Treno delle Dolomiti, «Sad disponibile»

Dal Corriere delle Alpi del 21 novembre 2016

Treno delle Dolomiti, «Sad disponibile»

Lo assicura il progettista del collegamento tra Bolzano e Cortina. De Menech perplesso: «Percorsi inconciliabili»

BELLUNO. La società Sad, che provvede al trasporto locale in provincia di Bolzano e non solo, è disponibile a farsi carico della progettazione del Treno delle Dolomiti. Lo ha detto Helmuth Moroder all’incontro degli ambientalisti a Belluno.

La Sad, con lo stesso Moroder, ha studiato il progetto di fattibilità del collegamento ferroviario tra Bolzano e Cortina, attraversando, per gran parte in superficie, la Val Gardena e la Val Badia. Un investimento enorme, da un miliardo e 600 milioni, «ma non impossibile», secondo Moroder. Il treno delle Dolomiti, per intenderci quello istituzionale voluto dalla Regione Veneto e dalla Provincia di Bolzano, con l’aggiunta del Governo, è allo studio da parte degli esperti e dei tecnici delle ‘partecipate’ pubbliche di Bolzano e Venezia.

Nulla, dunque, di privato, perché la prospettiva individuata dai presidenti Zaia e Kompatscher, e pienamente condivisa dal ministro delle infrastrutture Delrio, è di evitare la compartecipazione privata, soprattutto la finanza di progetto.

«In effetti, non so come le due ipotesi progettuali», riflette l’onorevole Roger De Menech, «possano incrociarsi. I percorsi sono distinti e, per aspetti, inconciliabili. È interessante il lavoro presentato da Sad, ma, appunto, è di un privato».

«Ci rendiamo ben conto delle distinzioni, ma noi siamo a disposizione» è l’avance di Moroder, che è un ambientalista ante-litteram e, quindi, non è affatto piegato sugli interessi privatistici. «Se la Regione Veneto o la Provincia di Belluno ci chiederanno di contribuire alla progettazione del collegamento tra Calalzo e Cortina, o, in ogni caso, di avanzare nostre proposte, noi siamo ben disponibili a farlo». Finanche a farsi carico dell’intero progetto da Calalzo a Cortina, e fino a Bolzano?

«La disponibilità esiste, ma evidentemente ci sono tanti aspetti da considerare» risponde Moroder. La Sad è convinta che il ‘mercato’ per la ferrovia delle Dolomiti vi sia da Bolzano a Cortina con proseguimento per Calalzo e Venezia, e non dall’altra parte, quindi da Dobbiaco a Cortina. Sono 30 mila i residenti nei 9 Comuni che verrebbero attraversati in Val Gardena ed in Val Badia, fino a Cortina, con una potenzialità di turisti fino a 100 mila potenziali passeggeri. Cifre che assolutamente mancano sull’altro versante. Non solo. C’è anche da considerare il fatto che fra 10 anni, è matematico, il tunnel del Brennero porterà le Frecce Rosse a fermarsi a Bolzano, prima a Trento e dopo solo ad Innsbruck, e che pertanto sarebbe difficile convogliare i turisti provenienti dal centro Europa dal capoluogo del Sud Tirolo a Fortezza per prendere il treno della Val Pusteria. Sembrano escluse, infatti, fermate a Bressanone e a Fortezza. Emissari della Sad hanno trattato del loro progetto con la Provincia di Bolzano, con lo stesso ministero delle infrastrutture (in particolare il viceministro Nencini), stanno prendendo contatti con Venezia.

«Noi siamo pronti a collaborare, non c’è nessuna intenzione da parte nostra di volerci costituire in alternativa al treno istituzionale» precisa Moroder. Il quale ritiene in ogni caso indispensabile il collegamento tra Cortina e Calalzo per il successo di quello tra Bolzano e Cortina. Complessivamente la spesa arriverebbe a 2 miliardi e 100 milioni, perché la Calalzo-Cortina costerebbe 500 milioni (se non addirittura 700 qualora l’opzione fosse per la Val d’Ansiei).

Cifre impossibili da affrontare oggi, dicono i più. «Anche il treno della Val Venosta sembrava improponibile quando venne immaginato», ricorda Moroder « Oggi, invece, è uno dei treni di maggiore successo in Italia». Fra un mese arriveranno i primi studi progettuali del treno delle Dolomiti, da parte di Venezia e Bolzano; dal confronto si capirà quale sarà il destino delle due ipotesi.

Francesco Dal Mas