Proiezione docu-film “Dove nuotano i caprioli”, 14 luglio, parco di Vallesella, nell’ambito di “Aspettando Boschi di Carta”

RINVIATA A DATA DA DESTINARSI CAUSA MALTEMPO

 

Al via la V edizione di Boschi di Carta, Festival di editoria in montagna in programma da venerdì 16 a domenica 18 luglio 2021, in Piazza Tiziano a Pieve di Cadore, organizzato dalla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore e da Kellermann Editore, con la collaborazione del Comune di Pieve di Cadore e della Magnifica Comunità di Cadore, nell’ambito  dell’Estate Tizianesca 2021.     Scarica il programma

Mercoledì  14 luglio, nella cornice en plein air del parco di Vallesella di Cadore, si terrà “Aspettando Boschi di Carta”, primo appuntamento anticipatorio del festival.
I
n quest’occasione verrà proiettato in anteprima il documentario di ricerca “Dove Nuotano i caprioli” di Maria Conte, prodotto dall’associazione culturale Gooliver di Padova.

Interverranno l’autrice Maria Conte, Mauro Varotto dell’Università di Padova e alcuni dei protagonisti.

Il film intende evocare alcune storie e suggestioni legate alle acque cadorine, elemento fondamentale che ha plasmato, oltre alle forme del paesaggio, la vita delle comunità.

A metà del secolo scorso, l’acqua viene promossa come “operaia” in prima linea nell’industria idroelettrica, che riveste un ruolo strategico per lo sviluppo e la modernizzazione del Paese. Il documentario raccoglie alcune narrazioni e memorie “dietro e attorno” a questo arruolamento, in primis quelle relative a Vallesella di Cadore: nel 1950, in località Sottocastello, la Sade sbarra il Piave, realizzando un serbatoio di 67 milioni di metri cubi, destinato alla produzione di energia elettrica. Vallesella diventa l’abitato più vicino al lago, proprio sulle sponde. Sorge su un terreno di formazioni gessose, permeabili, che mal sopporta la pressione di una tale massa d’acqua. Fin da subito si manifestano dissesti idrogeologici che portano a fessurazioni, lesioni, voragini nell’abitato. E’ l’inizio di una vicenda umana e giudiziaria travagliata, che porterà allo sgretolamento del paese non solo in senso fisico, ma anche simbolico e relazionale. Il racconto allarga poi lo sguardo sul paesaggio idroelettrico attuale, dal lago-serbatoio di Centro Cadore alla Val Talagona, indagandone le percezioni e osservandone nuove forme d’uso e di “addomesticamento”, suggerendo relazioni su scale diverse.

Racconta Maria: “ciò che mi interessa è rivolgere lo sguardo (e l’orecchio) verso tematiche ambientali, sociali e antropologiche attraverso lo strumento della fotografia e dell’audiovisivo, con particolare interesse verso la relazione tra uomo e territorio. Dalla prima volta in cui sono capitata a Vallesella ho avvertito forte il senso di perdita e amarezza per “un paese che non c’è più, non ha più un’anima” e il desiderio, da parte di alcuni abitanti, di far conoscere le vicende accadute. Ancora in pochi, al di fuori della valle, conoscono questa storia. Considerando la partecipazione emotiva che tuttora persiste negli abitanti, mi sembrava interessante – e in un certo senso dovuto, essendomi avvicinata ai loro racconti e avendone accolto emozione e corposità – creare un’occasione per far sentire queste voci e queste storie.”

Il documentario è concepito come un lavoro corale, ispirato alle esperienze di shared anthropology e public geography: un’occasione per fare ricerca “con” e “per” gli attori del territorio, con cui portare avanti confronti e scambi. Attraverso testimonianze, documenti, foto e video d’archivio, disegni e mappe, la ricerca si addentra nelle trasformazioni del paesaggio visibile e di quello invisibile e nelle pieghe di una storia – passata ma attualissima – di una valle e una comunità di montagna, al fine di raccoglierne la memoria e intrecciarla con visioni future, stimolando una riflessione sul senso dei luoghi, sul valore dell’acqua e sui modelli di sviluppo della montagna passati e presenti.

Il lavoro è legato a una ricerca condotta nell’ambito della tesi magistrale in Antropologia culturale all’Università Ca’ Foscari di Venezia, in collaborazione con il Museo di Geografia e il Dipartimento di Scienze storiche, geografiche e dell’antichità dell’Università di Padova ed è stato realizzato con il contributo del Comitato Scientifico CAI – Gruppo Terre Alte, Unione Montana, BIM Piave, Comune di Domegge di Cadore e il sostegno di Thema Optical e Passuello. Patrocinano la Magnifica Comunità di Cadore, Provincia di Belluno, Istituto Bellunese di Ricerche sociali e culturali, Associazione Tina Merlin, Fondazione Angelini e Watermuseums Global Network.

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