Coltrondo, 55 milioni per la galleria

Dal Corriere delle Alpi dell’1 dicembre 2016 –

Santo Stefano. Vinta una lunga battaglia: l’opera è stata inserita tra quelle finanziate dal ministero; esulta il sindaco Buzzo
Coltrondo, ecco 55 milioni per la galleria

SANTO STEFANO Eccoli, finalmente: 55 milioni di euro per la galleria di Coltrondo, in comune di Santo Stefano: quella che passerà sotto la montagna marcia, franata a suo tempo sulla statale 52 Carnica, bloccandola per lungo tempo, nell’autunno 2014. Li ha stanziati il Cipe che ieri ha approvato il Piano operativo FSC 2014-2020 da 11,5 miliardi di opere pubbliche di competenza del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che dà attuazione con specifici interventi alla delibera del Cipe del 10 agosto. «Un piano robusto», commenta il titolare del dicastero, Graziano Delrio, «per migliorare la rete stradale e ferroviaria, favorendo l’accessibilità ai territori e all’Europa, superando le strozzature nella rete, con particolare riferimento alla mobilità nei nodi e nelle aree urbane. Contribuiamo così alla messa in sicurezza del patrimonio infrastrutturale per strade, ferrovie nazionali e regionali e con il piano per la sicurezza delle dighe. Forte impegno anche per la mobilità sostenibile con il Piano metropolitane e risorse per il rinnovo del materiale nel trasporto pubblico locale». Tra le opere prioritarie del Veneto rientra, appunto, il tunnel di Coltrondo, che la Regione aveva approvato l’anno scorso, all’inizio del 2015, come priorità assoluta del Veneto. In questi anni Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano, non ha perso un’occasione per sollecitare l’opera. All’ultima missiva scritta all’Anas ha risposto rapidamente il presidente Armani dicendo, il mese scorso, che il suo ente cercava lo stanziamento e nel frattempo proseguiva lo studio progettuale. Si sa che il progetto sarà pronto nel 2018, dopo le verifiche in corso sulla tenuta della montagna. Nel 2019 «l’opera sarà cantierabile», come ha scritto lo stesso Armani. Ci vorranno, a quel punto, almeno due anni, più probabilmente tre, per forare Coltrondo per un chilometro e 700 metri. La galleria, quindi, sarà pronta non prima del 2022. E nel frattempo? Proprio l’altro ieri il sindaco Buzzo ha raccomandato all’Anas in pubblico, ancora una volta, che sia finalmente realizzato il prolungamento della galleria paramassi, sulla statale 52, allungandola di 70 metri da una parte e di 30 dall’altra. «Speriamo che il cantiere parta la prossima primavera in modo che l’opera sia pronta entro l’anno scolastico 2017/2018», sospira il sindaco Buzzo. Ma tanti bellunesi, i sindaci in prima istanza, ricordano che l’anno scorso, in primavera, l’allora ministro delle infrastrutture salì a Belluno con i dirigenti Anas per promettere che la paramassi si sarebbe palesata, in tutta la sua completezza, per l’avvio dell’anno scolastico 2015/2017. «L’importante è che le risorse siano state finalmente recuperate. Questa è la garanzia più attesa che aspettavamo», commenta, soddisfatta, Alessandra Buzzo, «da adesso in avanti ricomincerà la battaglia per affrettare la paramassi. E per accompagnare la progettazione della galleria». Francesco Dal Mas

Dal Corriere delle Alpi del 3 dicembre 2016 –

Lettere e proteste in piazza per attirare le attenzioni di Regione e Governo
La mobilitazione del Comelico

