Treno delle Dolomiti, scempio ambientale
Pubblicato on 26/Ago/2017 in NewsDal Corriere delle Alpi del 25 agosto 2o17, lettera
Treno delle Dolomiti, scempio ambientale
Una riflessione sul progetto del nuovo Treno delle Dolomiti, di cui si sta discutendo in questi giorni.
Tralasciando il discorso sull’opportunità di spendere, ammesso di trovarla, una cifra più che ingente per una finalità del genere, lascia sbalorditi la disinvoltura con cui si ventila di scavare gallerie lunghe chilometri in un territorio delicato, sotto monti storicamente fragili e resi ancora più tali dagli sbalzi climatici e dai fenomeni meteorologici violenti sempre più frequenti.
Le zone di San Vito, Auronzo e Cortina sono state, com’è noto, tutte colpite da frane negli ultimi anni, alcune disastrose.I tunnel sarebbero visivamente meno impattanti per l’ambiente e presumibilmente più sicuri di una linea in superficie. Ma si è pensato all’impatto, magari subdolo, invisibile all’inizio, che potrebbero avere sui territori interessati e sulle persone che ci vivono?
Professionalità, competenze e tecnologie non bastano a garantirci le sicurezze necessarie al riguardo. Arrivano fin lì perché l’uomo arriva fin lì, pur con tutte le sue preziose doti, e dovrebbe avere l’umiltà di riconoscerlo.
È illusorio e pericoloso aggrapparsi ad esse come se fossero la ricetta per vincere qualsiasi sfida. Il Vajont insegna. I calcoli dei progettisti erano ineccepibili, la diga era perfetta. Ha retto. La montagna no.La facilità di spostamento e l’eco-compatibilità dei mezzi di trasporto sono criteri giusti, condivisibili, ma vanno applicati in funzione delle caratteristiche e delle criticità di ogni singola realtà, non ciecamente e ostinatamente pur di restare al passo con i tempi o in nome di un fantomatico sviluppo.
Rimediare al grande sbaglio fatto negli anni Sessanta, quando è stata smantellata la vecchia Ferrovia delle Dolomiti, commettendone uno ancora più grande non è dimostrazione di lungimiranza né di saggezza. Il progresso, se non va di pari passo con la coscienza, non porta alcun vero bene all’uomo, anzi spesso gli si ritorce contro.
Leggere che i sindaci dei comuni delle due valli interessate al progetto facciano a gara per accaparrarselo è sconcertante. Dovrebbero fare a gara per respingerlo se hanno a cuore la propria terra. Questo, è il caso di dirlo, è un treno che andrebbe perso, non preso.
Adria Tissoni