MW: «Liberare le Tre Cime dalle auto è da sempre il nostro obiettivo
Pubblicato on 30/Lug/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 29 luglio 2017
Auronzo. Mountain Wilderness e Cai plaudono alle parole del sindaco Pais Becher e sollecitano
soluzioni alternative al parcheggio in quota. E sul Treno delle Dolomiti: «Vigileremo sui progetti»
«Liberare le Tre Cime dalle auto è da sempre il nostro obiettivo»
AURONZO Il mondo ambientalista ha un solo obiettivo. Da sempre. «Liberare le Tre Cime di Lavaredo dalle macchine»: così lo riassume Gigi Casanova, leader storico di Mountain Wilderness, che accoglie con entusiasmo la proposta della giunta comunale di Auronzo di individuare un’alternativa, ambientalmente molto più sostenibile, per l’accesso alle montagne più belle del mondo.
Piena condivisione, dunque, del suggerimento di Tatiana Pais Becher, neosindaco di Auronzo, di attivare una funivia o un trenino a cremagliera in val Marzon per raggiungere il rifugio Auronzo. Era il lontano 1991 quando Reinhold Messner, Alexander Langer, i fratelli Boato, Carlo Alberto Pinelli, lo stesso Casanova e numerosi altri ambientalisti bloccarono la strada delle Tre Cime per protesta contro l’assalto automobilistico ai parcheggi in quota. Sono passati 36 anni e ripetutamente il movimento ha sollecitato uno stop da parte del Comune di Auronzo. Stop che non è arrivato perché il pedaggio consente un introito fino a un milione e mezzo di euro l’anno. «Diciamo subito al sindaco Pais Becher che siamo puntualmente d’accordo con lei – apre Casanova – se davvero Tatiana ha il coraggio di portare avanti un’alternativa.
Fin dal 1991 noi ambientalisti abbiamo sempre pensato di più ad una funivia che ad un treno a cremagliera, perché l’impianto aereo è meno impattante. Comunque siamo pronti a confrontarci su tutte le ipotesi, pur di far scendere le auto (duemila ogni giorno, forse anche di più) dai piedi delle Tre Cime».
Mountain Wilderness aveva messo in programma di richiedere un incontro con la neosindaca di Auronzo, per verificare insieme come meglio tutelare l’ambiente. «Considerate le nuove proposte, faremo in modo di accelerarlo per invitare Pais Becher alla massima condivisione».Anche il Cai veneto, in quel lontano 1991 aveva partecipato alla manifestazione, e con la più autorevole delle rappresentanze, alla protesta sui tornanti delle Tre Cime.
«Oggi come allora – conferma il presidente regionale Francesco Carrer – siamo dell’idea di riportare a terra tutte quelle macchine, o meglio di riportarle a valle. L’alternativa è possibile subito, senza studiare chissà quali interventi infrastrutturali. Basta fermare le auto a Misurina e attivare delle navette che salgano fino al rifugio Auronzo, con ovvio pagamento del pedaggio per i trasportati».
Secondo il presidente del Cai, gli impianti alternativi in val Marzon sono da studiarsi con la massima prudenza, per evitare che – come nel caso del Treno delle Dolomiti – si verifichino impatti ambientali inaccettabili. «Il trenino a cremagliera – puntualizza al riguardo Carrer – presenta problematiche senz’altro superiori a quelle di un’eventuale funivia».
È il problema, questo, del Treno delle Dolomiti, la cui realizzazione preoccupa gli ambientalisti, anche se sono fra i primi sponsor del progetto. «Il treno è il mezzo di trasporto più sostenibile – afferma Giancarlo Gazzola, nuovo portavoce di Mountain Wilderness -. Ovviamente ci sta bene anche sulle Dolomiti, ma vigileremo puntualmente sui progetti e sulla loro implementazione perché non si rechino sfregi al delicatissimo ambiente attraversato».
In questo senso Mountain Wilderness non ha ancora deciso quale opzione scegliere, se la val D’Ansiei o la val Biois. «Sono i sindaci con le loro comunità a doverlo fare – interviene Casanova -. Noi ci daremo da fare, in questa fase, affinché la scelta sia la più condivisa e trasparente. È evidente che dopo anche noi vorremmo dire la nostra».