Manifestazione Terna: perché sabato non ho manifestato

Belluno+ 30 agosto 2015
by redazione
In questi ultimi dieci anni ho partecipato attivamente a molte battaglie che in tanti e tante abbiamo condotto in difesa del territorio bellunese. Ed è in difesa di queste Dolomiti Bellunesi che sono finito anche in tribunale e sono stato condannato. Sabato, però, ho deciso di non partecipare alla manifestazione indetta contro il progetto dell’elettrodotto di Terna. La mia è stata una scelta.
Ho scelto di non esserci perché do valore al significato della parola coerenza.
Non posso manifestare, infatti, al fianco di coloro che vogliono difendere il territorio da un’opera impattante come un elettrodotto e allo stesso tempo sostengono posizioni in favore del prolungamento dell’autostrada A27 o sono fautori, come tanti dei politici presenti alla manifestazione di sabato, di politiche a sostegno dell’iper-sfruttamento idroelettrico, dell’agricoltura intensiva e del consumo irrazionale del suolo. Emblematica la dichiarazione al TG3 regionale di un manifestante presente che con il suo corno è diventato simbolo del corteo: “siamo terra di conquista, speculazione edilizia, non abbiamo uno sbocco a nord. Noi vogliamo i grandi impianti, noi vogliamo la Monaco-Venezia.”
Una scelta non facile, ma arrivata dopo faticose e ampie discussioni fatte insieme ai miei fratelli e sorelle con cui condivo e ho condiviso parecchie battaglie.
Una discussione che è iniziata dopo che, all’inizio di agosto, abbiamo incontrato una delegazione dei promotori della manifestazione, appartenenti sia ai comitati civici che all’associazione Vivaio Dolomiti. In quell’occasione hanno chiesto alle associazioni, gruppi, comitati presenti di aderire alla manifestazione che aveva come temi principali il rifiuto al progetto di Terna e la difesa del territorio bellunese.
In quell’occasione ho proposto che venisse condiviso l’appello di convocazione della manifestazione inserendo tutti i temi che in questi anni sono stati sollevati dai cittadini bellunesi in difesa di questo territorio. Incluso un rifiuto secco al prolungamento dell’autostrada A27, ovvero di quella Grande Opera che più di tutte produrrebbe una cementificazione del “nostro” patrimonio Unesco. Di quell’opera che significherebbe tangenti, spreco di denaro pubblico e che in progetti simili ha prodotto quel famoso sistema Baita, Galan, Chisso che in troppi hanno già dimenticato. Mi è stato risposto che questo tema non era all’ordine del giorno, che non tutti i promotori erano concordi. Ho chiesto che mi spiegassero come potevano continuare a sostenere posizioni così contraddittorie, di come potessero sventolare encicliche del Papa in difesa dell’ambiente, parlare di “bellezze usurpate” e allo stesso tempo pensare di cementificarle con gallerie e viadotti di chilometri. Io e molti altri presenti stiamo aspettando ancora delle risposte.
Nel frattempo, però, ho cercato di capire cos’era Vivaio Dolomiti e comprendere alcune figure che ruotano attorno all’associazione come quella del signor Campeol. Ho avuto modo di leggere molte sue dichiarazioni sulla stampa locale contro il progetto Terna. Ma poco conoscevo della sua attività professionale. Ed è navigando in internet che ho scoperto della sua consulenza per la società Veneto City spa. Quella società che vorrebbe realizzare una speculazione edilizia che prevede una colata di cemento di circa 2 milioni di metri cubi per una superficie di intervento di 1.290.000 mq nella zona di Roncoduro, area compresa tra i comuni di Dolo, Pianiga e Mirano. Un progetto che Campeol ha definito di elevata performance ambientale (se non addirittura migliorativa) (vedi qui). E non mi ha stupito scoprire che Veneto City spa sia una società di proprietà di Luigi Endrizzi, sì l’ingegnere padovano già artefice dell’operazione IKEA- Padova Est, che vede tra i soci alcuni nomi noti della “viabilità” veneta: Gruppo Benetton e Mantovani S.p.A (do you remember Piergiorgio Baita?) (per approfondire clicca qui). Insomma, personaggi che con le autostrade si sono ampiamente arricchiti. Ed è sempre navigando nel web che scopro il workshop di progettazione presso lo IUAV dal titolo “Gestione e valutazione ambientale delle grandi opere infrastrutturali” incentrato proprio sul prolungamento autostradale dell’A27 coordinato da Campeol e che vede tra i docenti ospiti l’indimenticabile Bortolo Mainardi (vedi qui).
Una ricerca che mi ha permesso di ricomporre un puzzle e trovare delle risposte alle contraddizioni che avevo sollevato durante l’incontro con i promotori.
Ho scelto, quindi, di non essere al fianco di personaggi del genere. Non per calcolo politico, ma per coerenza appunto.
“Forse” i calcolatori e gli opportunisti sono quei politici di professione che hanno sfilato sabato, “magari” in cerca di voti. “Forse” i calcolatori sono coloro che strumentalizzano comitati, cittadini e le cittadine che credono nella battaglia contro Terna. E sono proprio quest’ultimi che dovrebbero fare chiarezza.
A partire dal fatto che non basta interrare un cavo. La vera alternativa è la decentralizzazione della produzione energetica, reti corte, l’efficientamento e il risparmio. Non una parola ho letto su questi temi, ma questo significherebbe mettere in discussione l’attuale modello di sviluppo, lo stesso che si fonda sulle Grandi Opere. Dire questo significherebbe rinunciare alla presenza di qualche scaltro politico ma, visti i numeri mediocri di sabato, forse avrebbe portato in piazza qualche cittadino in più.
Quei tanti bellunesi che hanno colto la coerenza portata avanti dalla battaglie degli ultimi anni in difesa del territorio.
Penso che la coerenza porti, nel breve tempo, a posizioni “problematiche”, ma nel lungo periodo ad avere ragione.
Paulon Nico – comunardo bellunese