«Le opere post Vaia rischiano di trasformare i sentieri in strade»

Dal Gazzettino del 2 dicembre 2020

«Le opere post Vaia rischiano di trasformare i sentieri in strade»

COMELICO SUPERIORE  No alla trasformazione dei sentieri di montagna in strade. E’ la denuncia che viene espressa da Bruno Zannantonio, componente del Cai regionale, in relazione ai numerosi lavori eseguiti in questi due anni del dopo Vaia sui sentieri in quota in Comelico.

«Sono preoccupato – scrive – per una situazione che ultimamente, anche con l’aiuto dei contributi per Vaia, sta degenerando. Nei progetti presenti e futuri, pur avendo le concessioni necessarie, mi chiedo se sia stato tenuto in debito conto che gli interventi, spesso alle quote superiori ai 1800 metri, vengono effettuati in zone soggette a tutela ambientale.

Faccio una domanda alla Soprintendenza: perché in quota si possono fare questi interventi ed invece le case nei centri storici dei paesi hanno dei vincoli che le rendono esternamente intoccabili? Verrebbe da dire: due pesi e due misure.

Constatando i milioni di euro che sono stati erogati per il ripristino di strade boschive e sentieri in quota con i fondi del dopo Vaia, Zannantonio non capisce perché i finanziamenti alla montagna debbano essere sprecati in sfregio non solo all’ambiente ma anche al buon senso». E sottolinea: «Non mi si venga a dire che le strade poi verranno chiuse al traffico ludico’ perché le attuali strade agro-silvo-pastorali, vecchie e nuove, sono spesso percorse con mezzi a motore di tutti i tipi, anche d’inverno, e non solo per attività lavorative o di necessità.

Se continuiamo così i sentieri Cai del Comelico, più o meno di bassa quota, diventeranno tutti strade: inizialmente con il buon proposito del turismo a piedi, in bici, con le ciaspe, ma poi lo sappiamo tutti come va a finire: le strade diventano di assidua percorrenza con mezzi a motore di fungaioli e turisti che non camminano in estate, di cacciatori in autunno, di altre specie umane in tutte le stagioni con suv e fuoristrada vari».

Per documentare la sua denuncia, Bruno Zannantonio elenca i sentieri del Cai già trasformati in strade in quota: il sentiero 144 Casera Melin-Cadin di Vallona’; sentiero 148 Casamazzagno-Li Fderi-Passo Silvella; sentiero 332 S.Stefano-SS52-Forcella Valgrande; sentiero 161 Casera Melin-Casera Silvella; sentiero149 Casamazzagno-Sommo-sopra Passo Monte Croce.

La preoccupazione che gli ambienti in quota vengano snaturati per l’accesso a fuoristrada e motoslitte si riferisce in particolare alla Val Visdende, dove il disastro di Vaia è stato l’occasione per realizzare decine di strade di penetrazione forestale, spesso devastando l’ambiente, per facilitare l’accesso ai mezzi delle ditte boschive. Lucio Eicher Clere