Il fotovoltaico e la colpevole ignoranza sul valore del suolo

IL FOTOVOLTAICO VA INSTALLATO SU SUPERFICI CHE NON FORNISCONO PIÙ SERVIZI ECOSISTEMICI.

di Schiavon Dante
13 dicembre 2022

La “compatibilità acuta” da “rinnovalismo” suggella la colpevole ignoranza sul valore del suolo da parte dei partiti e dei vertici di Legambiente e WWF

Solo considerando i tetti degli edifici (circa 3 500 chilometri quadrati in Italia al di fuori dei centri urbani), ISPRA stima che quelli dove sarebbe possibile installare nuovi impianti siano compresi tra i 700 e i 900, escludendo le aree non utilizzabili e assicurando le distanze necessarie alla manutenzione, con una potenza variabile dai 66 agli 86 gigawatt. A questa potenza si potrebbe aggiungere quella installabile in aree di parcheggio, in corrispondenza di alcune infrastrutture, in aree dismesse o in altre aree impermeabilizzate, senza aumentare il consumo di suolo. Anche ipotizzando che sul 10% dei tetti sia già installato un impianto, si può concludere che ci sarebbe una potenza fotovoltaica potenzialmente compresa fra 59 e 77 gigawatt, un quantitativo sufficiente, secondo il GSE, a coprire il doppio di quanto previsto dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), che individua per il fotovoltaico un obiettivo di circa 52 gigawatt installati al 2030, cioè 30 in più dell’attuale livello (22 gigawatt).

I CITTADINI, I VOLONTARI DELLE MAGGIORI ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE (QUELLI CHE SI FANNO IL MAZZO NEI LUOGHI SOTTO ATTACCO DAL VANDALISMO 4.0) FACCIANO SENTIRE LA LORO VOCE E IL PESO DELLA LORO TESSERA ASSOCIATIVA.

“Il suolo non ha voce. Subisce in silenzio. Muore senza rantolii. Soffre senza gemere. La sua unica possibilità di dire qualcosa è affidata a noi, alle nostre parole, alla nostra denuncia, al nostro sguardo compassionevole, al nostro attivismo ecologico, al nostro lavoro di restituzione dei significati giusti a quei concetti che altri manomettono per propria avidità e comodità. Rompiamo noi il mutismo della terra dolente dandole voce, per dire che il suolo è un ecosistema vivente e non solo una merce utile a un qualche bisogno; che il suolo è uno spessore e non una squallida estensione; che è vivo e non è cosa morta; che non è rinnovabile né resiliente; che non ha bisogno del nostro avido concetto di valorizzazione perché è valore generoso già di per sé. Ognuno di noi ha una voce per dare voce al suolo salvandolo: usiamola.” (Paolo Pileri)

Rinnovabili..e tutto il resto vada a farsi fottere.