Siccità e incubo pioggia. L’Italia fa i conti col clima

Dal Corriere delle Alpi del 30 agosto 2017

I rischi al culmine di una estate tra le più calde della storia. Emergenza incendi. Anche gli animali in pericolo: chiesto lo stop all’apertura anticipata della caccia

Siccità e incubo pioggia. L’Italia fa i conti col clima

Nel Texas la tempesta tropicale Harvey imperversa con inondazioni e allagamenti. Piogge catastrofiche senza precedenti. Il più potente uragano di questo secolo si è abbattuto con una potenza inaudita con venti oltre i 200 chilometri l’ora e scrosci torrenziali. In poche ore nella città di Houston sono precipitati 40mila miliardi di litri di pioggia, in modo talmente intenso che il servizio pubblico statunitense ha dovuto introdurre nuove sfumature cromatiche per visualizzare in modo chiaro il grado di intensità del fenomeno. Una prima stima dei danni si aggira intorno ai 30 miliardi di dollari, ma è sicuramente destinata a salire nelle prossime ore.

Se gli Usa sono letteralmente con l’acqua alla gola in Italia, e nel Mediterraneo, ci troviamo in una situazione diametralmente opposta. I dati complessivi per il 2017 ovviamente non sono ancora disponibili, quasi sicuramente dovrebbero essere vicini al record critico per il nostro Paese del 2001 (191 miliardi di metri cubi d’acqua) e lontani dal piovoso 2010 (oltre 300 miliardi). Stretti nella morsa della siccità e circondati dall’incubo degli incendi. L’Italia brucia in una delle estati più calde e torride della storia del nostro Paese.

Un po’ ovunque fiamme e fumo, nel Mezzogiorno e al Centro Italia. In Toscana, nel Valdarno e sulle Apuane, mentre nel reatino da giorni brucia il Monte Giano e la pineta Dux. In Abruzzo nel Parco nazionale della Majella è catastrofe ambientale, in cenere il 5% della superficie protetta. In Campania, il monte Faito è ancora in emergenza, impegnando vigili del fuoco e protezione civile in una strenua battaglia di contenimento all’avanzata delle fiamme. Un vero e proprio dramma per le biodiversità della penisola.

Siccità e incendi (dolosi nella quasi totalità dei casi) stanno mettendo a rischio in particolar modo, oltre alle coltivazioni, anche la fauna selvatica: privandola di sostentamento, obbligandola a migrare. Ci troviamo in una situazione allarmante al punto che l’Ispra – l’Istituto Superiore per la Protezione e la ricerca Ambientale del ministero dell’Ambiente – per correre ai ripari ha invitato le regioni a sospendere o limitare la stagione della caccia. Una richiesta in linea con quanto in questi giorni molte associazioni ambientaliste e animaliste (tra queste Enpa, Lipu, Lav e Legambiente) chiedono a gran voce.

Per Piero Genovesi, responsabile del servizio faunistico dell’Istituto, siamo in una condizione di rischio per la conservazione degli animali selvaggi: «Il 2017 è stato caratterizzato da una drammatica espansione sia del numero degli incendi sia della superficie percorsa dal fuoco (+260% rispetto alla media del decennio prevedente)». Animali indeboliti e denutriti, in serio pericolo quelli che si spostano lentamente o che non si spostano affatto. In un habitat riarso dal sole e rovinato dal fuoco: oltre 110mila ettari di boschi distrutti, contro i 38mila dell’anno precedente.

Un quadro che secondo l’Ispra motiva «l’uso di provvedimenti cautelativi in favore degli animali più vulnerabili, in occasione della prossima apertura della stagione venatoria». Le misure consigliate variano dal divieto della caccia da appostamento, al limitare numericamente la caccia agli uccelli acquatici (come le anatre) e alle specie oggetto di ripopolamento (come lepri e fagiani), sino alla proposta di introdurre un blocco della caccia per due anni nelle zone colpite da incendi.

Un altro aspetto di questa calda estate senza una goccia d’acqua è la rete idrica in seria difficoltà, sia per uso civile che agricolo. A causa del perdurare della straordinaria siccità in queste ore molte aziende stanno adottando piani di riduzione della pressione nella rete nelle ore notturne. Una decisione che fa discutere: «In Italia – spiegano dal centro studi del Consiglio Nazionale dei Geologi – la siccità sta costringendo alcuni Comuni a ridurre l’acqua immessa in rete, tramite turnazioni nell’erogazione. Questa soluzione è un rimedio estremo, poiché tale pratica ha come rovescio della medaglia un decadimento della qualità dell’acqua».

Mentre l’Italia riscopre i disagi dovuti al razionamento dell’acqua, l’estate di Lucifero e Harvey ci sta mostrando ciò che in modo ingigantito vivono giornalmente, in condizioni di povertà estrema, intere popolazioni al Mondo.

Alfredo di Gerolamo