano questo!

Sarebbe molto più utile se si ripensasse a forme innovative di mobilità per i residenti e per i turisti con nuove modalità collettive di trasporto non dimenticando il potenziamento della rete ferroviaria locale così come è accaduto nel vicino Alto Adige.

Torino, luglio 2019
CIPRA Italia