Due giorni di maltempo hanno messo in ginocchio la provincia
Pubblicato on 9/Ago/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del l’8 agosto 2017
Due giorni di maltempo hanno messo in ginocchio la provincia
BELLUNO. Un disastro. Frane, due morti, trombe d’aria, decine di case piene di fango nella notte fra venerdì e sabato a Cortina, una decina scoperchiate domenica in mezz’ora da incubo. Linee elettriche saltate ovunque, decine e decine di alberi finiti sulle strade e interi boschi abbattuti. Non c’è paese che non sia stato colpito.
Ma i bellunesi non si sono abbattuti e si sono messi subito all’opera. Dai volontari che da tre giorni scavano ad Alverà, agli operai dei Comuni, dai cittadini, alla protezione civile, ai vigili del fuoco che da domenica sono impegnati dal Feltrino a Sappada per riparare i danni, riattivare le linee elettriche, riaprire le strade. Dopo il terribile sabato, anche il bilancio di due ore di maltempo di domenica è impressionante.
Oltre una decina le case scoperchiate dal vento, in tutta la provincia. Decine gli alberi caduti. Allo stadio di Longarone il materasso per il salto in alto è volato e si è abbattuto contro la porta del campo di calcio: l’ha demolita. Sempre a Longarone il vento ha rotto il vetro di una finestra del municipio, che è stata scardinata dai supporti. A Sospirolo alberi si sono abbattuti sulla festa a Pra de la Melia, ma il tendone (fisso) ha retto. C’erano seicento persone. A Marziai (Lentiai) è completamente distrutto il Parco Oasi Le Cressi. Si trovava alla festa Giuseppe Vergerio, che è stato colpito da una pianta ed è morto una volta portato in ospedale.
Alla fine gli interventi sono stati oltre un centinaio: i Vigili del fuoco hanno operato in mezza provincia, dal basso Feltrino all’Agordino, passando per Feltre, Lentiai, Mel, Santa Giustina, Sedico, Sospirolo, Cesiomaggiore, San Gregorio. Il maltempo ha colpito anche in Agordino: a Vallada, Agordo, Voltago, Canale, Gosaldo, La Valle e Cencenighe. Danni anche in Cadore, soprattutto a Perarolo e Caralte, a Longarone, e poi a Vigo, Domegge, Lorenzago, Pieve, Calalzo e in Val di Zoldo, Comelico. Il personale a riposo è stato richiamato in servizio, sono stati impiegati tutti i vigili volontari a disposizione.
Moltissimi i blackout. Domenica sono rimasti a lungo senza corrente i cittadini di Canale, Lamon, Vallada, Vodo, Pieve di Cadore, Danta, Borca, Sospirolo. Alle Torbe la corrente è stata ripristinata solo ieri mattina, ma grazie ad un generatore: un cavo dell’alta tensione di Enel è caduto al suolo, vicino alle case. Le scintille hanno provocato un principio di incendio, che si è estinto sul nascere ma ha generato molta preoccupazione nei residenti. L’area è stata interdetta al passaggio di mezzi e persone. Anche a Danta c’è stata un’interruzione dell’energia elettrica, per un albero caduto sui cavi in mezzo ad un bosco. Corrente che andava e veniva, domenica, anche a Sappada.
I blackout sono continuati ieri: il personale di Enel ha operato a Navasa (Limana), Sospirolo, Cortina e a Sappada, dove ieri mattina ha preso fuoco una scatola di derivazione. In Borgata Bach sono rimaste senza energia elettrica numerose utenze, domestiche e non, con tutti i disagi del caso. Moltissime anche le case scoperchiate: sono quattro solo a Caralte. Qui un tetto in lamiera è volato in mezzo alle abitazioni e ieri i vigili del fuoco hanno lavorato ore per mettere in sicurezza l’edificio. Case scoperchiate anche a Pieve e Tai, a Laggio e Vigo, e non si contano i fienili che hanno subito danni alle coperture. In strada sono volate moltissime tegole, che sono state rimosse con un lungo lavoro, iniziato domenica e continuato per tutta la giornata di ieri.
Per quanto riguarda i Vigili del fuoco, il report parla di 79 interventi in cinque ore (dalle 14 alle 19), la maggior parte dei quali per rimuovere alberi caduti sulla strada. Una ventina le chiamate per tegole pericolanti, camini ribaltati, parabole e antenne che si stavano staccando dai tetti per la furia del vento. Nessuna casa, comunque, presenta situazioni di dissesto: non è stato necessario evacuare alcuna famiglia.
Ma adesso bisogna contare i danni. Che sono moltissimi: ci sono tetti da riparare, alberi da tagliare, proprietà da sistemare. I bellunesi anche stavolta hanno reagito come sanno, prendendo in mano gli attrezzi e lavorando.