Sì alla Pedemontana. La Regione aggiunge duecento milioni
Pubblicato on 8/Mar/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi delm 07-03-017
Trovata la soluzione all’impasse sulla superstrada
Zaia accelera sui tempi, a rischio le esenzioni al pedaggio
Sì alla Pedemontana. La Regione aggiunge duecento milioni
VENEZIA Si sblocca l’impasse sulla Superstrada Pedemontana Veneta. Una soluzione è stata trovata e dovrebbe essere annunciata nelle prossime ore: passa attraverso un contributo straordinario della Regione del Veneto al cantiere più grande d’Italia. Una «fiche» da duecento milioni di euro – forse più – che la Regione intende mettere direttamente sull’infrastruttura, spalmandoli su più annualità per non pesare troppo sul bilancio. La soluzione, uscita dal lavoro della task force di Ilaria Bramezza nominata poco più di un mese e mezzo fa, dovrebbe scongiurare lo stop che Zaia vedeva avvicinarsi sempre di più, soprattutto dopo la conclusione della gestione commissariale di Silvano Vernizzi, ormai fuori definitivamente dalla partita Spv. Il governatore ha imposto nei giorni scorsi di stringere i tempi, costi quel che costi: con i comitati e gli espropriati alle caviglie, e con il palcoscenico della politica nazionale che si avvicina, il presidente non poteva permettersi di lasciare aperta questa pratica.
Le posizioni dei protagonisti, del resto, non si sono mosse: da una parte il Concessionario Sis, forte di un contratto blindato rinnovato nel 2013, con pochi rischi d’impresa e pedaggi assicurati per quarant’anni; dall’altra il mondo bancario molto refrattario a concedere l’agognato bond con cui finanziare l’opera. In mezzo, fino allo scorso dicembre, c’era il governo con una selva di perplessità sulla sostenibilità dell’infrastruttura. Caduto il ruolo del governo, sfilatasi la Cassa Depositi e Prestiti e pure l’Anas, la Spv è tornata nelle mani della Regione. E Zaia, sempre più preoccupato, ha dato ordine di chiudere in fretta la partita, non prima di aver annunciato lo slittamento della conclusione dei lavori al 2020. Così, la task force ha offerto la soluzione alla giunta regionale, che ha già messo nero su bianco una delibera che potrebbe andare in approvazione prestissimo. Ilaria Bramezza, del resto, aveva rapidamente intuito che non c’erano molte altre strade, se non quella di aprire un contenzioso devastante con il concessionario. Così, i tecnici (oltre a Bramezza ci sono Marco Corsini, Elisabetta Pellegrini e Giuseppe Fasiol) hanno concluso i loro lavori proponendo la via d’uscita più dolorosa per la Regione. Aggiungere risorse a un’infrastruttura che sempre di più appare un progetto pubblico-privato al 50 per cento più che un progetto di finanza.
L’opera infatti, del costo complessivo di 2,2 miliardi, ha già assorbito quasi settecento milioni di euro da risorse pubbliche. Con il nuovo assegno della Regione l’impegno per le casse pubbliche sfiora il miliardo di euro, quasi la metà dell’intera opera, destinata a unire le province di Treviso e Vicenza. Tutte le altre soluzioni sono state scartate, per impraticabilità a stretto giro di tempo. Con l’approvazione di questa delibera rischiano di saltare anche le esenzioni dei pedaggi riservate ai residenti, unico «ristoro» morale per i comuni attraversari dalla Spv. Un nuovo atto aggiuntivo al contratto che lega il concessionario – il Consorzio Sis, sostanzialmente il costruttore piemontese Dogliani, in società con gli spagnoli di Sacyr – alla Regione dovrebbe essere sottoscritto nelle prossime settimane.
Daniele Ferrazza