Matteo Marzotto «La Regina ora riprenda il suo scettro»

Dal Corriere delle Alpi del 31 agosto 2017

L’imprenditore invita a non cementificare il territorio, a bloccare i camion per ridurre il traffico e ad “aprirsi” al turismo «La Regina ora riprenda il suo scettro»

CORTINA «La Regina delle Dolomiti può tornare ad indossare la sua corona, può avere un futuro di crescita: serve una strategia a lungo termine e la capacità di raggiungere gli obiettivi». Matteo Marzotto, guarda al futuro della Conca con fiducia, ma «bisogna lavorare sodo, prendersi la responsabilità di scelte importanti e correre». L’imprenditore impegnato professionalmente su diversi fronti come vice presidente esecutivo di Ieg Spa (Italian Exhibition Group, la società nata dall’unione della Fiera di Rimini con la Fiera di Vicenza) e presidente di Dondup, presidente di associazione Progetto Marzotto che si dedica al settore dell’innovazione sostenendo giovani imprenditori, e vicepresidente – nonché fondatore – della Fondazione Ricerca sulla Fibrosi Cistica – Onlus, martedì sera all’hotel Cristallo, è stato il protagonista della rassegna “Talenti: storie di imprese straordinarie”.

Intervistato da Andrea Cangini, direttore di “QN-Il resto del Carino” Marzotto ha parlato di sé e della sua storia imprenditoriale. Conosce Cortina da sempre, qui ha frequentato anche le scuole, ha trascorso lunghi periodi in vacanza, e non ha esitato a parlarci del paese che ama profondamente. «Con Cortina ho un rapporto di amore puro», premette Marzotto, «ma non si può negare che negli ultimi 9 anni questo splendido paese ha perso il suo posizionamento che la vedeva in vetta alle mete turistiche d’eccellenza.

Dai Mondiali di sci alpino del 2021, dalla nuova amministrazione comunale, dall’attrazione per gli investimenti, oggi Cortina ha una chance importante. Ma c’è molto da fare perché non gioca più in serie A. Cortina era nel vertice assoluto del turismo, oggi deve risalire la china».

Qualche consiglio?

«Io credo che quando non hai idee guardi quello che fanno gli altri», risponde Marzotto, «c’è qualcun altro, sulle montagne a Ovest, in Svizzera o in Francia, che ha saputo creare valore e mete turistiche d’eccellenza. Cortina ha perso questo treno. Qui partiamo da due dotazioni uniche: la tradizione e l’ambiente. Nessun’altra località al mondo può competere con la bellezza paesaggistica di Cortina. Siamo anche vicini a Venezia, fatto che è sempre stato sfruttato troppo poco. In questi ultimi anni Cortina ha detto alcune cose, ma ne ha fatte altre. Ha fatto casino, un piccolo casino, ma solo casino. Cortina negli ultimi anni è diventata più provinciale, meno attraente per gli stranieri di alta gamma. Ha perso valore».

In che senso?

«Posso dirlo con dati alla mano. Io qui ho avuto il privilegio di ereditare una casa meravigliosa, che teniamo da sempre come un gioiello e che terrò. Oggi il valore della mia proprietà, rispetto a 9 anni fa, è sceso di un terzo. Se volessi vendere la mia casa – ma ripeto non voglio – prenderei il 66% in meno. Questo dato dice tutto. Questa è una conseguenza di una serie di scelte. Qui il piccolo mondo antico si è chiuso in sé stesso, ma oggi si può ripartire».

Nella nuova amministrazione comunale Marzotto ha profonda fiducia. Conosce da sempre l’assessore all’Innovazione allo Sviluppo Valerio Giacobbi, con il quale da ragazzo scorrazzava nei boschi, ed è amico anche del sindaco Gianpietro Ghedina.«Bisogna avere un’idea strategica molto chiara», sottolinea Marzotto, «e secondo me Ghedina e Giacobbi ce l’hanno. Qui non possiamo negarlo gli impianti di risalita non sono moderni, le varie aree sciistiche vanno collegate. Serve un investimento nella cultura dell’ospitalità. Bisogna aprirsi al mondo, imparare a parlar l’inglese. Ospitiamo come Cristo comanda i turisti, che sono un valore. Cortina deve aprirsi ai vacanzieri, ma allo stesso tempo essere custodita come una reliquia. Il suo patrimonio deve rimanere intatto. I prati verdi devono restare tali».

Arrivando in elicottero con la fidanzata Nora Shkreli, Marzotto ha notato alcune gru, alcuni cantieri aperti. «Non vedevo lavori a Cortina da quando ero bambino», ammette, «è positivo. Ma non si deve costruire troppo. Gli interventi devono esser proporzionali a ciò che si vuole fare. Ad esempio sulla tangenziale io ho sempre manifestato le mie perplessità. Costruire nuove strade per rimuovere il traffico che si crea circa 70 giorni l’anno a mio parere non ha senso. Bisogna avere il coraggio, in quei 70 giorni, di bloccare il passaggio dei mezzi pesanti che creano il vero intasamento.Qui non siamo a Mestre, dove il passante era necessario. Cortina si può permettere di fare scelte importanti, ma lo deve fare adesso».

La speranza nel vedere risorgere Cortina non muore in Marzotto.«Io amo Cortina sono sinceramente vicino a questo paese», chiosa, «i Mondiali e la nuova amministrazione mi auguro facciano la differenza. Credo che ci sia la speranza di tornare al top. Ritengo che Alessandro Benetton sia la persona giusta alla guida della Fondazione Cortina 2021. È un uomo dallo straordinario talento, un grande imprenditore, un profondo conoscitore di Cortina, della montagna e del mondo sportivo, e un vero amante di natura e sostenibilità. Cortina ce la può fare, ma si deve correre, lavorare, fare sistema. Oggi la percezione dell’Italia nel mondo è formidabile. Ma non ce ne rendiamo conto perché noi italiani siamo il nostro peggior nemico. Dimostriamo che Cortina è una mosca bianca e ha la capacità di non uniformarsi alla cronica e seriale incapacità degli italiani di fare sistema».

Alessandra Segafreddo