Lettera aperta a Mattarella sulle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026

COMUNICATO STAMPA

I giorni scorsi il Presidente della Repubblica è stato nel Bellunese colpito dalla tempesta Vaia, e ha rilasciato significative dichiarazioni sul tema dei cambiamenti climatici e sulle emergenze che questi pongono, sottolineando la specificità della montagna e la necessità di porla quale problema politico nazionale.
Siamo grati al Presidente per la sensibilità e la consapevolezza mostrata rispetto a questi temi, e al sincero supporto che intende dare alle popolazioni locali e alla ricostruzione a seguito delle devastazioni.

Nel contempo ha destato in noi preoccupazione il consenso che nella stessa occasione il Presidente Mattarella ha espresso alla proposta di Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026, un evento che, così come espresso dal dossier CONI, comporterebbe impatti non accettabili per un territorio dolomitico fragile e delicato, oggetto di molteplici tutele, dalle grandi valenze storiche e paesaggistiche, culturali e identitarie; un territorio che pretende rispetto e non ammette manomissioni o sovraccarichi.

Queste valutazioni non sono un nostro pregiudizio settario, anzi sono condivise da molti cittadini ‘delle terre alte’, pur di diversa estrazione e orientamento culturale, che però come noi riconoscono che il Progetto di Olimpiadi è fuori misura e per questo lo giudicano una forzatura violenta e del tutto inopportuna per questo territorio.

Con il proposito di evitare che alle ferite causate della tempesta Vaia se ne aggiungano altre, ancora meno sanabili, abbiamo indirizzato al Presidente una lettera aperta con la quale, nell’esprimere e motivare le nostre preoccupazioni, lo invitiamo ad approfondire i contenuti del dossier di candidatura e a considerare con l’attenzione e la prudenza che sempre ha mostrato le oggettive criticità che abbiamo evidenziato, e che i promotori della proposta hanno con cura evitato di far emergere.

Forse il nostro potrà risultare un pensiero scomodo e di disturbo a chi da tempo cerca, con mezzi smisuratamente superiori ai nostri, di far apparire unanime, ideale e senza impatti la proposta di Olimpiadi (e quindi deciderla senza discussione), ma mai come oggi gli obiettivi economici devono fare i conti con i prioritari obiettivi di sostenibilità e responsabilità sociale e ambientale, in un qualificato e informato pubblico dibattito.

 

Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”
Mountain Wilderness
WWF Terre del Piave O.A.
Italia Nostra Sezione di Belluno
Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore
LIBERA presidio Cadore “Barbara Rizzo”
Gruppo promotore Parco del Cadore

 

LETTERA APERTA

AL SIGNOR PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

On. Sergio Mattarella Palazzo del Quirinale, ROMA

Signor Presidente,

desideriamo ringraziarLa per aver voluto visitare la nostra terra e aver condiviso con noi, nel cimitero del Vajont, il dolore e il ricordo delle vittime della cupidigia e insipienza umana nonché della connivenza da parte dello Stato, per la quale Lei ha chiesto scusa. Gesto da noi molto apprezzato provenendo dalla più alta carica dello Stato.

Grazie Presidente anche per la Sua vicinanza nel valutare i danni della tempesta Vaia, che ha pesantemente colpito anche queste nostre terre con terrificante intensità. E ci siamo completamente identificati con Lei allorché ebbe a dire “siamo sull’orlo di una crisi climatica“, definendo “insufficienti e parziali“ gli interventi di salvaguardia fino a oggi messi in atto, e sostenuto che “…limitarsi a evocare la straordinarietà di fatti che si affacciano prepotentemente, per giustificare noncuranza verso una visione e progetti di più lungo periodo, è un incauto esercizio da sprovveduti. È a Belluno, oggi, che avviamo questa riflessione. È giusto farlo sulle Alpi».

Grazie anche per aver sottolineato la specificità della montagna e per averla posta quale problema politico nazionale.

