Mose. Delrio e Cantone riaprono il dossier “dighe mobili”
Pubblicato on 9/Set/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi dell’8 settembre 2017
Il ministro delle Infrastrutture convoca un vertice a Roma sul cronoprogramma
Ci saranno anche i commissari Cvn Fiengo e Ossola, che hanno opinioni divergenti
Delrio e Cantone riaprono il dossier “dighe mobili”
VENEZI Sul futuro del Mose si addensano nubi nere. E i tempi promessi dal governo per la conclusione della grande opera rischiano di saltare. Così il ministero delle Infrastrutture ha convocato per lunedì 18 settembre a Roma nella sede di Porta Pia un vertice a cui dovrebbe partecipare il ministro Graziano Delrio insieme al presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, con i prefetti di Roma e di Venezia, i commissari del Consorzio nominati da Cantone Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola.A chiedere l’incontro, con una lettera ufficiale inviata al ministro, è stato il presidente del Provveditorato alle Opere pubbliche del Veneto Roberto Linetti.
Una montagna di guai, non soltanto giudiziari, ha investito il Mose e il Consorzio. Problemi tecnici da risolvere, finanziamenti che non arrivano. E adesso anche la diversità di vedute tra i due commissari rimasti dopo le dimissioni di Luigi Magistro. Giuseppe Fiengo, avvocato napoletano, e Francesco Ossola, ingegnere torinese, spesso hanno opinioni molto diverse su come procedere. La soluzione arriva a volte da Linetti («Faccio io il terzo commissario, lo Stato fa il commissario di se stesso», commenta).Adesso il Consorzio ha bandito la gara per un nuovo direttore generale, posto lasciato vacante dopo l’arresto e l’uscita di scena di Giovanni Mazzacurati e l’addio concordato di Hermes Redi.
Le funzioni di rettore le svolge il commissario Ossola, con malumori diffusi tra la struttura tecnica e le imprese. Quando arriverà il nuovo direttore, i decisori diventeranno quattro.Intanto i problemi si accumulano. Come le muffe nei corridoi sott’acqua per la mancata ventilazione dovuta ai ritardi della costruzione degli impianti. A Malamocco le paratoie sono sott’acqua e non si possono alzare. Dunque la corrosione aumenta. A Chioggia non si possono ancora mettere, e le paratoie realizzate in inverno dalla ditta croata Brodosplit cominciano a dare segni di sofferenza, corrosione e deterioramento delle vernici e delle protezioni antifouling. Le cause di risarcimento si intrecciano. Il Consorzio chiede i danni alle sue imprese, quest’ultime che sono anche socie del Cvn fanno causa e vogliono essere risarcite. «Alla fine dei giochi si dovrà comunque ripianare il buco di cento milioni provocato dalle vicende finite sotto inchiesta», dice Linetti. Ma il 2018, anno annunciato per la conclusione dei lavori – la consegna dell’opera invece sarà il primo gennaio 2022 – si avvicina. E i problemi irrisolti aumentano.
Per questo Linetti ha chiesto e ottenuto un vertice con il ministro e Cantone. Ci sono ancora da spendere soldi per finire un’opera contestata, arrivata all’80% del lavoro. Manca la parte più complicata: la realizzazione degli impianti e la messa in esercizio dell’intero sistema.
Alberto Vitucci