Pedemontana, il caso diventa giudiziario
Pubblicato on 13/Ago/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 12 agosto 2017
Codacons ricorre al Tar e alla Corte dei Conti contro il nuovo contratto: «Costi lievitati da 20 a 137 milioni per chilometro»
Pedemontana, il caso diventa giudiziario
VENEZIA Nuovi fronti giudiziari per la Pedemontana: dopo il ricorso al Tar di Impregilo e gli esposti depositati dai Comitati presso le Procure venete, c’è ora una doppia azione di Codacons. Che ieri mattina ha annunciato la presentazione di un ricorso al Tar e di un esposto alla Corte dei Conti contro la grande opera viaria.
Nel mirino dell’associazione c’è la delibera della giunta regionale del 16 maggio con la quale è stato approvato lo schema del Terzo Atto Convenzionale che sostituisce la convenzione sottoscritta nel 2009 e l’atto aggiuntivo del 2013 per l’affidamento della progettazione, costruzione e gestione della Pedemontana a Sis Dogliani. Il nuovo contratto, sostiene Codacons, modifica le precedenti condizioni violando i principi sulla concorrenza e imponendo la rescissione della concessione per l’inadempienza del concessionario (di qui il ricorso al Tar); comporta inoltre condizioni penalizzanti per le tasche dei cittadini anche perché non risulterebbe corretta la valutazione degli introiti derivanti dal traffico (di qui la segnalazione alla Corte dei Conti).
Secondo Codacons, dunque, occorre riprogettare la superstrada per renderla sostenibile e utile. La lievitazione della spesa. «L’opera costava inizialmente 20 milioni a chilometro e non prevedeva i pedaggi; oggi siamo a 137 milioni con il rischio di impresa scaricato sulla collettività, senza i 68 chilometri di viabilità aggiuntiva e con il pagamento dei pedaggi», ha affermato ieri il presidente Codacons Franco Conte presentando la doppia iniziativa insieme a Enzo De Biasi, Osvaldo Piccolotto e Alberto Bacciega nella sede di Marghera dell’associazione.
Se inizialmente l’esborso per l’ente pubblico era di 173 milioni 670 mila euro, gli importi sono stati ritoccati successivamente al rialzo per adeguarli alle norme antisismiche (nel 2013) e ai mutati flussi del traffico (nel 2017) arrivando così a 915 milioni, ha rilevato Codacons facendo riferimento a dati della Corte dei Conti. E comunque, secondo l’associazione, i flussi di traffico previsti dalla Regione sulla Pedemontana sono ottimistici e fortemente da ridimesionare. «La Pedemontana rischia di comportare un pesantissimo indebitamento», hanno sostenuto alla Codacons, «Ogni nuovo nato in Veneto si troverà con un debito di 4.736 euro».
La procedura contestata. Ma anche la procedura del Terzo Atto viene messa sotto accusa da Codacons che considera il nuovo contratto illegittimo: «Nell’approvare e disporre importanti modifiche al contenuto del contratto di concessione inizialmente stipulato, ne viene modificata la natura, trasformandolo in sostanza in un contratto di appalto». Di qui la necessità di una nuova gara.
La Regione, per contro, ha più volte precisato come il nuovo contratto con Sis metta al riparo l’ente da cause del concessionario, queste sì decisamente gravose per le casse pubbliche. E il Terzo Atto, ha sempre sostenuto la giunta, era un passaggio necessario per salvare l’opera prendendo atto del mutato contesto rispetto al 2002, anno del progetto attuativo.
Sabrina Tomè