Vogliamo ora portare alla Sua particolare attenzione anche la proposta di Candidatura italiana per le OLIMPIADI INVERNALI 2026, nel cui progetto viene prospettata l’inclusione anche di queste nostre valli. Noi sappiamo, e condividiamo, nello spirito di Olimpia, che tutti gli incontri sportivi e tanto più quelli internazionali o persino mondiali, sono di per sé portatori di valori universali quali l’amicizia, la pace, l’incontro e il divertimento.

Ma osservando in concreto i Giochi olimpici invernali celebrati negli ultimi 10 anni, abbiamo capito che, grazie da un lato alla continua crescita del numero delle partecipazioni nazionali, delle discipline di gara e degli atleti (e in particolare, delle atlete) e dall’altro alla crescita anche della loro ricchezza e complessità tecnica e della loro spettacolarizzazione sempre più mediatica, anche le Olimpiadi Invernali sono diventate eventi ciclopici di grandi masse e forza d’urto. Essi infatti impegnano non solo più di 3000 atleti, ma con loro altrettanti tecnici di squadra, e poi commissari arbitri e assistenti CIO ed enormi masse di operatori media: in tutto 15-20.000 persone accreditate e da ospitare come organizzazione; e poi ancora decine di migliaia di addetti di servizio, forze di sicurezza, volontari di assistenza al pubblico, e infine anche gli spettatori (tra 70 e 130.000 mila quotidiani).

Il carico impressionante e massivo dei numerosi eventi che compongono una olimpiade, nel modello organizzativo tenuto sino ad oggi, e riproposto in questo progetto, rimangono ancora tutti simultanei e sovrapposti in non più di due-tre settimane e, nella massima parte, in due o tre località.

Siamo quindi fortemente preoccupati e critici, non tanto in generale o in astratto verso le olimpiadi invernali, ma, con cognizione di causa, verso l’inclusione delle Dolomiti in QUESTO modello e progetto di Olimpiadi indicato nel Dossier di candidatura coordinato dal CONI.

Pure nella ripartizione, proposta nel progetto, con Milano e Livigno e con la distribuzione in più località di gara, la quota di queste masse di persone, di attività e di logistica, concentrate in pochi giorni, che graverebbe su un territorio minuto e di spazi limitati, costituirebbe per esse un urto pesantissimo. Un impatto del tutto FUORI SCALA rispetto alla capacità di accoglienza di piccole vallate dolomitiche già oggetto di molteplici tutele, ambientalmente delicate anzi fragili (come anche Lei, Presidente, ha potuto constatare con Vaia), e al contempo di grandi valenze storiche e paesaggistiche, culturali e identitarie, che pretendono rispetto e non ammettono manomissioni né sovraccarichi.

E’ altissimo il rischio (e temiamo, in pratica, senza alternative) che il reperimento degli spazi e la predisposizione delle strutture necessari per l’accoglimento di così massivi e concentrati carichi di persone e dei relativi servizi logistici, di gran lunga superiori alle attrezzature oggi esistenti, si traducano in grandi spianate e urbanizzazioni, cementificazioni e asfaltature (…magari promesse come “provvisorie”).

E questo sarebbe l’esatto opposto di quanto, noi con Lei, crediamo urgente e inevitabile per la tutela di questo territorio e per la sua predisposizione all’adattamento e alla resilienza alla ormai conclamata crisi climatica che, nei suoi primi effetti devastanti, Lei ha già potuto vedere e toccare, proprio qui, di persona.

Nel ringraziarLa per l’attenzione porgiamo deferenti auguri per l’alto compito cui è chiamato nel superiore bene della Repubblica.

Pieve di Cadore, 21 marzo 2019

Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”
Mountain Wilderness
WWF Terre del Piave O.A.
Italia Nostra Sezione di Belluno
Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore
LIBERA presidio Cadore “Barbara Rizzo”
Gruppo promotore Parco del Cadore