Il progettato Treno delle Dolomiti sarà una devastazione, lettera

Dal Corriere delle Alpi del 15 agosto 2017, lettera

Il progettato Treno delle Dolomiti sarà una devastazione

Sono rientrato a Longarone da poco più di due mesi dopo una permanenza all’estero di circa 40 anni. Avevo lasciato la mia terra per motivi di lavoro poco tempo dopo che si era conclusa la battaglia sul progetto di attraversamento del Cadore da parte dell’autostrada Venezia-Monaco. Oltre che all’opposizione di parte delle popolazioni locali, il nefasto progetto di distruzione delle Valli del Cadore si fermò per la saggia e intelligente opposizione dell’Alto Adige.

Ora ci riprova il Governatore Zaia a far credere alla gente che i problemi del Bellunese si risolvano con la devastazione del suo territorio. Non si vuole capire che le Dolomiti sono un patrimonio di attrazione turistica se restano quello che sono e non vengono massacrate. Mentre Zaia propone lo smembramento delle nostre magiche valli (negli anni 50 il mio preside, che era della bassa, non perdeva occasione per dirci che la valle da Auronzo a Misurina è la più bella del mondo) in Alto Adige si lotta per la parziale chiusura dei passi dolomitici per preservarne il loro fascino, la loro attrattiva e integrità, logicamente con l’opposizione del nostro Governatore.

Per fortuna comunque appare evidente che si tratta di una bufala elettorale a spese dei contribuenti poiché lo stesso Zaia afferma che “… chiudiamo il dossier e finisce lì” se ci saranno referendum od opposizioni. Ricordato che Zaia è tra i leaders di un partito che delle dimostrazioni di piazza e delle occupazioni delle aule parlamentari, è comunque facile immaginare che passate le vacanze cominceranno a farsi vivi il Wwf, il Cai, Italia Nostra, tutte le associazioni naturalistiche, l’Unesco che ha dichiarato le Dolomiti patrimonio dell’umanità e comitati spontanei di liberi e democratici cittadini che civilmente e legalmente vorranno dire la loro.

Quello comunque che, almeno dalle prime dichiarazioni degli amministratori locali interessati dai due tracciati, differisce rispetto all’epoca del dibattito sull’autostrada (Cortina era favorevole se passava però per Auronzo, Auronzo era favorevole se passava per Cortina o per il Comelico e così via), ora Cortina sarebbe, ribadisco sarebbe, favorevole al tracciato in Val Boite e Auronzo a quello in Val d’Ansiei. Cortina a mio avviso ha un certo interesse a che la ferrovia arrivi nel suo territorio poiché potrebbe trarre benefici nel periodo invernale avendo impianti e piste in alta quota e quindi maggiori possibilità di innevamento sia naturale che artificiale.

Va detto anche che se il percorso prescelto fosse quello del Boite, Cortina avrebbe il privilegio di trovarsi con ben tre stazioni ferroviarie, come Milano, mentre Venezia ne ha una solo e Verona appena due. Per contro ci sarebbe la devastazione di una valle già di per sé con gravi problemi geologici e poi il fatto che un centro turistico che si è sempre dimostrato rivolto ad un turismo di élite si troverebbe investito nei fine settimana da una marea di turisti mordi e fuggi, che non lasciano nulla sul piano economico ma sicuramente molto sul piano dei rifiuti.

Cortina quindi appoggerà senz’altro la costruzione della ferrovia e siate certi che appoggerà la sua costruzione nella Valle d’Ansiei che non ha nemmeno il beneficio invernale, solo devastazione. Al neo sindaco (a) di Auronzo, ecologista è stato scritto, dal cognome certamente di lunga discendenza auronzana, che si è dichiarata entusiasta del progetto sul suo territorio, dico solo che i suoi antenati con intelligenza, buon senso e lungimiranza hanno, molti decenni fa, costituite le “Regole” creando i presupposti affinché il territorio del suo comune fosse tramandato integro ai posteri, così come lo troviamo ora.

Lo so che da parte di alcuni si è cercato e si cerca di minare questa inalienabilità e indivisibilità (le discussioni c’erano già cinquant’anni fa quando vivevo e lavoravo ad Auronzo) ma esse restano un valido baluardo contro la stupidità e voracità umana. Entrando brevemente nel merito del tracciato non vedo a cosa serva una stazione a Domegge a due chilometri da Calalzo, resto allibito per una stazione “Tre Cime” che penso sarà a Val Marzon, vedo il paesaggio massacrato per il tratto in superficie sino a Palus S. Marco, vedo i 1. 000 turisti giornalieri previsti dal piano (che saranno zero per almeno 8 mesi all’anno, ma 5. 000 nei fine settimana da giugno a settembre) arrivare da Treviso e Venezia in Val Marzon e a Palus San Marco con i cestini e le borse pieni di ogni ben di Dio, prodotti loro o acquistati a prezzi più convenienti che dalle nostre parti, turisti che invaderanno boschi e prati: signor sindaco (a) si prepari alla raccolta differenziata giornaliera dei rifiuti poiché la loro vendita per il riciclaggio sarà l’unico beneficio per il vostro meraviglioso comune.Dico raccolta giornaliera perché penso che non vorrà far trovare boschi e prati pieni di bottiglie, lattine, rifiuti, escrementi a chi arriverà il giorno dopo grazie alla vostra benevolenza e ai soldi dei contribuenti.

Al Governatore Zaia direi in conclusione che sarebbe meglio se la solerzia dimostrata per questo progetto ci fosse stata e ci fosse per risolvere un problema di viabilità che esiste da anni e che è stato evidenziato anche ieri dai Sindaci di Longarone e Soverzene e cioè quello del blocco totale del traffico nei fine settimana dal casello autostradale verso il Cadore e da Tai di Cadore nel senso inverso. Lo so che una bretella dal casello autostradale di Cadola sino almeno all’imboccatura della galleria della Gardona ha ben poca polpa da mangiare rispetto a quello della ferrovia, i cui costi sicuramente raddoppieranno almeno e i flussi previsti diminuiranno; succede sempre così per convincere i creduloni.

Ma il problema va urgentemente risolto anche per una questione di inquinamento dell’atmosfera con gli scarichi di centinaia di auto ferme o che si muovono per ore a passo d’uomo. In attesa comunque che anche i cittadini, non solo gli amministratori, possano prendere visione completa del progetto ringrazio per l’ospitalità. Giorgio Galli