Candidati alle Regionali che assumono impegno per la Sanità in Cadore

A seguito della nostra LETTERA APERTA per la Sanità in Cadore i seguenti candidati alle prossime elezioni regionali ci hanno comunicato la loro adesione

in ordine di ricezione:
——– Messaggio Inoltrato ——–
Oggetto: Re: LETTERA APERTA AI CANDIDATI sulla sanità in Cadore
Data: Wed, 16 Sep 2020 07:45:20 +0200
Mittente: Serenella Bogana <serenella.bogana@gmail.com> (FDl)
A: Peraltrestrade PAS <peraltrestrade.cadore@gmail.com>

Già fatto nei comizi e spot su telebelluno.
Saluti Serenella Bogana

 

——– Messaggio Inoltrato ——–
Oggetto: Re: Comitato ” PerAltreStrade”
Data: Wed, 16 Sep 2020 14:59:14 +0200
Mittente: Veneto Verde <info@veneto-verde.it>
A: peraltrestrade.cadore@gmail.com

Patrizia Bartelle, candidata presidente per VENETO ECOLOGIA SOLIDARIETÀ aderisce alla richiesta di impegno per la Sanità in Cadore.

Cordiali saluti,
Ivaldo Vernelli

 

——– Messaggio Inoltrato ——–
Oggetto: [Peraltrestrade] Impegno per la sanità Cadorina
Data: Fri, 18 Sep 2020 11:28:56 +0000
Mittente: Sito Peraltrestrade <sito@peraltrestrade.it>
Rispondi-a: Alex Segat <segatalex.fr@gmail.com>
A: info@peraltrestrade.it

Buongiorno, non se il vostro appello riguarda solo i candidati presidenti, ma io, in quanto candidato consigliere per EUROPA VERDE sottoscrivo il vostro appello.

 

——– Messaggio Inoltrato ——–
Oggetto: ELEZIONI REGIONALI SETTEMBRE 2020 – LETTERA APERTA AI CANDIDATI
Data: Fri, 18 Sep 2020 12:34:23 +0200 (CEST)
Mittente: Iolanda Da Deppo <iolandadadeppo@alice.it>
Rispondi-a: Iolanda Da Deppo <iolandadadeppo@alice.it>
A: peraltrestrade.cadore@gmail.com

A nome di tutti i candidati bellunesi del VENETO CHE VOGLIAMO

Il  Veneto che vogliamo ha espresso chiaramente la sua posizione rispetto alla questione della sanità in Veneto nel suo programma di cui alleghiamo copia. I candidati del Vcv non possono quindi che condividere la “Lettera aperta” di Peraltrestrade sulla sanità in Cadore e in provincia di Belluno.
Nel ribadire il primato del servizio socio-sanitario pubblico come diritto, riportiamo di seguito le proposte contenute nel programma

Proposte
10 PUNTI PER UN PROGETTO NUOVO
1. mettere lo stop al processo di privatizzazione e dare priorità assoluta al sistema socio-sanitario
pubblico, nel rispetto del principio costituzionale di universalità e gratuità del diritto alla salute,

tramite:
a) eliminazione dei project financing per realizzare nuovi ospedali, talora inutili o sovradimensionati
b) stabilizzazione del lavoro, eliminando assunzioni precarie, “a gettone”, tramite cooperative
c) re-internalizzazione dei servizi, riportandone la gestione in capo alle ULSS
d) esaurimento delle convenzioni con i privati, con recupero dello spreco di denaro pubblico per la
quota di profitto spettante al privato (25% secondo l’ANAAO)

2. redigere un nuovo piano regionale socio-sanitario con risposte innovative ai bisogni dei cittadini
(invecchiamento, rischio epidemie, effetti ambientali sulla salute), nel convincimento che la spesa
sanitaria è un investimento strategico per la salute della comunità.

3. potenziare la rete ospedaliera pubblica di prossimità, a partire dalle aree periferiche,
de-centralizzare strutture e servizi e rafforzare gli ospedali per acuti di medie dimensioni, che erogano
servizi sanitari di minore complessità, ma rispondono a gran parte dei bisogni, garantendo
accessibilità, qualità, sicurezza, integrazione con il territorio. Bloccare i tagli previsti dalle schede
ospedaliere, in particolare la chiusura della Lungodegenze, che hanno funzioni non sovrapponibili e
intercambiabili con quelle degli Ospedali di Comunità, con cui invece si intende sostituirle

