L’industria dello sci ha sempre più “sete”, nuovi bacini artificiali.

Trentino, 12 novembre 2019

L’industria dello sci ha sempre più “sete”
Ma gli ambientalisti: «Serve un limite»
Nuovi laghi in quota per alimentare i cannoni che producono neve artificiale. Le funivie: «Così sosteniamo un settore fondamentale per la nostra economia». La replica dei Verdi: «Una battaglia persa, bisogna cominciare a rivedere questi investimenti»

Trento. Con gli ultimi due bacini artificiali entrati in funzione nelle settimane scorse la quantità
d’acqua accumulata per la neve artificiale ha superato il milione di metri cubi. Ma gli ambientalisti
che – già avevano protestato per la realizzazione del nuovo bacino di Montagnoli, a Madonna di
Campiglio – invocano un limite, almeno nelle situazioni più complicate e alle quote più basse:
«Nell’era dei cambiamenti climatici si tratta di investimenti secondo una logica di breve periodo»
dice Marco Ianes, consigliere comunale dei Verdi, che intervistiamo nel pezzo qui sotto e che
ribadisce il suo «no» a un bacino artificiale alle Viote per innevare le piste del Bondone.
Ma per l’industria dello sci – come sostiene Francesco Bosco, presidente degli impiantisti trentini e
direttore delle Funivie di Campiglio – avere grandi quantità d’acqua è un’esigenza imprescindibile:
«Quest’anno la stagione è partita in modo molto favorevole, ma le grandi destinazioni del turismo
invernale devono dare garanzie di innevamento in qualsiasi condizione. Ci sono tour operator che
prenotano adesso anche per la fine della stagione e vogliono avere la certezza che ci siano le
condizioni per poter sciare. Perché lo sci – dati alla mano – resta fondamentale».
Comunque sia la realizzazione di nuovi bacini artificiali non è ancora finita: negli uffici provinciali
sono in via di autorizzazione nuovi bacini in val di Sole, in val di Fassa e sulla Paganella e a
Pampeago.