SANTO STEFANO DI CADORE In Comelico tutti ricordano ancora gli eventi franosi del 9 agosto e del novembre 2014 che avevano bloccato la statale “Carnica” all’ingresso dell’abitato di Santo Stefano di Cadore e porta d’accesso all’intera val Comelico e Sappada. Pesantissimi i danni economici e pratici alla popolazione. È datata 4 settembre 2014 la prima corrispondenza tra alessandra Buzzo e il governatore Luca Zaia: il sindaco chiedeva l’aggiornamento delle linee di indirizzo della Regione con l’inserimento della galleria di Coltrondo. La sollecitazione viene ripetuta il 14 novembre, dopo la nuova emergenza, da parte di tutti i sindaci del Comelico e del Cadore e dei rappresentanti di altre istituzioni. Dieci giorni dopo parte l’assalto all’Anas, ai parlamentari bellunesi, ancora a Zaia. E dal 27 novembre, mail quotidiana al governatore con la richiesta di inserimento di Coltrondo nelle linee di indirizzo degli investimenti della Regione. La mobilitazione è generale. Zaia incontra anche gli amministratori del Comelico e il 27 gennaio si formalizza l’inserimento da parte della Regione della Galleria di Coltrondo come prima priorità infrastrutturale. Passa una settimana e Buzzo scrive a Renzi, al ministro Lupi, all’Anas di nuovo. In marzo Lupi sale a Belluno e assicura il paramassi per il mese di ottobre, ma subito dopo si dimette. È del 14 aprile la prima sollecitazione di Buzzo a chi lo sostituisce, il ministro Delrio. Le missive si susseguono, senza soluzione di continuità. Tra le ultime l’assicurazione da parte del presidente dell’Anas Armani, che garantisce l’appaltabilità dell’opera nel 2019. E come non ricordare la grande festa in piazza di fine novembre 2014, durante la quale, al motto di “Forza Comelico”, tutta la valle si mette in gioco per sollecitare una soluzione definitiva alla precaria viabilità d’ingresso e d’uscita? E gli alpini e i volontari della protezione civile, che al freddo e al gelo vegliano sulla transitabilità di Bus de Val, oltre che sul passo Sant’Antonio? È anche a seguito di questa mobilitazione che si accende l’attenzione del governo sul Comelico per inserirlo nella strategia delle cosiddette Aree interne. Proprio l’altro ieri il sindaco Buzzo ha partecipato a un vertice a Roma. Nelle prime settimanale del nuovo anno arriverà una delegazione da Roma per mettere a punto definitivamente il programma di opere e iniziative da portare a termine entro il 2023, con un primo contributo di 3 milioni e mezzo di euro. L’obiettivo? Fare del Comelico la valle del bene-stare.(f.d.m.)

 

Dal Corriere delle Alpi del 3 dicembre 2016

Il segreto del successo del sindaco di S. Stefano: «Non ho mai mollato la presa
Grande determinazione, ma senza mancare di rispetto ai miei interlocutori»
Ricetta Buzzo: «Li abbiamo presi per sfinimento»

