Indagine della Corte del Conti sul project financing Protonico
Pubblicato on 6/Mag/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 7 maggio 2017 –
Aperta un’istruttoria sul centro progettato a Mestre, mai costruito ma per il quale l’Usl ha pagato 5,8 milioni
Protonico, ora indaga la Corte dei Conti
I magistrati hanno avviato l’inchiesta sul project della sanità che si è chiuso con un nulla di fatto e con un atto transattivo tra l’ente pubblico e il Consorzio Ptc
VENEZIA La Corte dei Conti del Veneto ha aperto un’inchiesta sul Centro Protonico dell’ospedale di Mestre. Un’istruttoria che intende fare piena luce su una vicenda iniziata 12 anni fa con l’ideazione della struttura di cura e conclusasi nei mesi scorsi con il pagamento da parte delle casse pubbliche di 5,8 milioni di euro a favore dei privati costruttori. Che però quel Centro non l’hanno mai costruito. Ora la magistratura contabile vuole capire se c’è stato un danno erariale e se la decisione di realizzare il Centro era manifestamente infondata. Un lavoro complesso quello della Procura contabile anche perché deve scandagliare un vasto arco temporale e valutare responsabilità in capo a diversi soggetti che si sono succeduti alla guida degli enti pubblici.
La vicenda del Centro Protonico è emblematica e riassume la parabola della finanza di progetto. Un formula che tanto piaceva all’ex governatore Giancarlo Galan il quale l’ha usata abbondantemente, soprattutto in sanità, costruendo opere altrimenti irrealizzabili. Il fatto è che i project hanno finito per indebitare oltremisura il pubblico e l’impatto economico si è fatto sempre più pesante, con canoni annui da versare ai privati divenuti insostenibili. Come, appunto, quello per il Centro Protonico: 30 milioni all’anno per 14 anni da pagare al Consorzio costruttore. Una cifra che – assicurano gli addetti ai lavori – avrebbe sbancato le casse dell’Usl e della Regione. Un costo che evidentemente non spaventava l’allora dg dell’Azienda veneziana Antonio Padoan il quale spinse fortemente per tale opera. Era il 2005, si riteneva che il Centro avrebbe richiamato 1.500 pazienti all’anno e che avrebbe avuto il riconoscimento regionale con relativi finanziamenti. L’incarico venne assegnato al Consorzio Ptc Veneto (Condotte d’Acqua, Gemmo, Medipass, Varian) che però non iniziò mai i lavori; con l’arrivo di Luca Zaia al governo del Veneto, infatti, i project passarono sotto la lente.
Quello sul Centro venne stoppato perché ritenuto troppo oneroso e i pazienti potenziali in numero di gran lunga inferiore rispetto a quelli previsti. I privati risposero con le cause e una richiesta danni di 60 milioni. Lo scorso anno si è arrivati alla transazione: l’ Usl ha versato al Consorzio 5,8 milioni (ricevuti dalla Regione) e ha chiuso il contenzioso. Tutto finito, dunque? Non proprio. Perché la Procura della Corte dei Conti, guidata dal procuratore Paolo Evangelista, vuole ora vederci chiaro. E capire se quei quasi 6 milioni di euro pagati dal pubblico per un Centro che non è mai stato costruito, siano un danno erariale o meno. L’istruttoria è molto complessa, avvertono i magistrati di Palazzo Camerlenghi, perché non si tratta soltanto di stabilire se c’è stato il danno, ma anche a chi imputare eventuali responsabilità. Questo significa andare a vedere se all’epoca in cui venne decisa la costruzione del Centro, essa non era irragionevole e se lo è diventata successivamente per l’intervento di elementi imprevedibili.
Quanto ad eventuali responsabilità, sono di chi avviò il Centro o di chi ha successivamente gestito il project ? Interrogativi sui quali stanno lavorando i magistrati contabili già da alcune settimane. Va ricordato che il procuratore Evangelista ha una competenza specifica in materia: si occupò infatti del Centro Protonico di Trento. L’intervento della Corte trentina contribuì a rimettere in carreggiata la struttura facendola funzionare secondo criteri di tutela della spesa pubblica. E oggi Trento è uno dei centri di riferimento per la cura delle neoplasie infantili.
Sabrina Tomè