Mountain Wilderness: facciamo saltare la tutela Unesco

Dal Corriere delle Alpi 23/05/2016

Gli ambientalisti minacciano: «Non ci stiamo al baratto tra il prolungamento dell’A27 e l’elettrodotto»

MW: «Facciamo saltare la tutela Unesco»

BELLUNO «Adesso basta scherzi. Chi vuol resuscitare l’autostrada per Monaco, sappia che troverà la più netta opposizione delle forze ambientaliste». Non solo. «Sappia anche che non permetteremo di barattare l’elettrodotto da 380 mila wolts con il proseguimento della Venezia Monaco». Parola di Vittorio De Savorgnani e di Giancarlo Gazzola, i due verdi di Mountain Wilderness. E siccome i due esponenti sono soliti passare dalle parole ai fatti, chiederanno che scenda in campo la Fondazione Dolomiti, per dire che ai piedi delle montagne riconosciute patrimonio del mondo non può transitare un nastro d’asfalto così impattante. «E se i dirigenti della Fondazione non lo faranno, invieremo un dossier agli ispettori che verranno in ricognizione in autunno per verificare se tutti i parametri sono rispettati». De Savognani e Gazzola anticipano di essere pronti a far saltare la protezione dell’Unesco se l’ipotesi di far proseguire l’Autoalemagna da Pian di Vedoia si materializzerà in qualche progetto. «Tanto più», affermano, «che non si può puntare contemporaneamente al treno delle Dolomiti e all’A27, perché anzitutto mancano le risorse. L’ambientalismo veneto è tutto a favore del collegamento ferroviario e radicalmente contrario a nuove autostrade». Ma c’è un aspetto di “ricatto”, come lo chiamano i dirigenti di MW, che li fa andare su tutte le furie. «L’elettrodotto può e deve essere interrato. L’autostrada va bene per procedere in questo senso. Ma l’autostrada esistente, non quella che verrà. Perché, appunto, non ci sarà. Per cui», avvertono De Savorgnani e Gazzola, «i comitati stiano in guardia; non si lascino allettare da proposte del tipo: per evitare i tralicci dell’elettrodotto, si prosegua l’A27. Questo baratto non lo accettiamo». A dar man forte a Mountain Wilderness intervengono, da parte, l’Ecoistituto diretto da Michele Boato, e la confederazione Cipra, con il portavoce Luigi Casanova. «Puntuale la mobilitazione in Valbelluna contro i tralicci dell’elettrodotto, ma è opportuno che si coscientizzino anche le popolazioni trevigiane, con i loro sindaci», suggerisce Boato. «L’autostrada da 380 mila wolt attraverso il passo San Boldo comporterebbe una devastazione di quell’ambiente». La proposta alternativa? «Interrare la linea lungo l’autostrada in essere, quindi anche lungo il Fadalto». «Certo è che se da una parte o dall’altra delle Prealpi si materializzassero i tralicci, saremmo pronti», minacciano De Savorgnani e Gazzola, «a ripetere la battaglia contro il viadotto autostradale in Val Lapisina». Casanova, dal canto suo, assicura che mobiliterà la Fondazione Unesco, sia contro l’autostrada, ma anche per fare il necessario pressing contro l’elettrodotto. «Non lasceremo nulla di intentato. Ricorreremo anche alle competenti istituzioni europee».(f.d.m.)