Elettrodotto Terna, i comitati «Ora basta guerre fra i sindaci»
Pubblicato on 29/Lug/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 28 luglio 2017
I cittadini auspicano che gli amministratori si uniscano per chiedere la riprogettazione dell’intervento
«Troppe prescrizioni, si concerta da quindici anni e il Mibac definisce i tralicci inaccettabili. Si interri»
Elettrodotto Terna, i comitati «Ora basta guerre fra i sindaci»
BELLUNO È come aver segnato un gol in finale di Champion’s league, sul risultato di zero a zero, a dieci minuti dalla fine. Si sentono così, i rappresentanti dei Comitati civici della Valbelluna, dopo il parere negativo del ministero dei Beni culturali sull’elettrodotto Terna.
Si festeggia il gol segnato, ma con l’amara consapevolezza che «questa non è una vittoria. È una sconfitta per il Bellunese, perché da quindici anni si discute della sistemazione delle linee elettriche in Valbelluna. Se i cavi e i tralicci sono ancora al loro posto non è colpa nostra, ma di amministratori che non hanno saputo concertare il miglior progetto per il Bellunese», ha detto ieri Gianni Pastella, portavoce del gruppo di cittadini di Belluno, Limana, Ponte nelle Alpi, Andreane, Levego, Sagrogna, Castion.
«Ponte nelle Alpi e Soverzene hanno criticità da risolvere, ma non con un progetto obsoleto e fuori dal tempo. Lo dice lo stesso Ministero, che Terna deve trovare le soluzioni tecniche per interrare le linee. Anzi, il Ministero va oltre: dice che mettere i tralicci è inaccettabile.
Forse chi ha accettato quest’opera dovrebbe farsi qualche domanda. Inoltre il Mibac dichiara che la tutela dei valori del paesaggio non può essere subordinata ad altri valori, ivi compresi quelli economici». Interrare costa di più? Non può essere un problema, se in gioco c’è la difesa di un paesaggio tutelato. «Un progetto di sistemazione delle reti elettriche nel Bellunese va fatto, e in fretta, ma usando le tecnologie adeguate», ha aggiunto Pastella. «Il progetto presentato da Terna è stato bocciato dal Mibac; approvato dal ministero dell’Ambiente ma con moltissime prescrizioni; anche la Via regionale ha messo molte prescrizioni e la Regione ha chiesto la riprogettazione.
A questo punto basta: si smetta di tentare di risolvere una criticità creandone altre. Si riprenda in mano l’intera opera e la si rifaccia. In tre anni risolveremmo i problemi di tutti i territori». Pastella ha lanciato un invito anche alla Provincia, a prendere una posizione (mai pervenuta): «Vogliamo costruire il nostro futuro sul turismo e accettiamo un progetto che mette i tralicci di fronte alle montagne più belle del mondo?», ha concluso. «Continuiamo ad avere sindaci che guardano solo i problemi dei loro comuni. In Riviera del Brenta gli amministratori di sette comuni (di colori politici diversi) si sono uniti pretendendo l’interramento della linea Dolo – Camin, i nostri si fanno la guerra fra loro».
Esempio ricordato anche da Giovanni Campeol, il tecnico che sta seguendo la battaglia fra Padova e Venezia e che si è occupato anche della razionalizzazione in Valbelluna: «Terna progetta in modo incompatibile con l’ambiente e non se ne comprende la ragione visto che ha le conoscenze e le competenze per fare buoni progetti. È la stessa società a promuovere sul suo sito ufficiale l’interramento.
Inoltre guardando ai costi complessivi alla fine interrare costa meno che costruire una linea in aereo». La razionalizzazione in Valbelluna ora è a un punto di svolta, ha concluso Pastella: «Siamo orgogliosi che sia stato recepito quello che abbiamo sempre chiesto, come cittadini. Ora attendiamo si pronunci il consiglio dei Ministri, ma il Veneto intero dovrebbe muoversi compatto per pretendere l’interramento di tutte le linee oggetto di una sistemazione».