Treno delle Dolomiti, decisione a settembre
Pubblicato on 12/Ago/2016 in NewsDal Corriere delle Alpi dell’11 agosto 2016
IL PROGETTO. Treno delle Dolomiti, decisione a settembre
È l’annuncio del vice ministro Nencini: «Tavolo di concertazione per capire se l’opera si può fare»
CORTINA. Per il treno delle Dolomiti il vice ministro Riccardo Nencini individua già una possibile soluzione di finanziamento.
«Il Governo e la mia Regione hanno individuato nel collegamento ferroviario tra Lucca e Pistoia la priorità infrastrutturale della Toscana – spiega – e si sono accordati per pagare l’investimento metà ciascuno». L’investimento, in questo caso, è di 500 milioni.
Il doppio, invece, per il collegamento tra Calalzo, Cortina e la Val Pusteria. Troppo facile aspettarsi che Roma paghi mezzo miliardo e l’altro mezzo se lo accollino Venezia e Bolzano?
«Troppo facile ad oggi. Ma a settembre convocheremo il tavolo di concertazione per decidere anzitutto se questo treno si può fare» risponde Nencini. Il vice di Delrio ieri era a Cortina per un convegno. È arrivato in treno. Circa due ore da Firenze a Padova, altre due ore per arrivare a Belluno. Da solo, trainando il troley.
Un viaggio stancante?
«Non più di tanto».
Sarà più veloce se la linea del Bellunese verrà elettrificata.
«Lo immagino. Ed è quanto rientra nel progetto complessivo del rilancio ferroviario. Il governo vuole rilanciare il trasporto regionale. Bisognerà verificare i costi».
Con un miliardo e 200 milioni circa si realizzerà il treno delle Dolomiti e l’elettrificazione della rete esistente. È troppo?
«Ho preso l’impegno di convocare a Roma, in settembre, un tavolo di concertazione, tra tutti i soggetti interessati per fare il punto della situazione e in particolare per capire che cosa fare e perché. E per conoscere, di conseguenza, l’impegno finanziario, se è sostenibile o no».
Quindi vuol dire che siamo daccapo. E cioè che la proposta del treno delle Dolomiti è ancora al palo. Lo sa che Zaia, De Menech, Kompatscher, lo stesso Delrio si erano già entusiasmati?
«Spero che lo siano ancora. Io ho semplicemente detto che bisogna verificare le cifre. Spero anch’io, un giorno, di salire a Firenze e di arrivare direttamente a Cortina, magari solo con un cambio».
Ma, dica la verità, così tante risorse si possono davvero trovare?
«Per quanto riguarda l’infrastrutturazione ferroviaria l’Alta Velocità è in via di completamento, manca l’asse Napoli Bari e poco altro…».
Poco altro? Per modo di dire; la Milano Padova per il tratto veneto è ancora sulla carta.
«Sì, ma è cosa ormai decisa, tanto che il Governo ha deciso di orientare i futuri investimenti sulle reti regionali e sul rilancio delle ferrovie storiche, quelle di carattere preminentemente turistico. Dentro questa prospettiva potremo trovare una soluzione anche per lo sfondamento a Nord del Veneto».
È questo il treno istituzionale – cioè il Calalzo – Val Pusteria – oppure Bolzano, da quanto lei ha percepito, è più orientata su quello ladino che attraversa la Val Gardena e la Val Badia?
«Sono stato al castello di Presule vicino a Bolzano e mi pare di aver capito che è in questa direzione che la Provincia di Bolzano guarda. Dobbiamo fare delle scelte. Non tutte le opzioni sono possibili».
Lei è a Cortina, dove fra 5 anni si svolgeranno i campionati mondiali di sci. Che cosa si augura
nell’approccio con l’ambiente?
«Le grandi manifestazioni sportive portano sempre un grande beneficio allo sviluppo del territorio. Certo, bisogna coniugare la necessaria sobrietà richiesta dai tempi in cui viviamo con l’indispensabile rigore della tutela ambientale». (fdm)