iL gestore del rifugio Vandelli non ne può più di turisti incivili
Pubblicato on 1/Set/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 31 agosto 2017
Emilio Pais, gestore del Vandelli, non ne può più di turisti incivili. «Ho trovato un frigo abbandonato con dentro le feci»
Sorapis, «Mandate guardie ogni giorno»
CORTINA Un controllo costante delle forze dell’ordine. È questo quello che chiedono dal rifugio Vandelli, a 1. 926 metri di quota, dove quotidianamente combattono contro l’inciviltà e la maleducazione delle persone.Ogni giorno i gestori del rifugio raccolgono sacchi pieni di spazzature lasciate sulle rive dello splendido lago di Sorapis, che si trova sotto il Vandelli. È un luogo incantato, un meraviglioso specchio di acqua di un azzurro molto particolare che viene visitato da migliaia di persone e turisti al giorno. «Siamo stremati da queste persone che non possono nemmeno chiamare animali per non offendere le bestie», ammette Emilio Pais, il gestore del Vandelli.
«L’ultima schifezza che mi è capitata risale a l’altra sera. Ho fatto il consueto giro a fianco del rifugio e in riva al lago per raccogliere i rifiuti lasciati. E sotto i mughi ho trovato un frigo portatile. Grande 50 per 50 e alto 20 centimetri, nascosto fra i mughi. Quando l’ho aperto sono rimasto basito. Se non avessi visto con i miei occhi non ci avrei mai creduto. Qualcuno aveva defecato dentro il frigo, tra bottiglie vuote e altre spazzature lasciate lì. Ma come si fa, dico io, a pensare di fare i propri bisogni in un frigo?».È avvilito Pais. Quotidianamente combatte con queste situazioni.«Il lago di Sorapis è sempre più gettonato», ammette, «tanti vogliono venire a farsi la foto davanti a queste splendide acque. Nelle ultime estati c’è stato un gran incremento di visitatori. Io non ho nulla in contrario. Non ce l’ho nemmeno contro chi si porta i panini nello zaino. Non c’è nessun obbligo a mangiare in rifugio. Ma gli avanzi dei panini, le lattine o le bottiglie vuote, i fazzoletti, i mozziconi di sigaretta se li dovrebbero riportare a casa. Invece capita sempre che lascino tutto qui».
In molti fanno anche il bagno nel lago. Usanza che c’è sempre stata. Non vi è il divieto, ma ultimamente anche nel farsi il bagno si assiste all’eccesso. «Il bagno lo abbiamo fatto tutti da sempre», ammette Pais, «è stupendo. Ma un tempo erano comunque pochi a farsi il bagno e ciò non comprometteva il particolare micro clima del lago. Oggi sono a decine ogni giorno. Hanno iniziato a venir su con i canotti. A mettersi dentro in due o tre e a mangiare galleggiando nell’acqua per poi gettarci dentro le bottiglie una volta finito il pranzo. È da incivili. Il lago è magnifico, come si possa gettarci dentro una bottiglia è una cosa inconcepibile».Quali secondo voi le soluzioni da adottare? «Io spero che dal prossimo anno vengano inviate le guardie tutti i giorni. Io ho offerto loro vitto e alloggio gratis. A chi lascia i rifiuti vanno comminate multe salate. Solo così secondo noi si potrà arginare il problema. I cartelli di non sporcare sono ovunque ma non bastano.
Sabato è stata qua una guardia tutto il giorno. E alla sera, facendo il solito giro abbiamo raccolto pochissima roba. Come la guardia è andata via hanno iniziato a spuntature tende da campeggio che sono proibite in tutto il territorio comunale e a domenica mattina c’aera un vero disastro. Rifiuti ovunque. Resti di falò con a fianco bottiglie vuote. Se a queste persone viene fatta la multa secondo me perdono il vizio di imbrattare e le tende non vengono più montate».In un’estate a combattere con l’inciviltà c’è anche uno spiraglio di positività. «Per fortuna non sono tutti così barbari», ammette Pais, «altrimenti considerando le migliaia di persone che arrivano qui sarebbe una discarica. C’è anche chi raccoglie le spazzature degli altri e ce le porta. A questi, che sono i veri amanti della montagna io dico grazie».
