Sappada: un milione per rinnovare gli impianti
Pubblicato on 29/Lug/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 25 luglio 2017
Sappada. Due imprenditori “sponsorizzano” la riapertura invernale. «Collaboreremo con Comelico e Alta Pusteria»
Un milione per rinnovare gli impianti
SAPPADAI sappadini si apprestano a concludere quello che può essere tranquillamente considerato un altro miracolo, quasi unico, nel panorama delle Dolomiti. Alcuni di loro (due imprenditori) sono riusciti a mettere insieme un milione di euro e ad assicurare, ancora una volta, il rinnovo di una parte degli impianti, a cominciare dalla seggiovia del monte Sierra. Sappada, infatti, è l’unica stazione delle Dolomiti che non riceve un euro di contributo pubblico. Non gode del Fondo dei Comuni di Confine e non riesce a ottenere, almeno al momento, contributi dalla Regione destinati agli impianti.
Il sindaco Manuel Piller Hoffer, per la verità, ci sta provando con tutte le sue forze, ma anche ieri l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner, ha ammesso che ci sono delle difficoltà, «come altre difficoltà esistono per ottenere l’interessamento della vicina Regione Friuli». Gli operatori di Sappada, però, guardano avanti con fiducia e già all’inizio dell’estate hanno confermato che non ci saranno problemi nella riapertura della prossima stagione sciistica. «Possiamo garantirla», anticipa il presidente della società Gts, Gianluca Piller Roner, «per la soddisfazione degli affezionati turisti che scelgono Pldon per la sua attrattività».Non fa assolutamente paura, a questa gente, la possibile concorrenza di Comelico Superiore e dell’anello dei 45 chilometri di piste e di impianti che dal 2020 saranno attivi ai piedi della Croda Rossa. «Comelico Superiore è un ottimo “gancio”», resta in tema Piller Roner. «Ritengo che quell’infrastruttura porterà benefici a tutto il Comelico e, quindi, anche a Sappada. Se noi sapremmo fare la nostra parte, ne verrà fuori un comprensorio che darà sicuramente soddisfazioni».
Il presidente non sogna altri agganci, più infrastrutturali, con Padola e la Val Pusteria. I collegamenti, infatti, sarebbero oggettivamente problematici; si tratta di attraversare diverse valli. È pur vero che nel passato c’è stato chi li ha studiati – disegnandoli attraverso la Val Visdende – ma concludendo che l’operazione sarebbe costata troppo, oltre i 60-70 milioni di euro.Sappada, che in questi giorni sta entrando nel pieno di un’estate turistica più che soddisfacente, punta solo a consolidare e qualificare la sua offerta per l’inverno, attraverso la trasformazione degli impianti che sono obsoleti. È un lavoro duro quello che il sindaco Piller Hoffer sta portando avanti con Venezia, «ma», sospira Piller Roner, «sono fiducioso che in qualche modo riusciremo, ancora una volta, ad arrangiarci, presentando un’offerta di qualità alla nostra affezionata clientela».Piller Roner è convinto che per quando sarà completamente avviato il sistema Comelico-Pusteria, anche l’assetto degli impianti sappadini sarà al top. Il punto di riferimento è il 2020. «Lo sappiamo già.
Non è attraverso la concorrenza tra i vari poli turistici che uno riuscirà a sopravvivere rispetto all’altro, ma», afferma Piller Roner, «mediante ogni forma di possibile collaborazione. Quindi dovremmo finirla di piangerci addosso anche se noi, quassù a Sappada, non l’abbiamo mai fatto».Ad applaudire alla nuova prospettiva di sviluppo dell’Alto Comelico è anche la prima cittadina di Auronzo, con il sindaco Tatiana Pais Becher in testa. «Il potenziamento dei poli vicini non è un problema ma un’opportunità», afferma, «soprattutto se riusciremo a far arrivare in val d’Ansiei il Treno delle Dolomiti».Pais Becher ricorda che nel programma della sua amministrazione non c’è alcuna previsione di collegamento sciistico con Comelico Superiore. «Invece», fa notare, «nel nostro programma è presente quanto prevede la Regione in termini di collegamento tra Misurina, il Faloria e Cortina. È in quella direzione che noi punteremo, avvalendoci magari degli stessi Fondi dei Comuni di Confine».
Francesco Dal Mas