Treno delle Dolomiti: un anno per il progetto

Dal Corriere delle Alpi del 18 febbraio 2017

Il futuro della ferrovia
Treno delle Dolomiti un anno per il progetto

Zaia: «L’opera rispetterà la natura rilanciando le vallate bellunesi». Costi, distanze e tempi di percorrenza dei due tracciati verso Cortina

BELLUNO. La Ferrovia delle Dolomiti? Sentiero luminoso e percorso a zig zag, per dirla con il Grande Timoniere Mao. Se la firma del protocollo d’intesa tra Regione Veneto, Provincia di Bozano e ministero delle Infrastrutture (Cortina, 13 febbraio 2016) ha rappresentato un primo approdo concreto, sul progetto, certo fascinoso, permangono dubbi e criticità: «Non sarà una passeggiata», riflette il governatore Luca Zaia «ma è una chance straordinaria per rivitalizzare la nostra montagna e trasformare il ricordo di un vecchio percorso su rotaia nell’Orient Express dell’arco dolomitico, proiettato verso il cuore della Mitteleuropa».

Così, alla vigilia del vertice tecnico del 22 febbraio, Sistemi Territoriali (la società incaricata della progettazione) ha messo a punto uno studio di fattibilità che prevede due opzioni di percorso, entrambi in partenza da Calalzo destinazione Cortina. Il primo, denominato “Val Ansiei” , corre su 48 km (18 in galleria) con un tempo di percorrenza fissato in 70 minuti; sette le fermate – Domegge, Lozzo, Cima Gogna, Auronzo, Tre Cime, San Marco, Cortina Centro – e un investimento stimato in 745 milioni di euro. L’altro tracciato, ribattezzato “Val Boite”, si snoda attraverso 33 chilometri (23 in galleria) per 63 minuti di viaggio; il circuito delle sue stazioni comprende Valle, Vodo, Borca, San Vito e Cortina Centro; 710 milioni il costo preventivato. Rispetto alle valutazioni originarie, la spesa è lievitata in previsione di un anello ferroviario intorno alla città cortinese che prevede 3 fermate (Nord, Centro, Sud) così da agevolare la prosecuzione verso Brunico, tappa prevista da Bolzano.

«Comprendo i timori di impatto ambientale ma garantisco che sarà un’opera rispettosa della natura, anzi, contribuirà a rilanciare le valli bellunesi a rischio di spopolamento», si accalora Zaia, che non nasconde la preferenza verso l’ipotesi Val Ansiei: «Costa di più ma offre ai viaggiatori uno spettacolo mozzafiato, indimenticabile, che diventerà un “must” perché tutti, una volta nella vita, vorranno vedere dal treno la meraviglia delle Tre Cime di Lavaredo. Penso a convogli di ultima generazione, digitali ed ecologici, con grandi vetrate spalancate sul paesaggio». Allettante, ma che c’entra la Mitteleuropa? «La tratta Calalzo-Cortina non esaurisce la dimensione del progetto che proseguirà fino a Dobbiaco e poi a Brunico dove il presidente di Bolzano, Arno Kompatscher, lavora già al collegamento ferroviario con l’Austria e la Svizzera».

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Sarà la volta che tra veneti e altoatesini scoppia la pace? «C’è grande sintonia, i nostri tecnici lavorano insieme, il rapporto di collaborazione con Kompatscher è eccellente perché condividiamo un sogno che può, anzi, deve diventare realtà. Non dimentichiamo che la Ferrovia delle Dolomiti ha una valenza tutt’altro che locale, può diventare un asset nazionale di crescita, un’attrazione senza precedenti e il ministro Delrio, che è persona affidabile, ha garantito sostegno pieno». Ma chi pagherà il conto? «Non è questo il problema principale, certo si tratta di una discreta somma ma la posta in ballo è elevatissima. Nel Bellunese ci sono alberghi che chiudono per assenza di domanda, i giovani se ne vanno, l’impresa turistica nelle valli segna il passo. Questo treno può segnare davvero un nuovo inizio, calamitando quote importanti del flusso turistico del Veneto: parliamo di 30 milioni di presenze l’anno».

Nell’attesa, qualche amministratore locale brontola, lamentando di non essere stato coinvolto né interpellato a riguardo… «Dopo la presentazione delle risultanze dello studio di fattibilità, avvieremo un confronto con i sindaci dei territori interessati per passare poi alla fase progettuale e di costruzione finanziaria». Tempi previsti? «Il piano di fattibilità arriverà, al più tardi, entro due mesi. Per il progetto esecutivo speriamo sia sufficiente un anno, poi metteremo a punto la copertura finanziaria che, considerato l’importo, coinvolgerà più istituzioni nazionali e comunitarie».

Filippo Tosatto

 

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