L’estate difficile di Ghedina – recuperato ritardo nell’organizzazione dei mondiali
Pubblicato on 15/Set/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 15 settembre 2017
Ghedina ha avuto un’estate difficile: «Non sappiamo come venirne fuori». Su Alverà: «È stato il momento più duro»
«Largo Poste, problema che preoccupa»
CORTINA Tanto lavoro, alcune preoccupazioni (prima fra tutte il parcheggio in largo Poste), ampi margini di crescita nel futuro del paese. Questo, in sintesi, il bilancio dei primi tre mesi di mandato del sindaco Gianpietro Ghedina, eletto a stragrande maggioranza a giugno. Quale la difficoltà più grande che ha dovuto affrontare? «La tragedia di Alverà, che ha stroncato la vita di una nostra concittadina», risponde, «è sicuramente stata la prova più dura. Abbiamo avuto settimane di lavoro intenso, ma abbiamo anche riscoperto una Cortina unita, una Cortina eccezionale, che è riuscita a dare il suo meglio. Un paese che ha reagito in maniera esemplare. Nell’emergenza abbiamo testato la macchina dei soccorsi e devo dire che funziona alla perfezione. Abbiamo collaborato con le forze dell’ordine, con la Protezione civile, e abbiamo agito in fretta per ripristinare i siti danneggiati e stilare il piano di emergenza che è ancora attivo. Ora stiamo continuando ad operare dopo le recenti piogge». Qualè la preoccupazione più grande? «I problemi in un Comune come Cortina non mancano», ammette Ghedina, «il primo fra tutti è relativo alla mancanza di risorse finanziarie ed umane. Non ci sono molti soldi e quelli che ci sono già impegnati.
Il margine di manovra si avvicina allo zero. I non molti soldi a disposizione per il 2017 sono stati utilizzati in parte per l’emergenza frana in Alverà, facendo tra l’altro un debito fuori bilancio, e per aiutare la nostra banda ad organizzare la festa. Per fine anno resta molto poco. C’è poi una situazione legata al parcheggio in largo Poste di grossa preoccupazione. Questo ritengo sia in assoluto il problema più grosso. Non abbiamo ancora deciso come procedere. Probabilmente verrà effettuato un piano interrato di parcheggio perché alcuni posti auto sono già stati venduti e sono già stati spesi due milioni e mezzo di euro. La situazione è comunque preoccupante». Il bilancio degli anni prossimi garantirà investimenti? «Inizieremo presto a lavorare sul bilancio del 2018», rivela Ghedina, «l’imposta di soggiorno che abbiamo deciso di applicare da dicembre ci aiuterà, ma dovremo vendere dei cespiti, appartamenti o altri immobili. Vendere i gioielli di famiglia è doloroso, anzi dolorosissimo, ma la situazione ereditata non ci dà davvero margini per fare investimenti». In questi 3 mesi avete dovuto pendere anche molte decisioni, soprattutto in vista dei Mondiali del 2021…«Questo», sottolinea Ghedina, «non è più il momento delle discussioni, ma è il momento delle decisioni.
Con l’organizzazione dei Mondiali eravamo in estremo ritardo, come ha sottolineato alla sua nomina anche il presidente della Fondazione, Alessandro Benetton. Ma ora c’è un’accelerazione pazzesca. Si fa addirittura fatica a stare dietro a tutte le iniziative. La nomina dei commissari, Sant’Andrea per la parte dedicata alle infrastrutture ed Armani per la viabilità, ha dato un’accelerazione a tutta la macchina organizzativa».In vista dei Mondiali avete dovuto scegliere anche quale intervento sulla viabilità da potare avanti. «Con Anas abbiamo iniziato a dialogare subito dopo il nostro insediamento», conclude Ghedina, «ci hanno detto che dovevamo decidere quale stralcio realizzare per il 2021, se il passante di Zuel o l’interconnessione tra La Riva e Cirgnes. Abbiamo deciso di portare avanti la viabilità sul centro, perché per noi ora è quella l’emergenza. Abbiamo fatto un’analisi dei problemi relatavi al traffico che sono dovuti per lo più, soprattutto in stagione, alla congestione che si crea in centro. Ma non abbandoniamo l’idea di poter intervenire, dopo i Mondiali, anche nelle zone sud e nord di Cortina. È comunque un risultato storico: per la prima volta dopo 30 anni di discussioni Cortina avrà uno nuovo stralcio di viabilità».
Alessandra Segafreddo