Ipersfruttamento idroelettrico nell’arco alpino e incentivi, Belluno 11 novembre

Comunicato

La necessità di ridurre le emissioni di gas serra da combustibili fossili, che influiscono sui cambiamenti climatici, ha dato il via a molti “imbrogli ecologici” che rischiano di peggiorare la situazione invece di contribuire a risolverla.

Uno di questi “imbrogli” è senz’altro lo sfruttamento dei residui corsi d’acqua per produrre energia elettrica, una vera e propria “corsa all’oro blu” scatenata in Italia dagli incentivi governativi alle rinnovabili, con la richiesta di migliaia di nuovi impianti di derivazione che intuberanno altri 3.000 km di fiumi per un contributo energetico irrilevante e con costi miliardari a carico dei contribuenti.

Il problema non riguarda solo la provincia di Belluno, bensì tutto l’arco alpino, dalla Valle d’Aosta al Friuli Venezia Giulia, come pure gli Appennini: dovunque scorra dell’acqua ancora libera.

Questo sarà il tema del convegno dal titolo “L’iper-sfruttamento idroelettrico nell’arco alpino. Esperienze a confronto.” che avrà luogo sabato 11 novembre alle ore 20.30 a Belluno, presso il Centro Giovanni XXIII, Sala Muccin.

Organizzato nell’ambito della campagna “Adesso Basta Incentivi”, l’evento è promosso da Comitato Bellunese Acqua Bene Comune, Peraltrestrade, Italia Nostra sez. Belluno, e Coordinamento Nazionale Tutela Fiumi – Free Rivers Italia, che raggruppa associazioni e comitati delle regioni alpine.

Interverranno:
-Rosetta Bertolin, Legambiente Valle D’Aosta
-Filippo Ballarin, Associazione Salvaguardia Val Mastellone, Piemonte
-Dario Tosoni, Legambiente Friuli Venezia Giulia
-Mauro Finotti, Comitato permanente per la Salvaguardia delle Acque Trentine, Trentino Alto Adige
-Giovanni Curti, Valtellina e Valgrosina, Lombardia
-Elisa Cozzarini, giornalista e autrice del libro “Acqua Guerriera – Ediciclo Editore”

Nel corso della serata verranno messi a fuoco i motivi per i quali, dopo anni di approfondimenti, confronti, comunicati stampa, conferenze pubbliche, manifestazioni, appelli; ricorsi al Tribunale delle Acque, alla Cassazione, al Tar e alla Commissione Europea e dopo tante leggi cambiate per non cambiare nulla, siamo arrivati alla conclusione che l’unico modo di fermare lo scempio in atto è che il Governo chiuda il “rubinetto” degli incentivi, facendo così cadere l’interesse a realizzare gran parte delle 2.000 “centraline” in istruttoria (un centinaio solo nel Bellunese).

A conclusione dell’incontro verrà redatto un documento da far pervenire al Governo, che sta discutendo proprio in queste settimane il nuovo Decreto Incentivi, dal quale dipenderà la sorte degli ultimi corsi d’acqua naturali della penisola.

La cittadinanza è invitata.
Comitato Peraltrestrade