4. rafforzare i servizi territoriali, nello specifico:
– finanziare le medicine di gruppo integrate e delle équipes multiprofessionali in rete, per garantire
capillarità dei servizi e facilità di accesso in tutto il territorio
– aumentare continuità e frequenza degli interventi assistenziali e di prevenzione, con più assunzioni
stabili di infermieri di distretto (ADI), raccordati con la nuova figura di infermiere di famiglia e
comunità
– attivare percorsi permanenti di confronto/collaborazione professionale fra personale sanitario
territoriale e ospedaliero, per un reciproco arricchimento di esperienze e competenze
– ampliare -potenziare i servizi a tutela delle persone fragili (disabilità, salute mentale, non
autosufficienza, dipendenze, traumi, problemi alimentari, carceri…) e delle loro famiglie, avviando
progetti innovativi di inclusione e accompagnamento verso l’autonomia sociale, abitativa e
lavorativa. Spetta alla Regione aumentare le impegnative di domiciliarità e residenzialità, ora
assolutamente insufficienti
– attivare tecnologie innovative per standardizzare e digitalizzare le attività, anche con ricorso alla
telemedicina, come rafforzamento e non in sostituzione del rapporto paziente-operatore sanitario.
– potenziare i servizi di prevenzione, con particolare attenzione alla sicurezza sui posti di lavoro e
promuovere politiche di educazione alla salute tra la cittadinanza e nelle scuole.

5. completare e adeguare le piante organiche e valorizzare le professionalità sanitarie, nello specifico:
– stabilizzare il personale con contratti a tempo indeterminato, eliminando assunzioni temporanee o
tramite cooperative e appoggiando adeguamenti stipendiali e percorsi di specializzazione
professionale
– valorizzare il ruolo dell’infermiere di famiglia/comunità’ (IFeC) nell’ambito delle sinergie con le figure
che agiscono a livello territoriale e ospedaliero
– riconoscere le competenze delle professionalità sanitarie nella assunzione delle decisioni a
carattere clinico-diagnostico-terapeutico-riabilitativo, riscattandole dallo strapotere dei manager
– programmare il fabbisogno e aumentare i finanziamenti regionali per le borse di studio per la
frequenza delle scuole di specializzazione

6. ridurre le liste di attesa, attraverso l’adozione di linee-guida nazionali per favorire l’appropriatezza
delle prescrizioni; il contenimento delle visite intramoenia, fino a esaurimento delle liste; il
potenziamento di strumentazioni/ personale negli ambulatori; l’attivazione di percorsi di collaborazione
fra Medici di Medicina Generale (MMG) e specialisti ospedalieri.

7. attivare strutture intermedie gratuite, in più e non al posto di lungodegenze e Residenze Sanitarie
Assistite (RSA), gestite da specialisti, con funzioni specifiche all’interno di un sistema organico di
servizi che, con il coordinamento dei Distretti, realizzino progetti individualizzati, mettendo in
sinergia le risorse (Ospedali, Strutture intermedie, RSA, MMG, servizi territoriali e comunali, Istituzioni
scolastiche, volontariato…).

8. tutelare e promuovere la salute delle donne e dell’area materno infantile, nello specifico:
– adeguare i consultori alla media nazionale per numero, standard orario e di personale, copertura
dell’utenza, prestazioni
– prevenire le gravidanze indesiderate fin dalle scuole con percorsi di educazione alla sessualità,
metodi contraccettivi, affettività, relazioni
– sviluppare nei consultori servizi di ostetricia territoriale per le donne con gravidanze a basso rischio
– attivare progetti per la prevenzione e la cura della depressione post-partum
– garantire le procedure di IVG, anche con la mobilità del personale e favorire il pieno accesso a tutte
le tecniche abortive (chirurgiche e farmacologiche) con preferenza per le meno invasive, per tutte le
donne di qualsiasi età e nazionalità, secondo il principio inviolabile del diritto all’autodeterminazione
delle stesse
– decentrare i servizi di II livello per la prevenzione dei tumori femminili, di recente provincializzati.

9. rilanciare la partecipazione dei territori alle decisioni sulla sanità pubblica, restituendo potere alle
Conferenze dei Sindaci e valutando le conseguenze della provincializzazione delle ULSS, che ha
allontanato dai territori i centri decisionali, specie dopo in particolare dopo la recente attivazione
dell’Azienda 0.

10. collegare le politiche della salute alle politiche ambientali (urbanistiche, agricole, industriali), che
rappresentano una delle urgenze del nostro tempo, in quanto l’inquinamento e i mutamenti climatici
contribuiscono a favorire vecchie e nuove patologie. Prevenire e rimuovere le cause della malattia
dovrà essere l’obiettivo centrale in tutti gli ambiti.