Mose, gli ambientalisti scrivono al ministro Delrio
Pubblicato on 16/Set/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 15 settembre 2017
Battibecco in aula di Tommaso Cacciari con l’ex Magistrato alle Acque dopo l’assoluzione che minaccia querele
Gli ambientalisti scrivono al ministro Delrio
VENEZIA«Lei avrà il Mose sulla coscienza tutta la vita». Non è finito in completa tranquillità il processo, ma con un botta e risposta dai toni accesi tra l’ex presidente del Magistrato alle Acque Maria Giovanna Piva e Tommaso Cacciari, uno dei portavoce dei gruppi ambientalisti presenti. Quando quasi tutti avevano lasciato l’aula, alcuni ambientalisti, tenendo la bandiera con la scritta “No Mose”, hanno urlato poche parole a Piva, ma chiare, dicendole che anche se assolta il Mose se lo sarebbe portato nella sua coscienza.Piva si è girata e ha detto «Vuole subito una denuncia?», ma Cacciari ha ribadito il concetto fino a quando non sono intervenute le forze dell’ordine e i toni sono rientrati. «Non sono un avvocato e nemmeno un manettaro» ha detto Cacciari «ma se siamo soddisfatti della bastonata data a Matteoli in quanto simbolo politico, su Piva dovremmo capire meglio le motivazioni che hanno portato alla assoluzione per prescrizione»
.Anche per quanto riguarda l’ex sindaco Orsoni gli ambientalisti non hanno rilasciato commenti, se non che dovranno capire meglio se la prescrizione significa che se ci fossero stati i tempi sarebbe stato condannato o no. In ogni caso lo zoccolo duro del movimento, che già dal 2004 sosteneva che il Mose sarebbe stato un pasticcio sia per la difficoltà di manutenzione che per la non funzionalità, dalle ore 16 si trovava fuori dal tribunale con uno striscione grande con la scritta: «La mafia a Venezia si chiama Consorzio Venezia Nuova». «Il processo è la dimostrazione che questi anni di battaglia hanno avuto un senso. «Lo abbiamo sempre detto» hanno commentato fuori all’uscita, lasciando appeso lo striscione all’ingresso dell’edificio «La nostra presenza vuole dire che c’è stata una responsabilità storica, dalla muffa delle alghe delle paratoie alla ruberia totale».
Gli attivisti hanno distribuito una lettera, copia di quella inviata al ministro Graziano Delrio e in copia anche al commissario dell’Anac Cantone, dove scrivono che si spera che il 18 settembre, in occasione del tavolo tecnico previsto a Roma, ci sia un nuovo atteggiamento.«Riteniamo che un’opera sbagliata» conclude la lettera «sia altrettanto punibile e che si prosegua a una verifica che non si basi solo sul progetto approvato nel 2002, ma prenda in considerazione le criticità degli scienziati indipendenti».
Vera Mantengoli