«Quel treno transiti per la val d’Ansiei»
Pubblicato on 23/Ott/2016 in NewsDal Corriere delle Alpi del 23 10 2016
Anello delle Dolomiti: il comitato incontra a Dosoledo la gente del Comelico ottenendo un’indicazione forte e unanime.
COMELICO SUPERIORE Quasi alla vigilia del voto, in Parlamento Ue, sul proseguimento dell’A27, il Comelico sceglie la ferrovia. Ed è la prima valle a opzionare il tracciato per la Val d’Ansiei, quindi per Auronzo. Il Comitato per l’anello ferroviario delle Dolomiti ha incontrato la popolazione nella sala polifunzionale di Dosoledo; e, tra i presenti (dai regolieri agli imprenditori del turismo, dai liberi professionisti ai pubblici amministratori), è stato pressocchè unanime l’orientamento a far transitare il treno il più vicino possibile al Comelico. «E’ una scelta quasi scontata», puntualizza Marco Staunovo Polacco, sindaco di Comelico Superiore, «anche se il pronunciamento in sede istituzionale sarà solo dopo la presentazione dei progetti».
Elisa De Berti, assessore regionale alle Infrastrutture, ha precisato che il progetto sarà pronto entro fine anno. Prevederà il passaggio per la Val d’Ansiei o la Val Boite. A seguire ci dovrà essere il pronunciamento delle comunità. Il Comelico, di fatto, ha anticipato i tempi.
L’incontro è stato presentato da Nicola Zambelli Spezier, che ha ricordato le aspettative del territorio dalla realizzazione dell’anello ferroviario. Davide Zandanella Necca, presidente della locale Consulta Confcommercio, ha espresso l’auspicio, da molti condiviso, che le scelta del tracciato ferroviario si indirizzi appunto lungo la valle d’Ansiei, dando così la possibilità al Comelico di ottenere collegamenti più rapidi, frequenti e comodi col resto della provincia e la pianura e nel contempo poterne valorizzare le potenzialità turistiche.
Verrebbero previste tre stazioni: ad Auronzo, all’imbocco del Val Marzon e a Palù San Marco. Il sindaco Staunovo Polacco ha ricordato «l’importanza della decisione presa dai primi cittadini dei Comuni confinanti con le Provincie di Trento e Bolzano nello scegliere gli studi di fattibilità delle tratte di collegamento ferroviario con il Trentino e con l’Alto Adige, quali investimenti strategici per il bellunese tutto, utilizzando parte dei fondi ex Brancher, per un importo complessivo di 400.000 euro».
Il presidente Filiberto Dal Molin ha ricordato il significato e gli obiettivi del Comitato attraverso la realizzazione di infrastrutture ferroviarie, integrate con percorsi cicloturistici e collegamenti su gomma, che sicuramente possono costituire la base per un rilancio economico e turistico delle valli. Ha inoltre sottolineato che il miglioramento della rete stradale è uno dei punti qualificanti di questo progetto viario, preferendolo all’ipotesi dell’autostrada, sia per “il minor consumo” del territorio, sia perché l’autostrada mette in collegamento i grossi nodi, trascurando il tessuto socio economico e turistico dei piccoli centri di montagna. «Da questo punto di vista treno e bicicletta rappresentano i più moderni ed ecologici mezzi di trasporto».
L’ingegner Leo Cargnel ha ricordato la sua tesi sul ripristino della vecchia ferrovia delle Dolomiti, non più proponibile, ma della quale resta tuttora valida l’impostazione metodologica, per una corretta scelta del percorso, nel rispetto di esigenze economiche, gestionali e di servizio. Il segretario Tomaso Pettazzi ha ripreso alcuni concetti espressi da eminenti studiosi universitari, nei convegni organizzati dal Comitato a Longarone nel 2015 e 2016, riguardo alle problematiche per la realizzazione di una ferrovia di montagna.
In particolare le relazioni di Rinaldo Genevois, del dipartimento Geoscienze di Unipd, e della geologa Elena Marcon. Temi ripresi pure recentemente da Luigi D’Alpaos, emerito di Idraulica di Unipd, in un recente convegno. Un tema di grande importanza da prendere in considerazione sono quindi le frane, come quelle tra Borca e Cortina.
Francesco Dal Mas