Cortina: l’abitato di Alverà è a posto, i dintorni no

Dal Corriere delle Alpi del 22 agosto 2017

Al di fuori della frazione il materiale da portare via è ancora tanto: nonostante gli sforzi, ci vorranno mesi per pulire tutto

Alverà: l’abitato è a posto, i dintorni no

CORTINA Si continua a lavorare sia a Rio Gere, sia a Lago Scin e sia nell’abitato di Alverà. Gli operai, con l’aiuto degli scavatori, tolgono in continuo i massi e la ghiaia che si sono accumulati dalla frana scesa dal Cristallo nella notte fra il 4 ed il 5 agosto.Una mole immensa di materiale che ha fatto esondare i torrenti Bigontina e Rio Gere.Vengono continuamente caricati grandi camion di materiale, che viene poi scaricato ad Acquabona, sul piazzale davanti all’ex colonia Ancillotto, e sul passo Tre Croci, entrambi siti delle Regole d’Ampezzo.Anche i privati continuano a pulire le loro case e le loro attività.

Al Lago Scin, l’omonimo ristornate gestito dallo chef Carlo Festini e dalla moglie Patrizia Barbato è completamente distrutto. È stato svuotato di tutto e ora ci si avvia a iniziare il ripristino. La stessa situazione si ha nella bottega artigianale del vetraio Pio Alverà, dove i pochi oggetti che si sono salvati dal disastro vengono ancora venduti al 50% di sconto.Nell’abitato di Alverà, il torrente Bigontina non fa più paura. Sono stati ricostruiti gli argini e le pachere sono al lavoro per sistemare le parti esterne all’alveo del fiume. Sopra l’abitato c’è invece ancora tanto materiale da asportare.

Ci vorranno mesi, ammettono gli operai. A Rio Gere, dove da sabato ha riaperto la seggiovia quadriposto che porta a Son Forca, per esempio ancora non si trova l’escavatore che era parcheggiato a bordo della pista da sci. Gli operai ieri hanno recuperato quel che resta della benna del mezzo a circa 5 chilometri di distanza da dove era parcheggiato.«Il ritrovamento della nostra benna», ammette Enrico Ghezze, amministratore di Cortina Cube, la società che gestisce le ski aree di Cristallo, Faloria e Mietres, «fa capire la potenza immensa che ha avuto la frana. L’escavatore era a bordo pista, dove abitualmente teniamo 3 mezzi sempre pronti ad intervenire qualora il ghiaione si muova. La benna è stata trovata al ponte di Alverà, è scesa da quota 1850 metri a quota 1350, facendo in pochi attimi 500 metri di dislivello e circa 5 chilometri di tragitto. Il resto dell’escavatore è ancora sepolto e a questo punto potrebbe essere ovunque».

Domenica, davanti alla chiesa di Santa Giuliana, luogo simbolo di Alverà, il parroco decano don Paolo Arnoldo ha voluto celebrare una messa ad intenzione. I cittadini si sono riuniti sul sagrato a pregare.Hanno addobbato la chiesa al meglio: con decorazioni create da alcuni residenti e una orchidea regalata dalla famiglia Catturani, che nella frana ha perso Carla, la dottoressa che viveva in Alverà.

Restano attivi i tre punti di monitoraggio visivo: uno a Rio Gere, uno a Lago Scin e uno nella frazione di Alverà. Al minimo movimento della colata gli addetti al monitoraggio fanno scattare l’allarme via radio e i cittadini vengono avvisati con le sirene dei mezzi di soccorso. Se i cittadini sentiranno le sirene dovranno spostarsi ai piani alti, se potranno; in caso contrario dovranno restare in casa, chiudendo gli infissi se non hanno la possibilità di salire ai piani alti.Non devono però assolutamente uscire di casa.Immediatamente scatterà la macchina dei soccorsi.

Continuano anche le iniziative di solidarietà per raccogliere fondi da destinare alle famiglie che hanno subito danni. Domenica 13 sono stati raccolti in basilica parrocchiale 7.448,18 euro e alla Difesa 3.500 euro per aiutare Alverà. Sono già stati devoluti nell’apposito conto corrente aperto in Cassa Rurale, assieme ad altre offerte attinte dalla Caritas parrocchiale per un totale di 23. 500 euro.

Alessandra Segafreddo