Sbocco a nord e piano neve, due progetti dal fiato corto
Pubblicato on 10/Lug/2019 in Comunicati, NewsComunicato stampa delle Associazioni a seguito Tavolo Provinciale delle Infrastrutture di Villa Patt.
Sbocco a nord e piano neve: progetti dal fiato corto che non tengono conto di una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
In Veneto la richiesta di nuovi collegamenti autostradali o strade a scorrimento veloce verso nord si fa sempre più aggressiva. In occasione del recente Tavolo Provinciale delle Infrastrutture di Villa Patt una ferrea alleanza di categorie economiche, con il sostegno della Giunta Zaia e l’accordo delle forze sindacali (dalle quali ci aspetteremmo un atteggiamento più critico), spingono per il prolungamento dell’A27 da Longarone in direzione Comelico per arrivare “dalle parti di Lienz o dintorni”, in piena violazione del Protocollo Trasporti della Convenzione delle Alpi.
Un valico a nord, hanno affermato i componenti del Tavolo, che interessa l’intero asse del Piave, fino al porto di Venezia, e che guarda alle traiettorie internazionali, dalla nuova Via della Seta al raddoppio del Canale di Suez.
A indorare la pillola ai territori su cui graverebbe l’impatto dell’opera il ritornello è sempre lo stesso: contrasto allo spopolamento (anche se è risaputo che le grandi infrastrutture viarie non portano vantaggi alle aree marginali attraversate) e rilancio di una provincia “dall’industrializzazione avanzata” (un’affermazione che si commenta da sola: gli occhiali non hanno bisogno di nuove strade).
Per il Cadore-Comelico questa struttura diventerebbe un incubo: il paesaggio distrutto in un alternarsi di rilevati, viadotti e gallerie; inquinamento, rumore, una successione interminabile di TIR e i turisti che dopo aver ammirato dall’alto dei viadotti il paesaggio delle Dolomiti si sposterebbero velocemente in Austria o in Baviera.
A Villa Patt si è parlato anche di piano neve, con la sollecitazione del collegamento tra HUB, e, con meno convinzione, anche del treno turistico delle Dolomiti.
Nella sostanza le proposte emerse dal Tavolo “per far uscire il Bellunese dalla marginalità in un mercato dei beni e dei servizi sempre più competitivo che non lascia spazio a tentennamenti o campagne elettorali infinite” si basa ancora una volta sul cemento e sulle infrastrutture materiali, sul miraggio di una crescita infinita che non tiene conto dei limiti e che si affida alla tecnica per risolvere i problemi.
In tutto questo le Olimpiadi “verdi” 2026 assegnate a Cortina si stanno rivelando per quello che da tempo stiamo preannunciando e temendo: un uovo avvelenato ben confezionato e l’occasione per cercare di far passare opere improponibili in altri momenti.
Su un tavolo parallelo (Cortina, XXIX Convegno annuale dell’Associazione Veneta degli Avvocati Amministrativi), è stato affrontato invece il tema dei cambiamenti climatici, della tutela del suolo e dell’uso responsabile delle risorse idriche. Dalle relazioni, in modo particolare da quella del Prof. Paolo Tarolli dell’Università di Padova, è emerso il rischio concreto che nel giro di pochi anni, se non abbandoniamo a tutti i livelli il modello di sviluppo che negli ultimi cento anni ha portato a sfruttare in modo indiscriminato le risorse, facendo decollare la concentrazione di CO2 in atmosfera, entreremo nella fase di non ritorno con conseguenze disastrose per gli abitanti della terra, Veneti e Bellunesi inclusi, e di cui la tempesta Vaia è stato solo un iniziale e drammatico episodio.
Sono consapevoli la Giunta Zaia, Confindustria Dolomiti, Appia Cna, Confartigianato, Confcommercio, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Cgil, Cisl e Uil di tutto questo? Sicuramente sì, ma deliberatamente a Villa Patt hanno preferito rimuovere il problema, una scelta grave di cui saranno chiamati a rendere conto.
10 luglio 2019
Le Associazioni:
Comitato Peraltrestrade Carnia-Cadore
LIBERA Cadore presidio “Barbara Rizzo”
Ecoistituto del Veneto “Alex Langer”
Italia Nostra sezione di Belluno
CIPRA Italia
WWF O.A. Terre del Piave
Mountain Wilderness Italia
Gruppo Promotore Parco del Cadore