Il nuovo Parco del Sile e i vincoli da “allentare”. L’ira degli ambientalisti

Dalla Tribuna di treviso del 7 novembre 2019.

Il nuovo Parco del Sile e i vincoli da “allentare”. L’ira degli ambientalisti
Il sindaco Andretta: meno rigidità e più opportunità per tutti – Zanoni: basta con il cemento – Pettenà: serve buon senso.

Istrana. Il nuovo consiglio dell’Ente Parco del Sile non si è ancora ufficialmente riunito, tantomeno ha varato provvedimenti. Eppure le polemiche sono già scattate. Dal nuovo consiglio si è infatti alzata la voce del sindaco di Vedelago, che ha detto: «Bisogna alleggerire qualche vincolo troppo rigido perché il Parco diventi un’opportunità per tutti». Un’uscita che ha fatto imbufalire gli ambientalisti: «Ridurre le tutele nelle aree protette per attrarre più visitatori è la risposta peggiore alla crisi ambientale e climatica che stiamo vivendo. Davvero c’è bisogno di ancora più cemento nella Regione che da due anni ha il triste record di incremento di consumo del suolo?». La voce è di Andrea Zanoni, consigliere regionale del Pd e vicepresidente della commissione Ambiente.
«Con le nomine dei presidenti e dei membri dei consigli direttivi dei Parchi regionali, abbiamo avuto la conferma di cosa intenda la Lega per rappresentanza del territorio: piazzare nei posti chiave le persone più fedeli a Zaia, utilizzando gli enti come poltronifici, aggravando così un quadro già pesante», accusa Zanoni, «Il Veneto è massacrato da una cementificazione selvaggia e disordinata senza uguali in Europa grazie anche alle scelte della Regione che a parole predica la tutela ambientale a favore di telecamera e nel chiuso del palazzo approva leggi del tutto opposte. Questo, nonostante la situazione disastrosa del Veneto sugli obiettivi dell’Agenda Onu 2030, specialmente per quanto riguarda l’indice relativo alla tutela di biodiversità, ecosistema e territorio, con punteggi di gran lunga inferiori alla media italiana. E se non li proteggiamo in queste aree, dove dovremmo farlo?
Nel parco, anziché pensare ai limiti edilizi ed urbanistici, si pensi a rilanciarlo aumentando l’offerta del turismo sostenibile aiutando i residenti che già hanno attività in essere a fare rete e a entrare nei circuiti del turismo sostenibile europeo».
A dire la sua anche Fulvio Pettenà, leghista, storica voce del Parco: «È ora di uscire da quell’imbuto di burocrazia creato dal piano ambientale, ma certo con buon senso: ben vengano le accortezze ma dico no all’ambientalismo sfrenato in un Parco nato in un contesto già altamente urbanizzato», dice Pettenà, «Sono sicuro che con il lavoro dei sindaci e con la preparazione di Pizzolon si possa prendere una strada positiva. Negli anni, l’ho già detto, di errori ne sono stati fatti: il Parco è nato con l’idea corretta di tutelare un territorio, ma ora va calata sulle condizioni di fatto, che aldilà dei luoghi di pregio vedono aree del parco convivere con industrie». Alessandro Bozzi Valenti