Commento di Toni Sirena sulla Venezia-Monaco e post di Piero Sommavilla

Con riferimento all’articolo a firma Francesco Jori pubblicato sul Corriere delle Alpi del 15 dicembre 2020 dal titolo “Venezia-Monaco, mezzo secolo sognando l’asse con la Baviera” , si riporta qui di seguito il commento di Toni Sirena:

A volte ritorna. Parliamo del progetto, sempre dato per resuscitato e sempre riaffondato un anno sì e l’altro anche, dell’autostrada Venezia-Monaco che Francesco Jori (oggi sui quotidiani veneti ex Finegil) definisce “l’incompiuta” (ma incompiuta per chi?).

La novità starebbe nel fatto che sono cambiate le maggioranze politiche in Trentino, in Alto Adige e pure in Austria che dunque sarebbero ora disposte a riprenderlo in mano. Un’autostrada che, scrive Jori, “ai veneti piace, eccome”. Ma quali veneti? Anche a quelli della provincia di Belluno, ormai rinchiusi in una riserva indiana senza voce in capitolo? Di sicuro piace agli “altri veneti”, e soprattutto ai trentini e altoatesini, la cui autostrada, come dice Jori, è intasatissima dai Tir.

A loro sì che piace, “eccome”. La Venezia-Monaco risolverebbe i loro problemi, scaricando il traffico da un’altra parte, su una direttrice più breve.

Ma perché le Dolomiti Bellunesi dovrebbero essere a loro volta intasate, asfissiate, traforate, gasate per qualcosa che porterebbe solo benefici ad altri territori (compresi gli “altri” veneti) e solo danni alla montagna?

Piero Sommavilla a seguito del post di Sirena:

“Si potrebbe obiettare, carissimo Toni, che il “Bene Comune” (quello di tutti, esclusi i bellunesi) giustificherebbe il “Male Locale” (quello dei bellunesi). Il fatto è che un’altra autostrada non farebbe altro che aumentare i danni globali (il “Male Comune”, quello di tutti, compresi stavolta i bellunesi) connaturati con un modello di sviluppo che ha mostrato, a chi vuole vedere, tutti i suoi limiti. Incentivare ulteriormente i traffici, soprattutto quelli non necessari, è una componente del consumismo globale che sta distruggendo la vita del pianeta (e la specie umana, in sottordine).”