Il Consiglio cancella l’addizionale Irpef per la Pedemontana

Dal Corriere delle Alpi del 18 luglio 2107

L’aula accoglie la richiesta di Zaia, contraria l’opposizione
La speaker Rizzotto striglia i consiglieri leghisti assenteisti

Il Consiglio cancella l’addizionale Irpef per la Pedemontana

VENEZIA Cala il sipario sull’addizionale Irpef destinata a finanziare il completamento della Pedemontana Veneta. L’imposta sui redditi annuali superiori ai 28 mila euro, avrebbe dovuto entrare in vigore il primo gennaio prossimo ma in serata, raccogliendo l’invito di Luca Zaia, il Consiglio regionale l’ha cancellata a fronte del ripensamento del governatore che, rifatti conti, ha scelto di reperire i 300 milioni necessari a scongiurare la paralisi dei cantieri attraverso l’accensione di un mutuo.

La scelta dell’assemblea, sancita dalla maggioranza Lega-centrodestra, ha richiesto una più articolata manovra di bilancio, circostanza che ha indotto l’opposizione a esprimere voto contrario.Così il Pd – per voce di Stefano Fracasso, Graziano Azzalin, Andrea Zanoni e Claudio Sinigaglia – sottolineato l’inadempienza del consorzio Sis sul versante dei tempi e del pagamento di espropriati e subappaltatori: «Altro che project, il nuovo contratto provocherà ulteriori contenziosi e scaricherà sulla Regione ogni rischio di impresa».

Il M5S, con Jacopo Berti, ha parlato di «salvataggio politico di un’impresa che ha violato gli impegni assunti». Dure critiche da Piero Ruzzante di Art.1 («Soldi dei contribuenti che alimentano l’utile di un privato») mentre Marino Zorzato (Ap) e i tosiani Maurizio Conte e Giovanna Negro si sono dichiarati scettici circa la sostenibilità dell’opera, nonostante il segretario generale del Balbi, Ilaria Bramezza, sia giunta in aula d’urgenza per illustrare e motivare le ragioni dell’operazione.

Sul fronte opposto ha dato battaglia Silvia Rizzotto, lesta ad accusare il Governo di «vergognoso disimpegno»; la stessa capogruppo zaiana, in mattinata, aveva assunto il ruolo di fustigatrice: indispettita dall’assenza e dai ritardi di ben sette consiglieri leghisti (alcuni del tutto ingiustificati) ha chiesto e ottenuto il rinvio pomeridiano della seduta strigliando a dovere le truppe indisciplinate.

Filippo Tosatto