Alessandra Segafreddo
Dal Corriere delle Alpi del 31 agosto 201
Centinaia di commenti sui social. Ma molti difendono chi si fa il bagno nell’acqua color giada. Proteste e accuse: «Servono multe salate»
CORTINA Vandali in laguna e in montagna, nelle acque sporche dei canali e in quelle azzurrissime del Sorapis. In un caso e nell’altro è la notizia dell’estate: una folla di turisti che hanno invaso l’Italia dai monti al mare con il loro seguito di immondizie di tutti i tipi e comportamenti maleducati e incivili, per non dire peggio. E cosa c’è di meglio dei social, per sfogare tutta la rabbia e il malumore per questi atteggiamenti?Abbiamo pubblicato nei giorni scorsi diversi articoli dedicati alla situazione al Sorapis e poi anche un video che ci ha inviato un lettore. I commenti sui social sono stati centinaia. Ce ne sono di tutti i tipi, da quelli al limite dell’insulto a sfondo anche razzista, a quelli affranti di chi vede la montagna violata in ogni modo possibile.
Ma non manca chi difende una delle attività più praticate al Sorapis, il bagno. Scrive Massimo: «Ho guardato il video, sì c’è qualche carta in giro ma non mi sembra una discarica. Riguardo ai bagnanti, non vedo cosa ci sia di strano o terribile o indecente. Mica hanno prosciugato il laghetto o lo hanno portato via». Immediata la replica di Andrea: «Il colore del lago è dato da una micro alga che se inquinata o rimossa muore».Dopo un’altra difesa dei nuotatori, ecco Alessia: «Prima di tuffarsi sarebbe carino capire se facendolo si rischia di rovinare un micro sistema. I laghi di montagna non sono piscine e non sono mare. Prima lo si capisce e prima riusciamo a salvaguardarli».Per Mauro basterebbe un cartello di divieto di balneazione. «Se nessuna autorità lo ho messo, probabilmente non è così preoccupante se un villeggiante fa un micro bagno. Sono 50 anni che frequento il Cadore e ne ho visti di residenti fare il bagno ovunque». Ci sono testimonianze che arrivano anche da altre parti del Cadore e del Comelico.
Scrive Patrizia: «Ma le guardie forestali a cosa servono? Dove stanno? Ieri alle sorgenti del Piave ho visto una con un mazzo di genziane, colte e messe nel baule, temperatura 26 gradi. Chissà come erano quando sono arrivate a casa». Che aggiunge: «Abito in Cadore da un anno e mezzo, cammino in montagna anche in inverno. Mai incontrato un forestale». Episodio simile viene segnalato dal centro Cadore: «Pochi giorni fa in Val d’Oten c’era una donna con un cesto pieno di genziane. Se riuscissero a multare in modo salato questi ignoranti, forse la lezione verrebbe compresa». Tornando al Sorapis, ecco scoperta la causa di quello che sta accadendo. Ne è convinto Angelo: «Purtroppo il tam tam dei social ha portato a questo. Dovrebbero mettere un pedaggio bello salato per chi vuol salire». «Purtroppo o per fortuna ora la montagna è alla portata di tutti. Un po’ perchè ci arrivi comodamente in funivia o con l’auto. Arrivarci a piedi è faticoso e già qui c’è una bella selezione.
I social hanno fatto il resto. Una volta si andava in montagna con il rispetto che si dedica ad un tempio: in silenzio e senza lasciare tracce del nostro passaggio. Ma ormai è storia passata».Anna parla di «vero delitto. Uno degli angoli più belli delle Dolomiti, un laghetto color giada. Ma che razza di selvaggi ci sono in giro. Beh, ieri in montagna con centinaia e centinaia di persone me ne sono resa conto».Qualcuno si spinge a chiedere di eliminare la parte del sentiero attrezzato che rende più agevole la salita. E c’è chi porta altri episodi riscontrati in varie parti delle Dolomiti. Come dire, incivili ovunque. «Ma a casa loro come si comportano?». Sì, in effetti piacerebbero saperlo.