Pedemontana è scontro; l’incognita sono i costi

Dal Corriere delle Alpi del 2 settembre 2018-

Pedemontana, è scontro L’incognita sono i costi

I 5 Stelle dicono che Pedemontana Veneta ha una marginalità superiore a Autostrade e che è un regalo a chi la gestirà, il gruppo Sis. La Regione replica punto su punto affermando che non è vero: la remunerazione è dell’investimento è più bassa. Gli azionisti di Autostrade prendono il 27% mentre agli azionisti di Pedemontana va l’11%. Premesso che non è possibile commentare dati aleatori e così diversi tra loro, fatti su due strutture totalmente diverse, Pedemontana sono 100 km, Aspi sono 3000 km su cui sono stati fatti investimenti per nuove infrastrutture (nuove strade) per 483 chilometri finora il problema della strada veneta è tutt’altro. Il fatto è che Pedemontana Veneta, al di là dei calcoli fatti sulla proiezione dei suoi rendimenti, ha degli elementi di criticità oggettive. Perché sarà la Regione ad assumersi il rischio domanda, cioè a garantire nel caso in cui il traffico, cioè i pedaggi, fossero più bassi del previsto.

E il grado di rischiosità sui flussi è alla base del costo elevato dei due bond che il Gruppo Sis ha dovuto emettere per finanziare un’opera di quasi 3 miliardi di euro. Due tranche con un tasso dell’8%. Se l’emittente, cioè Sis è disposta a pagare questi rendimenti a chi presta loro le risorse significa che quell’opera è ritenuta rischiosa dal mercato. Altre valutazione non ce ne sono da fare. Questo è un problema che altri concessionari, come Autostrade o la stessa Cav, non hanno avuto nell’emettere i loro strumenti di finanziamento. Per questo al di là della remunerazione del capitale degli azionisti bisogna guardare alla stabilità della struttura finanziaria dell’operazione. Perché a garantire la Pedemontana e i flussi del suo traffico c’è per l’appunto la Regione. Mentre sugli indicatori l’unico e ha senso considerare è proprio il tasso che remunera la spesa del capitale di rischio o di debito. –R.P.