SANTO STEFANO DI CADORE “Metodo Coltrondo”. È il conio di mons. Diego Soravia, arcidiacono del Cadore. Alessandra Buzzo, sindaco di Santo Stefano, “la pasionaria” come la chiamano in valle, non dimenticherà mai quella mattina, illuminata da uno splendido sole, in cui monsignor Soravia, alla posa della prima pietra del Pronto soccorso dell’ospedale di Pieve di Cadore, intitolato a Giovanni Paolo II, raccomandò al presidente della Regione, Luca Zaia, «velocità per Coltrondo, perché», disse, «vorrei esserci all’inizio e alla conclusione dei lavori». «L’arcidiacono in quella circostanza aveva simpaticamente denominato il mio impegno come “metodo Coltrondo”», dice sorridendo il sindaco Buzzo. Ossia? «Li prendiamo per sfinimento». Ed è ciò che lei ha fatto? «Sì, con tutti. Senza badare ai ruoli e alle appartenenze. Ma rispettando la dignità di ciascuno. Determinazione sempre, ma senza alzare la voce. Senza offendere, senza criticare. Solo guardando al bene della collettività». Eppure la sua determinazione non ha lasciato scampo. «Penso sia una questione caratteriale, così come il senso del dovere e di responsabilità. Dovere di dare il meglio di noi stessi in ogni ambito, solo così si può lavorare per un mondo migliore in tutti i sensi». Un mondo migliore? Lei addirittura vorrebbe fare la volontaria tra i minori di villa San Francesco… «Sì, una straordinaria scuola di umanità. Fare la volontaria fa parte della mia formazione, l’ho sempre fatto e non potrei non farlo». Di nuovo anche con i profughi? «Certo, anche con loro. Vengono trattati da scarti di questa società, dice il Papa». Non ha nulla da rimproverarsi rispetto alla calorosa accoglienza dei primi richiedenti asilo a Santo Stefano di Cadore? «Io ho cercato di trasmettere a tutti, incominciando dai miei figli, il senso della condivisione (dividere-con), della solidarietà, ma anche della responsabilità e dell’impegno. Poi, se ci sono stati degli errori… l’importante è provvedere». Anche l’impegno per la galleria di Coltrondo va interpretato nel segno della condivisione? «Sì. Garantire la mobilità è un’opera di solidarietà. La carità, diceva Paolo VI, è la più nobile forma di politica. Ed oggi posso dire che Coltrondo è la dimostrazione che, se si crede in qualcosa e lo si persegue con grande tenacia e correttezza per il bene comune, obiettivi che sembrano impossibili sono invece alla nostra portata». Soltanto due anni d’impegno, mentre in altri casi sono necessari decenni per portare a casa contributi per le grandi opere. «Beh, intanto aspettiamo la conclusione dei lavori. Siamo solo al finanziamento. Già da adesso, comunque, comincio a ringraziare i miei collaboratori, il personaledel Comune, il geologo Pomarè». I politici no? «Certo. Tutti i parlamentari bellunesi, compreso il senatore Dalla Zuanna, il presidente Zaia e i suoi collaboratori, il ministro Delrio e De Menech che lo ha tallonato. I colleghi sindaci e le nostre genti. Posso dire che Coltrondo, se sarà realizzato, sarà grazie a questa tenace corrispondenza». E alle centinaia di magliette… «Sì, le magliette “Io ci sono. Forza Comelico” distribuite in tutto il mondo». Lei ringrazia il governatore Zaia e al tempo stesso il deputato De Menech e il ministro Del Rio. Il no e il sì, insieme. Ma lei voterà no, come coinsigliato dal Bard, il movimento di cui è a capo. «Gliel’ho spiegato a Roger, con tanta amicizia. Sono convinta che questa riforma non riuscirà a salvare la provincia». Lei si è candidata anche in Regione. Pensa di ritentare quell’avventura nel prossimo futuro? «Adesso pensiamo a Coltrondo». Ma, se tutto dovesse andare bene, il tunnel arriverà fra 5 anni. «Speriamo anche prima. E, in ogni caso, la prossima primavera l’Anas dovrà realizzare il prolungamento del paramassi». Qui siamo in ritardo, per la verità? «Pensi che l’allora ministro Lupi, a Belluno nella primavera 2015, ce la promise per l’inizio dell’anno scolastico 2015/2016».(f.d.m.)

 

Dal Gazzettino del 3 dicembre 2016 –

Soddisfatto De Menech: «Promessa mantenuta»
Coltrondo si farà: habemus 55 milioni di euro. Gaudium magnum per tutto il Comelico. La cifra necessaria alla realizzazione della galleria è finalmente realtà. Messa nero su bianco sul piano operativo Fsc (Fondo Sviluppo e Coesione) 2014-2020 licenziato giovedì sera dal Cipe, il Comitato Interministeriale per la programmazione economica. Il piano complessivo manda 170 milioni in Veneto, per realizzare opere infrastrutturali necessarie al territorio regionale. Di questi, 55 milioni Soddisfatto De Menech: «Promessa mantenuta»

