Regione pronta a delegare «Bisogna fare presto»
Pubblicato on 24/Dic/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 24 dicembre 2017
Su difesa del suolo, impatto ambientale, caccia e pesca c’è già il disegno di legge. Bottacin: «Se serve un approfondimento non mi metterò di traverso»
Regione pronta a delegare «Bisogna fare presto»
BELLUNO Neppure il Natale riesce a spegnere la dialettica, vivace anche se cortese, tra l’assessore all’Ambiente e alla Specificità, Gianpaolo Bottacin, e il presidente della Provincia, Roberto Padrin. «È inutile che l’amico Roberto prenda scorciatoie perché – spiega Bottacin – non sono in contrapposizione con lui e anche il presidente della Regione, Luca Zaia, è d’accordo con me nel trasferire il massimo delle competenze possibili alla Provincia».
Bottacin conferma di essere pronto a sottoscrivere l’intesa. Ricorda di aver già approvato il disegno di legge per farlo su difesa del suolo, valutazione dell’impatto ambientale, energia, caccia e pesca. «Ma se questa non è in grado di procedere, purtroppo – conferma l’assessore – siamo costretti a prenderne atto». I
l 28 dicembre, nel pieno delle festività natalizie, il presidente Roberto Padrin ha convocato i sindaci del Bellunese per decidere insieme come procedere. «Subito caccia e pesca – è il suo parere, poi difesa del suolo (in progress) e più avanti il turismo». Padrin ribadisce la «piena volontà» di collaborazione con la Regione, a partire – tiene a precisare – dall’assessore di competenza, Bottacin appunto.
La Provincia di Belluno, si sa, è in difficoltà di risorse finanziarie ed umane, ma la legge di stabilità appena approvata potrebbe in qualche misura rilanciarne le potenzialità. «Noi siamo determinati ad andare avanti col maggior numero di funzioni e di risorse possibili – conferma Padrin – ma con la testa sulle spalle». Anche Bottacin, peraltro, si rende conto degli intoppi oggettivi. Ed è lui stesso a sollevare interrogativi su tutta una serie di temi.
Prendiamo i 15 milioni del Demanio Idrico. L’onorevole Roger De Menech sostiene che quella somma non potrebbe essere utilizzata per la difesa del suolo, che dovrebbe invece avere un proprio capitolo di spesa. «Le risorse equivalenti ai proventi dei canoni introitati dalla Regione per concessione di derivazione d’acqua a scopo idroelettrico, comprese le grandi derivazioni, nonché per concessioni di beni del demanio idrico rilasciate nell’ambito della Provincia di Belluno, sono destinate per legge all’attuazione di interventi di sistemazione idrogeologica nel territorio provinciale, in conformità alla programmazione regionale».
Quindi, chiosa Bottacin, non capisco perché si voglia tergiversare. «Tra l’altro, sono soldi vincolati alla difesa del suolo – specifica – che la Provincia deve spendere secondo la programmazione regionale. In caso contrario, la Corte dei conti avrebbe di che obiettare». Altro esempio: sarebbe utile che il settore primario passasse alla Provincia? No, risponde Bottacin. «La Provincia non può accedere agli stessi cofinanziamenti a cui arriva la Regione in agricoltura e, quindi, ci potrebbe essere il rischio – secondo l’assessore – dell’inaccessibilità ai cofinanziamenti europei sul programma di sviluppo rurale. Stiamo parlando di una partita da 1.2 miliardi di euro dei quali il 35% arriveranno nei territori montani (più di 400 milioni)».
Analoga preoccupazione per il turismo. Se Belluno avesse piena autonomia nel comparto, sarebbe rimasto escluso dai recenti contributi per gli alberghi. Spiega infatti Bottacin: «La Regione quest’anno, accedendo a fondi europei destinati alle regioni, ha raccolto 24 milioni di euro e ha deciso di destinarli a 2 bandi per le strutture alberghiere. Uno, da 12 milioni solo per gli alberghi montani e un altro, anch’esso da 12 milioni di euro, per tutti gli altri alberghi del Veneto. Se la Provincia avesse avuto la competenza autonoma sul turismo non avrebbe potuto accadere a tali fondi e non avrebbe potuto fare il bando per gli alberghi montani».
Meglio, dunque, rinunciare alla piena autonomia provinciale? «Il dato politico è che la Regione vuole trasferire al più presto il massimo grado di autonomia alla Provincia, ma se la Provincia chiede un rallentamento per approfondire queste delicate tematiche, non sarò certo io a mettermi di traverso, anche se invito a fare presto».
Francesco Dal Mas