M5S: «La Pedemontana? Specchietto per le allodole»

Dal Corriere delle Alpi del 10-03-2017

Berti e Brusco (M5s): spesa sociale finalizzata al consenso. La Cgil: «Cittadini becchi e bastonati»
«La superstrada? Specchietto per le allodole»

VENEZIA «La Pedemontana veneta è solo uno specchietto per le allodole: la manovra economica che dovrebbe salvare il progetto è in realtà un modo per mettere le mani nelle tasche dei veneti e per andare a rimpinguare settori che per il governo veneto sono in grave deficit, sia tecnico che di visibilità, come rischio idrogeologico, trasporti e sociale». È la tesi dei consiglieri del M5S Manuel Brusco e Jacopo Berti che argomentano: «Zaia accendeo un mutuo di 300 milioni con la Cassa depositi e prestiti che sarà ripianato con rate annuali da 16,5 milioni così la manovra porterà 220 milioni di euro all’anno nel portafogli della Regione che farà spesa sociale finalizzata al consenso.

Altro che fiscal compact e Roma ladrona, invocati ad ogni piè sospinto da un governatore abituato a dare sempre la colpa a qualcun altro». Radicale anche la critica di Laura Puppato: «C’è un reale rischio di illecito amministrativo e un più che concreto rischio che la Pedemontana finisca al centro un ciclone di ricorsi da parte delle imprese che persero il bando di assegnazione alla Sis, già allora molto contrastato», afferma la senatrice del Pd «la Regione sta per modificare le regole di ingaggio in corso d’opera, cosa dovrebbero pensare quegli imprenditori che hanno partecipato a quel bando e se lo vedono oggi cambiare in corso d’opera con iniezione di garanzie e denaro fresco, modificando quindi le carte in tavola?Chi canta vittoria non si rende conto che siamo di fronte ad una Waterloo su tutta la linea, con un generale che ormai non sa più che pesci pigliare e si limita all’improvvisazione, con ricette che alcuni salutano come soluzioni, ma in realtà sono la più classica delle manovre fiscali, letteralmente il mettere le mani nelle tasche dei cittadini». «L’addizionale Irpef viene ripristinata per far fronte ad una emergenza imputabile alla cattiva gestione di questa grande opera e se questa dovesse essere la scelta definitiva è comprensibile la reazione dei cittadini che si sentono “becchi e bastonati”», commenta la Cgil regionale in una nota «riteniamo invece che l’addizionale irpef possa e debba consentire di dare risposta ai bisogni sociali di una popolazione sempre più impoverita e che ha visto in questi anni una riduzione delle prestazioni socio-sanitarie e assistenziali.

Vorremmo dire infine che la tanto sbandierata Autonomia del Veneto deve essere praticata con maggiore responsabilità dell’uso delle risorse pubbliche e dei veneti». Infine, il coordinatore veneto di “Direzione Italia”, Leo Padrin, sposa la linea cara al “Tea Party” americano e fa sapere che «coloro che si candideranno a livello comunale, provinciale, regionale e nazionale nelle nostre liste, sottoscriveranno un impegno a non votare qualsiasi legge, regolamento e delibera che aumenti la pressione fiscale in qualsiasi forma». Filippo Tosatto