Coltrondo si farà: habemus 55 milioni di euro. Gaudium magnum per tutto il Comelico. La cifra necessaria alla realizzazione della galleria è finalmente realtà. Messa nero su bianco sul piano operativo Fsc (Fondo Sviluppo e Coesione) 2014-2020 licenziato giovedì sera dal Cipe, il Comitato Interministeriale per la programmazione economica. Il piano complessivo manda 170 milioni in Veneto, per realizzare opere infrastrutturali necessarie al territorio regionale. Di questi, 55 milioni sono dedicati alla provincia di Belluno per la galleria di Coltrondo. Il piano Cipe era stato deliberato ancora il 10 agosto. Ma solo adesso c’è l’ufficialità con tutti i crismi. Che significa sospiro di sollievo per il Comelico, per Santo Stefano di Cadore e per la sua sindaca. Basta magliette con la scritta Forza Comelico!: Alessandra Buzzo ha girato la provincia e la regione per anni sostenendo la causa di Coltrondo, combattiva come non mai. Il motivo? La Statale 52 Carnica, spesso ostaggio delle frane e degli smottamenti. Non serve andare tanto indietro nel tempo per ritrovare il Comelico isolato dal resto del mondo a causa di una colata detritica sulla strada. Era il 2014 quando la viabilità rimase paralizzata per settimane e i residenti furono costretti ad utilizzare la bretella di Bus de Val, una stradina silvo-pastorale riadattata al transito dei mezzi in casi di emergenza. La soluzione però c’è. Ed è proprio la galleria. Una variante della 52 Carnica, tutta in galleria, che passerebbe dentro le viscere della montagna che frana. Il progetto è stato inserito tra le priorità della Regione Veneto ancora un anno fa. E a più riprese è stato sostenuto da tutto il Bellunese. Adesso, ci sono anche le risorse per realizzarlo. «Il Cipe ha sbloccato definitivamente 55 milioni di euro per realizzare il tunnel di Coltrondo – sottolinea Roger De Menech, deputato Pd -. Questo dimostra la volontà del Governo di attuare le aspettative dei territori. Mi sono sentito con il ministro delle infrastrutture Delrio: mi ha detto solo due parole, promessa mantenuta. Devo dire che è proprio così: abbiamo mantenuto la promessa». Adesso non resta che avviare il cantiere. Il cronoprogramma prevede un anno per la progettazione e tre anni di lavori. «Ne ho parlato con il presidente Anas, Armani – continua De Menech -. Nel 2018 il progetto dovrebbe essere completato. Poi ci saranno tre anni di lavori. Per il 2021 dovremmo avere l’opera finita, pronta per far transitare le prime automobili».
sono dedicati alla provincia di Belluno per la galleria di Coltrondo. Il piano Cipe era stato deliberato ancora il 10 agosto. Ma solo adesso c’è l’ufficialità con tutti i crismi. Che significa sospiro di sollievo per il Comelico, per Santo Stefano di Cadore e per la sua sindaca. Basta magliette con la scritta Forza Comelico!: Alessandra Buzzo ha girato la provincia e la regione per anni sostenendo la causa di Coltrondo, combattiva come non mai. Il motivo? La Statale 52 Carnica, spesso ostaggio delle frane e degli smottamenti. Non serve andare tanto indietro nel tempo per ritrovare il Comelico isolato dal resto del mondo a causa di una colata detritica sulla strada. Era il 2014 quando la viabilità rimase paralizzata per settimane e i residenti furono costretti ad utilizzare la bretella di Bus de Val, una stradina silvo-pastorale riadattata al transito dei mezzi in casi di emergenza. La soluzione però c’è. Ed è proprio la galleria. Una variante della 52 Carnica, tutta in galleria, che passerebbe dentro le viscere della montagna che frana. Il progetto è stato inserito tra le priorità della Regione Veneto ancora un anno fa. E a più riprese è stato sostenuto da tutto il Bellunese. Adesso, ci sono anche le risorse per realizzarlo. «Il Cipe ha sbloccato definitivamente 55 milioni di euro per realizzare il tunnel di Coltrondo – sottolinea Roger De Menech, deputato Pd -. Questo dimostra la volontà del Governo di attuare le aspettative dei territori. Mi sono sentito con il ministro delle infrastrutture Delrio: mi ha detto solo due parole, promessa mantenuta. Devo dire che è proprio così: abbiamo mantenuto la promessa». Adesso non resta che avviare il cantiere. Il cronoprogramma prevede un anno per la progettazione e tre anni di lavori. «Ne ho parlato con il presidente Anas, Armani – continua De Menech -. Nel 2018 il progetto dovrebbe essere completato. Poi ci saranno tre anni di lavori. Per il 2021 dovremmo avere l’opera finita, pronta per far transitare le prime automobili».

Damiano Tormen