Collegamento Alta Pusteria-Comelico: ambientalisti preoccupati per il nuovo circo bianco
Pubblicato on 25/Lug/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 24 luglio 2017
Collegamento Alta Pusteria-Comelico: «Porterà benefici solo agli altoatesini mentre i bellunesi si sentiranno alla fine sfruttati».
Timori anche per il futuro ampliamento – Ambientalisti preoccupati per il nuovo circo bianco
COMELICO «Cari signori dello sci, non fate i furbi. Non prendetevi un braccio se qualche Comune è costretto a darvi una mano».Viene manifestata viva preoccupazione, nel mondo ambientalista, per gli sviluppi imprevisti dell’impiantistica bianca, incentivati dal Fondo dei Comuni di Confine. Il grido di allarme è ancora una volta di Mountain Wilderness. Al movimento non è piaciuto affatto che il collegamento tra Sesto e Comelico Superiore, si trasformi in un grande “circo bianco”, in una copia di “Sellaronda”.
Una nuova offerta che, secondo gli ambientalisti, porterà benefici solo all’alta Val Pusteria, mentre la Val Grande ed il Comelico si sentiranno, alla fine, meramente sfruttati. Così la pensa, ad esempio, Giancarlo Gazzola, portavoce dell’associazione che nei prossimi giorni sarà in zona per verificare i progetti e, in particolare, il rispetto che essi (non) garantiscono dei vincoli ambientali che tutelano questo delicato territorio.
Nel passato Mountain Wilderness aveva contestato l’anello con un sit-in in tenda sotto Croda Rossa. Nell’ormai prossima “campagna d’autunno”, che sarà organizzata, gli ambientalisti terranno il fiato sul collo degli investitori privati affinché non sfruttino oltre misura la disponibilità dei Comuni.
Disponibilità in taluni casi “costretta” dalla mancanza di alternative di sviluppo locale. «L’allarme va addirittura oltre», insiste Gigi Casanova, figura storica del movimento ambientalista. «Siamo preoccupati perché non vorremmo che i progetti, cosiddetti strategici, che le Province e i Comuni di confine hanno incominciato a promuovere, si trasformassero in un vilipendio del territorio.
Chi ci assicura – si domanda Casanova – che il collegamento di Sesto con Valgrande non continuerà in futuro con Auronzo? Chi ci garantisce che la nuova funivia tra Cortina e Cinque Torri, finanziata sempre dai Comuni di confine, non si sviluppi, negli anni, fino al Falzarego e al Passo Val Parola, per poi scendere verso la Val Badia?
I cercatori dell'”oro bianco” ci sembra stiano esagerando. Si riempiono la bocca di slogan come quello della “sostenibilità ambientale”, ma di fatto stanno pianificando, passo dopo passo, la distruzione del nostro territorio».
Mountain Wilderness si rivolge ai vertici delle Province di Belluno, Bolzano e Trento, nonché alla Regione Veneto, affinché non concedano abusi di sorta, soprattutto in un periodo in cui lo sci ha dimostrato di non funzionare sotto i 1500 metri. «Ci appelliamo anche alla Fondazione Dolomiti Unesco – insistono Casanova e Gazzola – perché non stia alla finestra, come spettatrice inerme, ad osservare gli scempi ambientali che si stanno programmando.
La Fondazione non è neutra ma l’Unesco pretende che sia di parte. Dalla parte giusta, ovviamente».Per MW, quindi, stop ad ogni altro progetto di impiantistica e puntuale, certosina, verifica delle opere programmate. «Non lasceremo passare in nessun modo – anticipano Casanova e Gazzola – i tentativi, a volte subdoli, di aggirare gli ostacoli rappresentati, fortunatamente, dai vincoli ambientali.
Sindaci ed operatori turistici sappiano, in altre parole, che avranno la vita dura».
Francesco Dal Mas