La Terra si riscalda è di Belluno il record negativo tra le città italiane
Pubblicato on 26/Set/2018 in NewsDal Corriere delle Alpi del 25 settembre 2108-
In provincia due gradi in più negli ultimi 17 anni – In Europa vanno peggio solo i Paesi della Scandinavia
La Terra si riscalda è di Belluno il record negativo tra le città italiane
Martina Reolon / BellunoBelluno si riscalda più velocemente rispetto alla maggior parte degli altri territori, d’Italia, ma non solo. Che i cambiamenti climatici stiano avendo delle importanti ripercussioni sull’ecosistema è cosa nota. Così come si parla ormai da tempo del preoccupante fenomeno dello scioglimento dei ghiacciai. Ma i dati del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine mettono in primo piano alcuni aspetti inediti e che fanno riflettere.
L’European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, organizzazione intergovernativa che ha sede a Reading, nel Regno Unito, ha condotto un’inchiesta che mette a disposizione le temperature di oltre 500 territori di tutta Europa dal 1900 a oggi. I dati sono stati rielaborati dall’European data journalism network (Edjnet) e offrono un interessante spaccato, in cui vengono messi a confronto le temperature medie annuali, il numero di giorni di afa e di quelli di gelo. Ebbene, dall’analisi su 558 città, dalla Finlandia al Portogallo, è emerso che Belluno si riscalda più velocemente rispetto alla maggior parte delle altre.
Nella classifica il territorio provinciale si colloca al 18° posto, con un aumento medio della temperatura, dal 2000 ad oggi, di 2 gradi. Al primo posto c’è Kiruna, in Svezia, dove la temperatura negli ultimi 17 anni è di 3,4 gradi al di sopra della media del Ventesimo secolo. A livello europeo, a patire più della provincia di Belluno le conseguenze del riscaldamento globale ci sono solo i paesi del nord, non solo la Svezia, ma anche Finlandia e Norvegia, e la Repubblica di Macedonia.
La città europea che ha registrato l’aumento minore della temperatura nel Ventunesimo secolo è Ponta Delgada, in Portogallo (+0,1 gradi).Belluno replica il triste primato anche a livello nazionale: con i suoi 2 gradi in più degli ultimi 17 anni, è al primo posto nell’elenco delle città italiane prese in considerazione dallo studio. Seguono Piombino (+1,7 gradi), Pavia e Piacenza (+1,3), Savona (+1,2). Anche le altre località del Veneto e del Friuli Venezia Giulia sono interessati da variazioni percentualmente inferiori a quelle di Belluno: l’evoluzione media delle temperature a Pordenone è di +1,2 gradi, a Venezia, Verona e Trieste di +1,1, a Bolzano di +0,8.
Considerando un lasso di tempo ancora più ampio, dal 1900 allo scorso anno i cambiamenti climatici sono stati consistenti e i record di caldo in territorio bellunese si sono registrati negli anni 2007, 2011, 2014, 2015 e 2016.Nel Ventesimo secolo il numero medio delle giornate calde all’anno (quelle in cui la temperatura media durante 24 ore è superiore a 20 gradi) è stato 0,2. Tra il 2000 e il 2017 si è saliti a 2,2. Di conseguenza sono calate le giornate di gelo: la temperatura è rimasta al di sotto di -1 grado per 108,8 giorni all’anno nel Ventesimo secolo, mentre i giorni gelidi degli ultimi 17 anni sono stati 74,2 (sempre all’anno).
Ma quali sono le ripercussioni sull’ecosistema e sulla sostenibilità umana e ambientale? Lo studio mette in evidenza che a temperature elevate l’asfalto esposto al sole comincia ad ammorbidirsi. D’altro canto, se la colonnina di mercurio si sposta verso l’alto si riducono i danni al manto stradale dovuti al gelo e quelli causati dallo spargimento del sale. Quali dei due effetti andrà a prevalere sul medio-lungo termine non è ancora prevedibile. Si parla anche della possibilità di danni alle rotaie della ferrovia esposte al sole, nello specifico quando si superano i 30 gradi.
Altro tema, molto attuale in provincia, quello delle encefaliti e delle erlichiosi trasmesse dalle zecche: i numeri sono in aumento negli ultimi decenni, probabilmente a causa delle temperature più elevate. Da considerare anche gli effetti nocivi che le ondate di caldo possono procurare alla salute, specie delle categorie più fragili e a rischio. –
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