Comelico-Pusteria “Ecco perché dico no al progetto”, lettera al Gazzettino
Pubblicato on 1/Dic/2019 in NewsGazzettino 5 maggio 2019, lettera al Direttore
Comelico-Pusteria Ecco perché dico no al progetto
Sono una comeliana vissuta a lungo nel trevigiano e ritornata stabilmente da 7 anni nella casa natale, senza aver mai perso i contatti affettivi, linguistici e culturali con le mie origini, di cui sono molto orgogliosa.
Son una pensionata che abita nel Comelico “di sotto”, dove sono tornata a vivere e a condividere con i miei compaesani tutti i problemi della vita quotidiana. Non sono un’ambientalista da salotto, infatti sono iscritta al CAI dal ‘64 e ho percorso con mio marito tutte le nostre montagne e tanto altro ancora. Ho letto sul GOGNA blog, retto da Alessandro Gogna, un grande alpinista (credo che molto spesso gli Ambientalisti siano anche Alpinisti, spesso grandissimi) quanto scritto su “Comelico, un territorio in svendita” di Giancarlo Gazzola e “LA PROPOSTA DI MW”.
Sottoscrivo totalmente quanto scritto nei due documenti, e consiglio a chi fosse interessato a conoscerli di accedere via internet al blog stesso. Al modello di sviluppo che punta sulle piste di discesa in Comelico Superiore io non ci sto! Mi ritrovo nelle parole di quanti si sono espressi in modo altrettanto contrario a tale progetto, con analisi intelligente e argomentazioni valide. Trovo, invece, le risposte di colore che son favorevoli al progetto abbastanza qualunquiste, come se ripetessero degli slogan, vuote di contenuti che non siano quelli legati alla speranza che dall’altra parte del Passo venga qualcuno a salvare il Comelico. Ma perché tante buone teste (e ce ne sono) non hanno maggior consapevolezza delle proprie capacità e maggior amore per la propria terra, tanto da impegnarsi perché non vada sprecata la nostra vera ricchezza?
Non sembra esserci da parte dei comeliani che scrivono sulle lenzuola “Lasciateci restare, sì al collegamento”, un minimo di orgoglio culturale della nostra identità e, direi, biodiversità? Ma quanti di loro veramente troverebbero lavoro in questo indotto? Ci hanno pensato? E se si accorgessero di aver sprecato i nostri tesori ambientali trovandoci poi con un ben misero risultato economico? Se non ci sarà un cambio di rotta sarà un’altra occasione per far dire a tanti nostri giovani che non vale la pena studiare, tanti i soldi possono arrivare d questo lavoro al “servizio” degli impianti e del loro indotti, così come è accaduto con le fabbriche di occhiali.
E’ molto più facile e semplice lavorare sotto padrone: non occorre assumersi alcuna responsabilità personale, non occorre mettere in gioco la propria creatività. Sembra mancare una capacità imprenditoriale, per prima cosa di se stessi, la capacità di differenziarsi nella qualità, non nella quantità. Solo così possono emergere ii “piccoli”, con coraggio, con progetti originali e ben studiati, frutto della creatività dei nostri giovani (e meno giovani) più capaci e preparati, ai quali l’Europa e chi per essa possono dare sostegno economico. Possibile che i soldi che Comelico Superiore intende investire nelle piste non possano essere impiegati in progetti nati in Comelico e funzionali al suo sviluppo turistico più sostenibile e rispettoso dell’ambiente? Se i cittadini del Comelico pensano che le piste risolveranno i loro problemi, ho paura che si illudano fortemente, per tutte le ragioni esposte nelle relazioni di MW e di Gazzola.
Noi dobbiamo attirare in Comelico un turismo “di qualità”, offrendo tutto quello che di autenticamente nostro resta ancor intatto in questa terra bellissima. A quanto già detto da MW, aggiungerei anche l’Arte (architettura, con chiese e palazzi storici di grande rilievo, e poi pittura, scultura…) e Musei etnografici dinamici e attivissimi, come quello di Costalta, dove si è sviluppato un Albergo Diffuso che funziona egregiamente, o a Dosoledo, sempre pronto a promuovere cultura. Purtroppo l’identità culturale che forma le nostre radici si è persa quando tutti si sono buttati nel settore degli occhiali, dimenticando il Territorio.
E il CAI dov’è? Non fa parte del propri ruolo statutario la tutela del patrimonio ambientale e la salvaguardia della sua integrità? Mi auguro che ci possano essere ancora altri incontri fra le parti e che si arrivi a una scelta più saggia ed equilibrata, tutta a vantaggio della nostra meravigliosa valle. Tutta intera. Il Comelico avrebbe un numero di abitanti idoneo a formare un unico Comune, altro che divisioni campanilistiche, altro che ancora Superiore e Inferiore! Io preferisco, come si dice nella nostra parlata, Comélego d sora, Comélego d sote, come semplice indicazione geografica!
Paola Cesco Frare, Comelico